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Moratoria per i mutui e fotovoltaico contro il 'caro bollette': le mosse dell'Emilia Romagna

Le iniziative sono state illustrate in Assemblea dall’assessore allo Sviluppo economico e Politiche per il sistema energetico Vincenzo Colla

Moratoria alle quote di ammortamento dei mutui, incentivi al fotovoltaico, bandi per il sostegno delle comunità energetiche e per la riqualificazione energetica degli edifici entro novembre. Sono alcuni degli step programmati dalla giunta per far fronte alla crisi energetica in atto. Le iniziative sono state illustrate in Assemblea dall’assessore allo Sviluppo economico e Politiche per il sistema energetico Vincenzo Colla.

“In tema di energia - ha spiegato Colla - è evidente l’esigenza di fornire risposte da parte dell’Europa. Perché siamo di fronte a una speculazione senza precedenti che ha messo in difficoltà l’economia reale e le famiglie. Solo l’Europa può mettere in campo soluzioni. Con le nostre forniture abbiamo la certezza di scavallare l’inverno e il governo, per arginare l’emergenza, ha attivato operazioni di credito d'imposta per attutire l’impatto dei rincari energetici”.

“Nella nostra Regione - ha aggiunto l’assessore - presto vedrà la luce il rigassificatore di Ravenna, un progetto di valenza internazionale. Più di 50 soggetti, oltre a quelli del Patto per il lavoro e per il clima, sono stati coinvolti nella valutazione di questo intervento, all’insegna della massima trasparenza. Le grandi competenze di Snam, che gestirà il progetto, si intrecciano con quelle del territorio di Ravenna, che metterà a disposizione le proprie eccellenze del settore. L’attivazione del rigassificatore prevede interventi di mitigazione ambientale come 90 ettari di piantumazione, oltre a tutte le garanzie dei soggetti che si occupano della tutela del mare ascoltando le valutazioni degli operatori impegnati nella filiera della pesca. Un fattore di garanzia sarà il continuo monitoraggio di tutta l’operazione”.

Gianni Bessi (Pd) ha affermato che “occorre trovare una soluzione. Dalle parole dell’assessore Colla emerge un’assunzione di responsabilità. Centrali sono i rigassificatori. Adesso occorre aumentare l’approvvigionamento di energia, di gas naturale, il cui prezzo è esploso a causa della guerra e delle speculazioni, fondamentale in campo termico e per la produzione. Ritengo positivi i richiami di Mattarella contro il conflitto in Ucraina”. Bisogna contrastare, ha continuato il consigliere dem, “l’aumento del prezzo e il calo dell’approvvigionamento nonché decidere come affrontare in futuro la crisi, rendendo efficienti le infrastrutture”. Putin “è riuscito a mettere la Ue in un angolo, creando divisioni. In questo quadro di crisi è necessario e strategico dotarsi di rigassificatori perché danno sicurezza di avere gas. Il gas naturale liquido (gnl) è una fonte globale che garantisce indipendenza: si tratta di un commercio di 500 miliardi di metri cubi l’anno”. Le due navi rigassificatrici “rendono l’Italia meno esposta su forniture e prezzi e le infrastrutture generano un effetto automatico, riducendo lo spread”. Secondo Bessi, ci sono poi i benefici sociali perché agire sui prezzi, vuole dire agire sull’inflazione, sul lavoro della manifattura, evitando la disoccupazione”. Infine, conclude il consigliere, “la Ue dovrebbe intervenire anche con strumenti di cooperazione rafforzata per sostenere l’emergenza ma anche con interventi strutturali, al di fuori dei vincoli europei di bilancio. E gli organismi come la Bei (Banca europea degli investimenti) devono essere parte integrante del processo”.

Le parole dell'assessore hanno fornito gli elementi per un dibattito fra i gruppi consigliari.

Stefano Bargi (Lega) ha rimarcato come “sia un fatto positivo che sia stato riconosciuto il tema geopolitico internazionale. E’ necessario prendere posizione, per l’interesse del nostro Paese. Ma da noi non è stato fatto. La Ue si è fatta trascinare, con le sanzioni, in stato di guerra”. Per il consigliere leghista, “quando si dice che non esistono risposte nazionali non è vero: Spagna, Portogallo e Germania hanno riscoperto il loro sovranismo per tutelare il sistema Paese. E frenano sul non fare debito, facendo valere il loro interesse nazionale. Se, poi, si dice “basta al gas via tubo” i prezzi schizzano in alto. Attenzione ai rigassificatori, perché va bene differenziare ma si deve stare attenti perché il gnl (insieme alle speculazioni della Borsa di Amsterdam) è sensibile al mercato spot e, con più richiesta, i prezzi salgono”. Infine, per Bargi “si pongono some soluzione mutui, aiuti tampone, sgravi fiscali e un debito che poi va restituito. Serve, invece, una visione di lungo periodo. Non capisco quale direzione ci sia sul nucleare. Se la crisi si prolunga si rischiano 3 inverni in difficoltà. Bisogna chiedere alla Nato - Usa e Norvegia si arricchiscono con le vendite di gas aumentate - che i profitti extra vengano girati ai Paesi che più soffrono. Qui ci sono interessi nazionali che prevalgono sulle coalizioni”.

