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Cronaca

Moretti: "La crisi costringe l’Europa a ripensare la propria identità politica in tempi brevi"

"La Festa dell’Europa di quest’anno si celebra all’interno di una crisi di dimensioni mondiali, dovuta a un nemico invisibile, ma devastante"

"La Festa dell’Europa di quest’anno si celebra all’interno di una crisi di dimensioni mondiali, dovuta a un nemico invisibile, ma devastante che sta costringendo l’Europa a ripensare la propria identità politica in tempi brevissimi e del tutto inusuali. La costruzione del futuro richiede a tutti lo sforzo di immaginare un’Europa che vada oltre la sua caratterizzazione intergovernativa, grazie all’avvio di una vera politica sovranazionale che sappia contrastare e smantellare le chimere nazionaliste, attraverso il recupero concreto dei valori politici, sociali, culturali. E' la riflessione di Maria Laura Moretti, Segretaria della Sezione "U.Hirschmann" del MFE (Movimento federalista europeo) di Cesena.

"La Dichiarazione Schuman, di cui ricorre il 70° anniversario, ha segnato l’avvio del processo di unificazione europea tra gli Stati che si erano combattuti ferocemente fino a pochi anni prima: quegli Stati scelsero liberamente di iniziare un percorso di unità, mettendo innanzitutto in comune una risorsa fondamentale per il loro sviluppo economico e per il loro futuro, e rendendo in questo modo “non solo impensabile, ma materialmente impossibile” la guerra sul continente europeo. Nacque così la CECA – la Comunità europea del carbone dell’acciaio – che è stata concepita come il “primo nucleo concreto di una Federazione europea indispensabile al mantenimento della pace”. Oggi, a settanta anni di distanza, l’Europa celebra questo anniversario minacciata da un nuovo pericolo, la cui drammaticità mette a rischio la sua coesione e il suo futuro. Quella scelta di unità si è dimostrata determinante per garantire in questi decenni la pace e la prosperità agli Europei". 

"Anche in questo momento le misure messe in campo dall’Unione europea, e in particolare il massiccio intervento della Banca centrale europea, sono l’unico argine che ci permette di raccogliere risorse per intervenire a sostegno dell’economia e tutelare i cittadini, ma la vera scelta per l’Europa, oggi, è quella di farsi davvero Comunità di destino, capace di agire nel mondo nuovo che si prospetta davanti a noi. L ’Unione europea non è ancora la Federazione indicata dai Padri fondatori come condizione necessaria per superare definitivamente il nazionalismo e le divisioni tra Stati nel nostro continente. Il fatto di poter avanzare solo sulla base di compromessi tra i 27 Paesi membri e sul coordinamento delle 27 politiche nazionali in tutti i settori cruciali della vita politica indebolisce gravemente il valore e la funzione dell’Unione europea. Se la realtà in cui viviamo (dalla globalizzazione, alla questione ambientale, al problema della sicurezza e della stessa pandemia), conferma la necessità per gli Europei di affrontare uniti queste sfide, è sempre più evidente e più grave la mancanza di un vero governo europeo, dotato di poteri propri effettivi e in grado di agire in modo efficace e tempestivo". 

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