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Cronaca Longiano

Nel ricordo di Vincenzo Bellavista un finanziamento per la ricerca

Si è svolto venerdì nella Sala conferenze della Cocif di Longiano la cerimonia di Premiazione del prestigioso Premio alla ricerca istituito nel 2008

Si è svolto venerdì nella Sala conferenze della Cocif di Longiano la cerimonia di Premiazione del prestigioso Premio alla ricerca istituito nel 2008. Il Premio intitolato in onore dello storico direttore generale Vincenzo Bellavista, istituito da Cocif l’azienda romagnola leader italiana nel settore porte e finestre, finanzierà un progetto di ricerca denominato “Diagnosi Proteomica Delle Metastasi Ossee In Collaborazione Con Houston”.

Alla presentazione ufficiale avvenuta nella sede Cocif di Longiano hanno preso parte il prof. Dino Amadori, Direttore scientifico dell’Irst, Dr. Toni Ibrahim, Responsabile del Centro di Osteoncologia Irccs IRST, Dr.ssa Laura Mercatali, Biologo del Centro di Osteoncologia Irccs IRST, la Dr.ssa Chiara Liverani, Ricercatore Laboratorio Bioscienze Irccs IRST, Luca Benedettini, presidente Cocif, Piero Cataldo , Direttore Generale Cocif e Lelia Ioli, vedova Bellavista, che ha suggellato con una stretta di mano ai giovani ricercatori dell’Irst l’impegno assunto da Cocif a loro sostegno.

“Nel rallegrarmi per il riconoscimento dell'IRST da parte del Ministero della Salute, come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, voglio ribadire con  orgoglio la volontà di proseguire il rapporto con un Istituto che da anni onora la Romagna con il suo ruolo di eccellenza nella assistenza e nelle ricerca applicata,” ha spiegato Luca Benedettini, Presidente Cocif, ” ed è un piacere pensare che giovani ricercatori, qui in Romagna, svolga attività di ricerca ad alto livello in collaborazione con prestigiosi ricercatori nel Mondo. Mi sembra il modo migliore per dare segno e testimonianza al lungo e prezioso insegnamento che Vincenzo Bellavista ha lasciato a ciascuno di noi”.  

“Il progetto finanziato quest’anno da Cocif in memoria del suo storico presidente Vincenzo Bellavista – ha detto il Prof. Dino Amadori, Direttore Scientifico dellIrccs IRST – è particolarmente ambizioso perché volto alla realizzazione di un’importante collaborazione fra il nostro Istituto e uno tra i più importanti centri di cura e ricerca sul cancro del mondo, il Methodist Hospital di Houston Texas; un programma incentrato sullo sviluppo di nanotecnologie in campo osteo-oncologico reso possibile grazie, soprattutto, all'interessamento e alla  stima che il direttore del dipartimento di ricerca sulle nanotecnologie, il dr. Mauro Ferrari, un ricercatore italiano che da anni vive e lavora negli USA con risultati eccezionali, nutre nei confronti dell'Irccs IRST”.

A illustrare le tre linee di ricerca sviluppate con il Methodist Hospital di Houston e il suo centro sulle nanotecnologie è il dr. Toni Ibrahim, Responsabile del Centro di Osteoncologia dell'Irccs IRST: “Le nanotecnologie costituiscono un nuovo approccio che si basa sulla comprensione e la conoscenza approfondita delle proprietà della materia su scala nanometrica ovvero su una scala pari a un miliardesimo di metro; che è poi la lunghezza di una piccola molecola. Le applicazioni in campo medico di questi studi sono ovviamente molteplici. I progetti che verranno realizzati nell’ambito della collaborazione Italia- Usa sono in particolare tre.

Il primo riguarda l’identificazione e la validazione di marcatori utili per la diagnosi precoce di metastasi ossee e lo sviluppo di un modello di ricerca di laboratorio, pre-clinco, che ricalchi il più possibile le condizioni in cui si formano le metastasi ossee nell’uomo – spiega il dr. Ibrahim –.
Questo comporta la creazione in laboratorio di un vero e proprio “scheletro” o modello in cui si possano far crescere più tipi cellulari, tra cui sia le cellule sane dell’osso sia quelle tumorali”. Grazie alle metodiche innovative sviluppate negli Stati Uniti, sarà possibile utilizzare particolari supporti e materiali compositi che consentiranno la crescita delle cellule in tre dimensioni e non solo in uno strato come accade oggi.

“Quest’ultima caratteristica – precisa il dr. Ibrahim – è particolarmente importante perché in questo modo lo studio dell’efficacia dei farmaci testati su questi agglomerati cellulari sarà più “realistica” e il trasferimento degli stessi dal laboratorio all’uomo, sarà più facile e diretta”. Il terzo progetto, invece, riguarda l’implementazione in oncologia del “nanoscaffold”, un materiale composto di nanoparticelle misto a farmaci rigeneranti dell’osso contenente anche farmaci antitumorali.
 

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