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Cronaca

Movida, Cesena Underground: "Polizia alla Baratona e città sguarnita"

"Abbiamo apprezzato la presenza degli enti della polizia, che avrebbero aiutato a mantenere l'ordine , ma riteniamo che la quantità ingente di forze adoperate sia stata del tutto esagerata e senza fondamento"

Sul tema caldo della movida in centro,  si inserisce anche la presa di posizione dell'associazione studentesca Cesena Underground. Dopo la vicenda del lancio di candeggina sui giovani "rumorosi" in centro e la forte polemica per l'iniziativa della Baratona, il "giro dei bar" organizzato da Cesena Underground e condannato senza mezzi termini dal sindaco Paolo Lucchi. E Cesena Underground difende la sua attività, non volendo passare per quella che organizza diseducative "serate a tutto alcol".

Nella sua nota, l'associazione studentesca protesta: "Vorremmo rassicurare le istituzioni è che non si trattava di un evento provocatorio e che, se solo ci fosse stato chiesto, si sarebbe dimostrato fin dall’inizio totalmente innocuo e rispettoso delle regole della città". Quindi l'attacco: "Abbiamo apprezzato la presenza degli enti della polizia, che avrebbero aiutato a mantenere l’ordine se ce ne fosse stato bisogno, ma riteniamo che la quantità ingente di forze adoperate sia stata del tutto esagerata e senza fondamento. La città per seguire il nostro evento è stata sguarnita".

"Ciò che è scaturito in questi giorni - spiega lo staff di Cesena Underground - ha dato adito a diverse interpretazioni riguardo le nostre attività, ma ciò che ci dispiace è l’averci attribuito, da parte di esterni, delle caratteristiche che non ci appartengono. Abbiamo iniziato organizzando serate universitarie,e abbiamo continuato inserendo in maggioranza attività culturali e sociali, di cui vorremmo semplicemente aumentare le occasioni. Ci siamo dedicati e siamo ancora impegnati verso i nuovi studenti erasmus e non, con attività soprattutto culturali di integrazione e di accoglienza, del tutto gratuiti per i fruitori e senza scopo di lucro".

E ancora:  "Nessuno è forzato a bere, non c’è nessun guadagno personale per lo staff, e dunque si è svolto nel totale rispetto delle regole, in quanto a orari e modalità, diversamente da quanto detto ancor prima che l’evento avesse avuto inizio. Sicuramente si trattava di termini “allarmanti". A un giorno dall’evento, il sindaco ha inviato una lettera di dissuasione verso gli esercenti che ci appoggiavano, allarmandoli per un evento pericoloso e irrispettoso. Ciò che avremmo valutato più utile, era rivolgerci un atteggiamento di attenzione, non già di dissuasione. Il sindaco afferma che in un clima così teso non avrebbe potuto sottovalutare la cosa, e che, grazie al suo intervento, l’evento è andato bene. Aggiungiamo che l’evento è andato bene, ma si è svolto, di fatto, non per merito della sua lettera di per sé chiara, quanto per la sensibilità di noi tutti studenti, di capire il problema e agire di conseguenza, dimostrando che l’evento fosse fattibile anche nel pieno rispetto delle regole e dunque attuandolo nonostante le sue dissuasioni".

"Ad ogni evento siamo sempre stati adempienti alle regole e il sindaco si dice disponibile a incontrarci. E allora, sinceramente, lo ringraziamo e ci diciamo concretamente disponibili a un incontro. Un ultimo punto è il rispetto delle regole. Sottolineando il fatto che ogni nostro evento ha rispettato le regole, gli orari, i protocolli, ci chiediamo a cosa sia dovuta questa allerta nei nostri confronti. Poniamo un’ultima domanda al signor sindaco: saremo in grado di rispondere ai tanti studenti stranieri che arrivano a Cesena, da una realtà totalmente diversa, e si chiedono se sia normale questa “dissuasione legalizzata?"

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