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Cronaca Cesenatico

"Giovane morto nella ex colonia, era uno dei tanti invisibili con un pezzo di carta in mano"

La storia di Imo Obinna è simile a quella di tanti "invisibili" che trovano riparo nelle colonie abbandonate

Morire a 31 anni in una colonia abbandonata, stroncato da un malore causato forse dal freddo e dagli stenti. Imo Obinna, 31 anni, era arrivato dalla Nigeria con una valigia carica di sogni, che aveva anche provato a realizzare. In Romagna aveva trovato un permesso di soggiorno per motivi umanitari, e per un breve periodo anche un lavoro in un ristorante della Riviera. Era uno dei tanti profughi, che a partire dal 2015 hanno trovato accoglienza nell'hotel Splendid, ora chiuso.

Il sindaco di Cesenatico, con un post su Facebook è tornato sulla triste vicenda di Imo. "Morire all’interno di una colonia abbandonata a soli 31 anni è qualcosa di terribile che deve farci riflettere sul tema dell’accoglienza e sul tema dell’abitare, in questo momento storico, per coloro che hanno ricevuto il permesso di soggiorno ma che non vedono percorsi di inserimento nella nostra società, anche avendo un lavoro". La storia di Imo, al di là del tragico epilogo, è simile a quella di tante persone che arrivano in Italia con la speranza di costruirsi una vita migliore. Aveva lottato per questo il 31enne, ma la strada verso l'integrazione si era rivelata tutta in salita. Come tanti in questo periodo, per sfuggire dal gelo dell'inverno romagnolo, aveva trovato rifugio in quell'edificio abbandonato, in via Pian del Carpine. 

"Questo ragazzo aveva ottenuto il pezzo di carta - spiega il sindaco di Cesenatico  - ma mancava il pezzo successivo. Mancava la possibilità di costruirsi un futuro e di trovare una sistemazione stabile. Era un ragazzo che aveva provato a integrarsi, aveva anche lavorato in un ristorante". Quando intorno alle 15 di lunedì sono arrivati i soccorsi, Imo era già morto da un giorno e mezzo, dopo che era stato trovato da alcuni senzatetto come lui, in quello che era diventato il suo giaciglio di fortuna. Persone molto spesso "invisibili" come sottolinea il sindaco di Cesenatico. "Il problema di queste persone  è che escono dai nostri circuiti, dai nostri controlli. Innanzitutto dobbiamo conoscere queste situazioni di abbandono per poter intervenire. I pattugliamenti di carabinieri e polizia locale sono continui, vengono fatti chiudere i varchi di accesso a queste strutture in disuso ma puntualmente con l'arrivo del freddo tante persone tornano a rifugiarsi in questi edifici". 

"Le soluzioni per arginare questi fenomeni non possono che essere emergenziali - conclude Matteo Gozzoli - in questo periodo alziamo la guardia fino alla primavera. Insieme alla Caritas e alle altre associazioni di volontariato cerchiamo di assicurare a questa persone almeno un posto letto e un piatto caldo".
 

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