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Cronaca

"Mettere in sicurezza e riaprire la E45": Cgil, Cisl e Uil in presidio a Sansepolcro

Un centinaio di persone si è ritrovato nei pressi dello svincolo di Sansepolcro per lanciare l'ennesimo appello al Governo

Cgil, Cisl e Uil delle province di Perugia, Arezzo e Cesena si sono ritrovati nei pressi dello svincolo di Sansepolcro, in provincia di Arezzo, per protestare contro la mancata riapertura della E45 al traffico pesante e lanciare un ennesimo appello al governo. Al presidio, che ha visto in campo un centinaio di persone, hanno partecipato anche numerosi lavoratori delle aziende dei territori coinvolti, fortemente preoccupati per le conseguenze che la chiusura dell’arteria sta avendo sull'economia locale.

"Il ministro Toninelli aveva assicurato la piena riattivazione di questa arteria fondamentale al massimo per metà marzo – sottolinea Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil Perugia –. Invece, è arrivato aprile e siamo costretti a tornare a manifestare per chiedere lo sblocco di questa situazione, che sta producendo danni enormi per l’economia dei nostri territori”. Intanto è arrivata la notizia del 'no' del Governo alla richiesta di riconoscere lo stato di emergenza nazionale.

I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Cesena Silla Bucci, Francesco Marinelli e Marcello Borghetti, giudicano "gravissima e senza" senso la decisione della presidenza del Consiglio dei Ministri di non riconoscere lo stato di emergenza nazionale, utilizzando i previsti strumenti e contributi di sostegno alle gravi difficoltà del territorio e dei cittadini. "Una decisione che tradisce gli abitanti delle zone gravemente colpite da questa situazione i quali hanno confidato nelle promesse del Ministro delle Infrastrutture Toninelli, rispetto al suo annuncio di riapertura della E45 che tutt’ora non si è realizzata - tuonano i sindacati -. Proprio questa impossibilità, tanto più per il  rispetto dovuto all’attività della Procura di Arezzo, avrebbe dovuto consigliare i ministri Toninelli e Di Maio ad adoperarsi per il riconoscimento dello stato di emergenza che solo una miope valutazione superficiale, o peggio prevenuta, tarda a comprendere".

"Dunque il Governo ha deciso di non riconoscere sostegni alle imprese, in quanto agli ammortizzatori sociali da settimane  promessi per un importo di 10 milioni di euro, al momento sono ancora nelle intenzioni da “ verificare” - proseguono i sindacalisti -. Infatti era stato previsto dai funzionari del Ministero del Lavoro l’inserimento in un emendamento del “decretone”: cosa non avvenuta. Poi è stato detto che saranno inseriti nel decreto crescita, cosa da vedere. Non vorremmo dovere prendere atto di una beffa su tutto il fronte, che segnerebbe in maniera inequivocabile lo scollamento fra politica di Governo e territorio.  Un territorio che non merita questa umiliazione e che probabilmente è ostaggio di schermaglie elettorali che nulla c’entrano con i problemi dei cittadini. Avevamo dato credito al Governo annullando una precedente manifestazione, ma oggi, rispetto a questo grave disconoscimento di problemi che colpiscono in modo grave il tessuto produttivo, le imprese i lavoratori e i cittadini, faremo valere le ragioni della nostra collettività con ogni mezzo democratico di protesta".

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