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Cronaca

Movimento 5 stelle critico sulla videosorveglianza: "Rivedere e ridimensionare il progetto"

"Se ci atteniamo a quanto dichiarato dalla Giunta, nel 2019 è prevista l’installazione di altre 130 telecamere, a cui se ne aggiungeranno altre 66 per il controllo delle targhe"

Il Movimento 5 stelle di Cesena punta il dito contro "la videosorveglianza che non c’è". "Quando nel 2015 fu presentato, il progetto di videosorveglianza rappresentava la “madre di tutte le battaglie” per l’innalzamento del livello della sicurezza nel territorio. I continui furti nelle abitazioni e nelle imprese sul territorio avevano esasperato gli animi e impaurito i cittadini di ogni età - spiegano dal movimento - Con queste premesse fu presentato il progetto delle oltre 450 telecamere, un unicum nazionale per densità di telecamere per abitante, che non ha riscontri neanche in città notoriamente molto più problematiche. Ancor più, la sua unicità a livello nazionale fu anche il suo costo dichiarato di 10 milioni di euro. La successiva messa in sicurezza della E45 da Verghereto a Cesena confermò come il controllo dinamico dei veicoli tramite la lettura delle targhe fosse il principale obiettivo delle Forze dell’Ordine: il tutto al costo complessivo di 133 mila euro, niente rispetto ai 10 milioni di euro. Ricordiamo che il progetto nasceva per sopperire all’impossibilità da parte del Ministero degli Interni di aumentare gli organici di Carabinieri e Polizia di Stato, stante l’attuale livello degli stessi in linea col tasso di criminalità del territorio. Con queste premesse i cittadini compresero che la maggiore sicurezza si poteva avere solo con più telecamere, e più telecamere furono loro date: dalle iniziali 350 salirono per l’appunto a 450".

"Ora, a fine 2018, esattamente tre anni dopo, dobbiamo constatare solo un fatto importante: la mutata percezione della Giunta sulla sicurezza. Non solo è mutata, ma è anzi ingigantita, tant’è che si lanciano quotidianamente appelli al Ministero degli Interni, dove nel frattempo è cambiato il responsabile del dicastero, perché si rafforzino gli organici delle Forze dell’Ordine, questo pur essendo in presenza di un tasso di criminalità invariato se non diminuito rispetto al 2015 - continuano i consiglieri pentastellati - Purtroppo l’aumentata percezione di richiesta di sicurezza, di cui lo stesso Sindaco ha fatto ammenda oggi per il passato, non si sposa con lo stato di realizzazione attuale del progetto. Nei numeri la verità: alla data di oggi risultano installate solo 28 telecamere (in zona Stazione, dove lo spaccio è il primo business in assoluto, Cubo compreso) sulle 450 previste, mentre i costi sinora sostenuti sono pari a 3,3 milioni di euro sui 10 milioni previsti, come dire un costo per telecamera pari a 118 mila euro. Nei prossimi anni 2019, 2020 e 2021 sono previsti investimenti annuali di progetto di 500 mila euro, che porteranno il totale dei costi o dei finanziamenti pari a 5,3 milioni di euro, lasciando in sospeso quando e come spendere gli altri 4,7 milioni di euro di progetto. La risposta data al riguardo è di attendere il palesarsi di non meglio definiti finanziamenti, come se tutta l’urgenza del 2015 si fosse dispersa per strada, lasciando il passo a piazze e sentenze di risarcimento varie. La sicurezza tuttavia reclama la stessa attenzione di allora".

Ma quante sono le telecamere previste nell’immediato futuro? "Se ci atteniamo a quanto dichiarato dalla Giunta, nel 2019 è prevista l’installazione di altre 130 telecamere, a cui se ne aggiungeranno altre 66 per il controllo delle targhe. Il totale dell’installato salirà di conseguenza a 224 telecamere, la metà delle 450 preventivate da progetto. Mancano all’appello ancora ben 226 telecamere, che non si sa dove collocare temporalmente, e dati gli investimenti previsti si immagina ben oltre il 2021 - spiegano i 5 stelle - Nel frattempo le imprese, tramite le loro associazioni, ottengono di poter far confluire le loro telecamere nel Centro di Monitoraggio attivo da maggio scorso presso la sede della Polizia Municipale, dove tra l’altro sarebbe interessante capire quanto sia stato utilizzato nel periodo dalle Forze dell’Ordine. Nel frattempo altri temi hanno occupato la scena mediatica, relegando la videosorveglianza colpevolmente al passato, anche se il tema della microcriminalità rimane attuale, grave e irrisolto, come quotidianamente si riscontra, assieme alle dichiarate iniziative di maggiore collaborazione tra cittadini, Polizia Municipale e Forze dell’Ordine, da ultima il Controllo di vicinato. Rimane ampio il divario tra quanto annunciato nel 2015 in tema di sicurezza e quanto fatto sino ad oggi. I milioni dei cittadini sono stati spesi, la sicurezza è rimasta invariata. Morale: che nella vita si possa cambiare opinione è lecito, comprensibile non lo si voglia sbandierare ai quattro venti. Almeno si abbia la decenza e il coraggio di dirlo, a tutti quanti, cittadini, imprese e Forze dell’Ordine. Il M5S è sempre stato critico sul progetto di videosorveglianza sin dall’inizio, perché appariva quale scusa per stendere 146 km di fibra ottica nel territorio e realizzare la fumosa Smart City, fumosa perché si accennava solo ad alcune banali applicazioni in rete, senza sviluppare un disegno ideale futuro cui agganciare sperimentazioni e sviluppi, ipotesi tutt’altro che remote visto l’insediamento universitario e la presenza di un incubatore. Smart City che oggi potrà essere realtà grazie ad Open Fiber e al collegamento gratuito di ben 35 mila edifici ed abitazioni in fibra ottica. Critico, perché non si valutava l’impatto degli investimenti da parte governativa per 256 milioni di euro in Regione Emilia Romagna per la riduzione del digital divide; critico perché stava nascendo la tecnologia 5G, che avrebbe suggerito cautela negli investimenti in infrastrutture dal profilo temporale di decenni; critico perché il governo in carica allora stava spingendo verso la rottura del monopolio dell’allora Telecom, con la nascita di Open Fiber, che oggi realizza come già detto, tra l’altro gratuitamente, a Cesena la vera infrastruttura in fibra ottica per la futura Smart City. Ancor più il M5S è stato critico verso il progetto di fornire al territorio un tasso di telecamere per abitante che non ha uguali in Italia. Per di più 450 telecamere per le quali si prevedeva il ruolo passivo della Polizia Municipale, ovvero, come dichiarato dal suo Comandante, di non svolgere presidio attivo. Di fronte alla necessità di maggior presidio del territorio con la presenza fisica di agenti della municipale si è risposto con l’impiego massiccio e non presidiato di telecamere. Il M5S sarebbe quindi ben lieto se si rivedesse l’intero progetto, ridimensionato di comune accordo con le Forze dell’Ordine, secondo confronti in cui la presenza non sia limitata alla sola Giunta; in cui possano essere approfonditi gli sforzi congiunti possibili tra Forze dell’Ordine, ente locale e cittadini, vedi da ultimo il Controllo di vicinato. E’ questione di scelta politica. E noi come da nostro programma, lasceremo stare per un po’ le piazze e  i grandi supermercati, anche “mobili”, e ritorneremo ad occuparci di sicurezza reale, partendo da quella percepita".

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