Per la consigliera Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) “quella del rigassificatore è un’opera per la quale in ogni sede c’è l’impegno a portarla a termine. L’assessore Colla ha rimarcato la necessità dell’intervento perché il rigassificatore oggi è l’unica soluzione che abbiamo. Nel caso di Ravenna c’è un grande consenso anche da parte del territorio, sia per fermare l’aumento delle bollette sia per accompagnare la transizione ecologica. Non possiamo escludere in futuro l’estrazione di gas dall’Alto Adriatico. Intanto lo scopo primario è raggiungere nel più breve tempo possibile l’obiettivo condiviso”.

Netta la posizione di Valentina Castaldini (Forza Italia) che ha sottolineato: “Una regia che gestisca la crisi energetica è necessaria. Per questo è urgente che le deleghe della vice presidente Schlein, nell’imminente rimpasto di giunta, vengano al più preso assegnate. La crisi energetica ha responsabili a breve e lungo termine e con il rigassificatore di fronte al porto di Ravenna dobbiamo dire stop alle polemiche. Il compito della Regione è investire sulle rinnovabili ma dobbiamo raccontarci la verità: attualmente i tempi per poter installare il fotovoltaico sono in media di un anno, c’è carenza di materiali e personale e soprattutto mancano i bandi. Va poi fatta chiarezza sulle comunità energetiche”.

Dal canto suo Marco Mastacchi (Rete Civica) ha ribadito: “Il rigassificatore è un investimento necessario anche se alcuni punti vanno rivisti: nello specifico, il tema del circuito aperto. Già a pochi chilometri di Ravenna c’è un impianto che ha dato problemi. Il circuito aperto prevede di prelevare l’acqua del mare, scaldarla con sostanze chimiche e poi ributtarla in mare con conseguenti possibili ripercussioni sull’ambiente. La mia richiesta, attraverso una risoluzione, era quella di installare un circuito chiuso, che ha costi sostenibili, ma è stata bocciata. In altri paesi si usa già il ciclo chiuso. Chiedo se c’è la possibilità di accelerare sulla questione delle comunità energetiche”.

Ferma la posizione di Emiliano Occhi (Lega) che ha commentato: “Dobbiamo traguardare il 2022 ma le fonti di approvvigionamento non saranno disponibili subito. Molta attenzione quindi ai messaggi che veicoliamo. Questa è l’ultima possibilità che abbiamo di cambiare il nostro paradigma battendoci per l’indipendenza energetica. Facendo accordi con altri Paesi rischiamo di spostarci da un monopolio all’altro. In sede europea lo strumento che meglio si può adattare è il ‘sure’ perché il ‘price cap’ porterebbe a una distruzione della domanda dal punto di vista politico. Per questo i paesi europei non accetteranno. Dobbiamo guardare anche ad altre fonti come il nucleare”.

Per Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia): “L’aumento dei prezzi è dovuto alle speculazioni. Fratelli d’Italia aveva proposto già tempo fa il disaccoppiamento dei prezzi dell’energia ma non ci è stata data risposta. Purtroppo, la crisi sta mordendo e su questo la responsabilità è del Pd, da anni al governo in questo paese senza dare l’impressione di capire cosa stesse accadendo. Vale la pena fare valutazioni operative. Nulla, se non qualche slogan, si è fatto sulle comunità energetiche per l’applicazione della legge regionale. Riguardo al rigassificatore rimane l’incertezza su come entrerà materialmente in azione. Per questo vorremmo risposte concrete sull’uso di gas in Adriatico. Dobbiamo stoppare il caro energia con risposte serie e credibili”.

Dai banchi della maggioranza Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) ha aggiunto: "Il conflitto in Ucraina e la conseguente crisi energetica sta determinando forti preoccupazioni delle comunità. Sono ormai quotidiane le segnalazioni di crisi delle imprese schiacciate dai prezzi dell'energia. A livello regionale l'attivazione di un tavolo per gestire le crisi aziendali è fondamentale per cercare interventi non rinviabili per la tenuta sociale. La conciliazione con la sostenibilità è possibile e stanno in questa logica interventi come il rigassificatore, il parco eolico e fotovoltaico. Se vi saranno le condizioni per proseguire sulla strada tracciata, la crisi in atto può essere lo stimolo per la conversione energetica che non è più rinviabile".

Chiara la posizione di Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) che ha sottolineato come "l'aumento del costo del gas è frutto della speculazione, dobbiamo dirci la verità su questo. Servono risposte chiare e le comunità energetiche che abbiamo approvato in Regione vanno in questo senso. Spiace che da Roma manchino ancora i decreti attuativi per le comunità energetiche, spero che la Regione proceda a sbloccare la cosa anche in assenza di queste norme statali".

Fortemente incentrato sul tema sociale l'intervento di Igor Taruffi (ER Coraggiosa) per il quale "il caro energia riguarda sia il sistema delle imprese, sia le famiglie e a soffrire di più sono le famiglie e i lavoratori a basso reddito: questo dimostra che non siamo tutti uguali e che non siamo usciti tutti uguali dalla pandemia. Quindi occorre cominciare a dare risposte a chi ha più problemi. Il governo deve riconoscere alle Regioni i fondi spesi per il Coronavirus".

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