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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Addio allo storico e professor Giovanni Maroni, "Ha alimentato la passione per il teatro"

Il professore, che lascia la moglie Giovanna, anche lei ex docente di lettere al liceo scientifico di Cesena, non aveva figli

Si è spento il professor Giovanni Maroni, storico ex professore di lettere e latino del Liceo Scientifico di Cesena dal 1967 al 2001. Un grande personaggio dell'insegnamento, amato dai suoi alunni per i suoi modi simpatici, premurosi e fuori dagli schemi. Un professore fuori dalle righe, che oltre all'insegnamento della letteratura, prediligeva aiutare i ragazzi più in difficoltà anche fuori dalla scuola, con incontri di lezioni di vita, incoraggiamento, ripetizioni gratuite, avvicinamento al volontariato e tutto ciò che li avrebbe aiutati ad apprezzare la vita e a renderli persone migliori.

Il professore, che lascia la moglie Giovanna, anche lei ex docente di lettere al liceo scientifico di Cesena, non aveva figli. I suoi figli erano i suoi alunni che riservano per lui un grande affetto. Oltre all'insegnamento il professor Maroni ha scritto molti libri ed è stato presidente dell'Università della Terza età di Cesena. Uomo molto colto, era molto religioso e coinvolto in attività di Chiesa. Il funerale si svolgerà sabato nella Chiesa di San Pietro di Cesena. L'amministrazione comunale parteciperà alle esequie con una rappresentanza e con gonfalone.  

I messaggi di cordoglio

LUCCHI E CASTORRI - "Molto tempo è trascorso da quando Giovanni Maroni, tra il 1970 e il 1985, sedeva in Consiglio Comunale ma il ricordo della sua presenza e della sua passione non è stato attenuato dai cambiamenti anche profondi che nel frattempo sono avvenuti - ricordano il sindaco Paolo Lucchi e l'assessore alla Cultura, Christian Castorri -. Era un uomo dalle forti convinzioni politiche e culturali, dai valori profondi che motivavano il suo rispetto per le idee degli altri: fu esponente di forze politiche che sentiva vicine alla sua formazione e al suo percorso intellettuale ma non fu mai uomo di parte: contribuì validamente a tutte le scelte amministrative e politiche del tempo e degli anni successivi con altri incarichi e altre responsabilità pubbliche,  in particolare alla crescita e sviluppo delle istituzioni culturali cittadine alla cui vita partecipava anche come studioso e come utente e spettatore. Amava i libri, il teatro, la musica: le sue ricerche storiche lo hanno portato ad interessarsi delle vicende minute e diffuse, ma prima ancora delle donne e degli uomini che le hanno vissute, inserendole tuttavia in una visione, in un quadro di riferimento generale al quale non rinunciava. Nel corpus delle sue opere si sono dispiegati gli interessi culturali e intellettuali che ha educato per tutta la vita: dalla storia della Chiesa, soprattutto nelle sue declinazioni più umili, alla storia della cultura e degli intellettuali dell’Ottocento, dalla riflessione sulla cronaca delle istituzioni scolastiche alle ricerche di storia della letteratura, sulle quali basava il suo lavoro di docente e di guida dei suoi studenti. Era un maestro attento alla personalità dei suoi allievi, capace di intuirne i talenti e le qualità per contribuire a svilupparle e ad indirizzarle laddove il percorso individuale ed autonomo della persona avrebbe potuto e doveva dirigersi e dispiegarsi. Le sue parole, il suo esempio, le sue bibliografie, le sue intuizioni, i suoi suggerimenti di lettura e di ricerca, sviluppati su campi del sapere più estesi della sua pur profonda specializzazione, segno di una visione interdisciplinare della conoscenza e della didattica, sono un lascito prezioso e indimenticabile per intere generazioni di cittadini cesenati che oggi lo ricordano addolorati ma consapevoli di aver avuto la fortuna di averlo conosciuto e di aver goduto della sua paterna guida".

EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE - "Mi piace ricordare Maroni a Teatro mentre prima degli spettacoli di prosa introduceva gli abbonati alla lettura del testo e della rappresentazione - afferma Franco Pollini di Emilia Romagna Teatro Fondazione -. Lo ha fatto per una decina di stagioni organizzate da ERT dal 2004-05 al 2014-15, quando l’incombere della malattia che lo stava minando ma che non gli impediva di essere lucido, documentato e appassionato come sempre, non gli ha più consentito di assicurare a tutti noi che lo ascoltavamo una essenziale ma fondamentale informazione per comprendere quello che sarebbe successo sulla scena. Nella Sala Morellini del Bonci era piacevole e utile anticipare di qualche minuto l’arrivo a Teatro e godersi quell’atmosfera di piacevole conversazione che poi ci è mancata per sempre. Era una guida all’ascolto e alla visione, necessaria ma leggera, non invasiva, che invitata alla riflessione personale: soprattutto era una guida che consentiva a tutti gli spettatori di trovare la propria strada, la propria interpretazione".

"Come sempre in tutta la sua vita, è stato una guida sicura e preparata ma rispettosa della personalità di ciascuno, per le persone che lo hanno incontrato e apprezzato, e soprattutto per i suoi studenti – di cui ho avuto la fortuna di essere parte – ai quali ha offerto un insegnamento rigoroso e aperto e una indicazione di percorso quanto mai utile e profonda. Era un docente del tutto atipico: le sue lezioni, i suoi appunti, i suoi consigli di lettura, le sue bibliografie, le sue ricerche sono indimenticabili, come la capacità di attraversare il nostro tempo con forte personalità ma anche con una innata attitudine a leggere il contemporaneo che favoriva la disponibilità al nuovo e all’innovazione - continua -.  Era una dote che abbiamo compreso meglio con il passare degli anni: quando esattamente dieci anni fa, nel preparare insieme ad alcuni amici il volume sul 68 a Cesena, di cui ricorre il 50esimo quest’anno, abbiamo chiesto a Giovanni Maroni di contribuire con i suoi ricordi, non solo abbiamo apprezzato la dimensione dello storico, che aveva esercitato in tante occasioni più importanti, con articoli, libri ed interventi, ma abbiamo avvertito la sua attenzione al mutare della società, nell’amore per la scuola e per i docenti e gli studenti che la abitavano nonché la sua qualità di moderatore di tensioni e idee spesso contrastanti che trovavano la giusta misura attraverso la sua opera".

"Era spettatore e abbonato al Teatro da sempre, soprattutto alla prosa ma anche alla musica che ascoltava con piacere: aveva dello spettacolo una visione classica, basata sul testo letterario che come pochi conosceva e sapeva inquadrare in una visione storica complessiva, anche se comprendeva le ragioni delle diverse interpretazioni e adattamenti che la regia imponeva spesso forzando le ragioni dell’autore. Sapeva che molti testi classici non potevano essere più rappresentati se non modificandoli così come sapeva che la scena era molto più complessa delle parole che vi venivano pronunciate. Per questo portava i suoi studenti e li guidava a vedere Pirandello al Teatro Bonci ma anche Dario Fo alla Casa del Popolo di Cesenatico, alimentando in loro – e in ciascuno di noi – una passione per il teatro a cui non avremmo più rinunciato e facendoci diventare spettatori consapevoli e attori della nostra vita", conclude.

CISL - "La Cisl Romagna perde un valido collaboratore nelle iniziative culturali e sociali", afferma Filippo Pieri, segretario generale del sindacato. "Era socio della federazione dei pensionati Cisl - aggiunge Domenico Forte, segretario generale Fnp Cisl Romagna - ed è stato presidente per diversi anni dell’Università della Terza Età, da noi promossa, per diventarne poi presidente onorario". "La sua storia di uomo di cultura e di testimonianza ha lasciato il segno anche in questa esperienza di conoscenza rivolta alle persone della terza età - concludono i segretari - e il suo importante contributo ha consentito di portare l’Università della Terza Età fino al 31° anno accademico.”

POPOLARI PER CESENA - Anche i "Popolari per Cesena" "partecipano con profondo dolore ad un lutto che rappresenta una perdita per l’intera città di Cesena, esprimendo particolare vicinanza alla famiglia. Nel professor Maroni si deve riconoscere uno degli esponenti più illuminati e di rilievo di quella partecipazione alla vita pubblica che ha segnato la presenza politica di quel cattolicesimo democratico e di quel popolarismo che ha trovato forza nella Democrazia Cristiana e che ha costituito un riferimento per molte persone a spendersi per la città e per il bene di questa terra".

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