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Cronaca

Nasce il sindacato dello Sport Confcommercio: "Atterrati dal Dpcm"

“Il nostro modo dello sport, delle palestre, delle piscinee dell’associazionismo correlato alle varie discipline sportive ha bisogno di una forte rappresentanza - afferma il presidente Massimo Manuzzi"

Nuovo parto in casa Confcommercio cesenate. Si è costituito il sindacato dello Sport Confcommercio Cesena, presieduto da Massimo Manuzzi, affiancato nel direttivo da Alan Baroncini, Luca Piancastelli, Cristian Fusaroli Casadei, Michele Cantori. Coordinatrice Lisa Brigliadori.

“Il nostro modo dello sport, delle palestre, delle piscinee dell’associazionismo correlato alle varie discipline sportive ha bisogno di una forte rappresentanza - afferma il presidente Massimo Manuzzi - e Confcommercio è un grand dio grande reputazione, l’ideale per noi. Il momento, purtroppo, è drammatico: il nuovo Dpcm in vigore da lunedì lunedì ha prodotto misure penalizzanti per una serie di categorie economiche. Si dispone una chiusura totale per attività come quelle delle palestre e delle società sportive nonostante il rispetto dei protocolli anti Covid fosse ampiamente attuato. Le imprese e le società si sono subito adeguati ai protocolli, hanno investito danaro, rispettando il patto con lo Stato e ora si trovano senza lavoro, loro e senza i dipendenti. Incomprensiible e inacccettabile. Servono puntali, tempestivi e rapidi ristori, almeno pari alle perdite. Bloccare questo settore è grave, economicamente per chi perde il lavoro, e socialmente per i fruitori perché lo sport procura benessere psicofisico, fondamentale nel duro periodo che stiamo attraversando”.

“Siamo lieti che Confcommercio allarghi la sua famiglia  - dice il presidente Augusto Partigiani -, e il neonato sindacato dello Sport è rappresentativo di un mondo importante e capillarmente radicato nel Cesenate. Purtroppo il nuovo sodalizio comincia ad operare in un passaggio molto difficile, in cui società e imprese scontano iniqui provvedimenti a loro danno, che minano il rapporto fiduciario con lo Stato. Quello che è irricevibile è la chiusura delle imprese che lavoravano rispettando le regole. Sono state messe a reddito zero, ma con i costi gestionali sempre in corso, sicché non è vero che chi si vede impedito di lavorare nella propria impresa come le palestre, non ha più niente. In realtà ha meno di niente, va sotto zero: perché continua a pagare costi fissi, utenze, senza percepire un euro. Una vergogna che ciò sia stato fatto avvenire”.

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