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Cronaca

L'estate 2014, giugno e luglio freschi e piovosi? I dati meteo smentiscono

Se da un lato è vero che la sensazione generale è che fino ad oggi ci abbia accompagnato un'estate fresca, molto piovosa e poco soleggiata, dall'altro è altrettanto vero che i dati meteorologici non ci dicono esattamente questo

Giornate plumbee e piovose. Termometri in picchiata. Prima dell'esplosione dell'estate prevista per questo weekend, la prima fase della bella stagione è trascorsa all'insegna dell'instabilità atmosferica. Se da un lato è vero che la sensazione generale è che fino ad oggi ci abbia accompagnato un’estate fresca, molto piovosa e poco soleggiata, dall’altro è altrettanto vero che i dati meteorologici non ci dicono esattamente questo.

E' quanto chiarisce Pierluigi Randi, meteorologo-climatologo di MeteoCenter.it/Meteoromagna.com: "Il mese di giugno - esordisce - è stato in Romagna più caldo rispetto alla media climatologica di circa 1.0°C (rispetto al trentennio 1971-2000), anomalia positiva non trascurabile, mentre solo la prima decade di luglio ha mostrato un decorso termico effettivamente sotto norma (-0.9/-1.0°C sempre nei confronti del trentennio 1971-2000), quindi considerando le anomalie su base stagionale l’estate 2014 risulta ad ora ancora un pò più calda rispetto ai riferimenti climatologici.

"Le giornate instabili e temporalesche sono state alquanto numerose, vale a dire tra 11 e 13 nelle aree pianeggianti e costiere, ma la piovosità è stata alquanto difforme, caratteristica tipica delle precipitazioni temporalesche - aggiunge il meteorologo -. In alcune aree le precipitazioni sono risultate indubbiamente elevate, come nel cesenate; in altre sono ancora adesso inferiori alla norma stagionale (diverse aree del lughese ad esempio. In pratica un prima metà di estate piuttosto piovosa ma solo in alcune zone, ed a livello medio regionale i valori pluviometrici risultano sì un poco superiori, ma senza sconfinare nell’anomalia, e ricordando che estati molto più piovose si ebbero nel 2002 e 1995 considerando i tempi recenti".

IL 'FREDDO' DI LUGLIO - "Anche i “picchi di freddo” che si sono toccati nella prima metà di luglio sono stati tutto sommato modesti - aggiunge Randi -. Le massime più basse, il 10 luglio, hanno infatti superato i 20°C, seppur di poco, mentre per fare soltanto due esempi il 16 luglio del 1970 non si andò sopra i 17°C e il 2 e 3 luglio del 1979 si sfiorarono appena i 18°C. Pertanto solo la sensazione di un'estate con un po' troppe giornate nuvolose ed instabili corrisponde alla realtà dei dati, ma non è, ad ora, nè più fredda nè tantomeno anormalmente piovosa, eccetto alcuni comparti del cesenate e forlivese".

"ABITUATI AL CALDO ECCESSIVO" - "La percezione ingannevole di una estate 2014 fredda e piovosa - continua il meteorologo - deriva dall’abitudine che oramai abbiamo fatto in tempi recenti ad estati davvero roventi, con temperature molto più alte della norma: dal 2000 a oggi sono state addirittura sette le estati che hanno visto anomalie termiche davvero rilevanti (nell’ultimo ventennio la temperatura media estiva è aumentata di quasi 2°C specie nei valori massimi), un calo della piovosità media di oltre il 25% ed onde di calore molto intense e di durata eccedente i 15 giorni. Insomma è molto meno anomala l’estate 2014 rispetto a quelle del 2003-2007-2008-2009-2011-2012-2013, con le stagioni 2003 e 2012 che rappresentano eventi completamente fuori scala".

TEMPORALI - Anche le sensazioni di un aumento dei temporali non trovano il conforto dei dati. "L’attività temporalesca estiva - illustra Randi - è in diminuzione, mentre è in aumento nelle stagioni intermedie ed anche nel periodo invernale; ma se ci limitiamo al periodo estivo i fenomeni temporaleschi sono in netto calo; ciò deriva in parte del fatto che negli ultimi 15-20 anni le alte pressioni dinamiche di origine continentale (nord-africa) sono state le assolute protagoniste, apportando lunghi periodi di stabilità, aria molto secca (specie qualora associate a venti da SW nei bassi strati) e respingendo troppo a nord, ben oltre l’arco alpino, le infiltrazioni di aria fresca atlantica che sono di norma inclini ad innescare diffusa attività temporalesca al nord in estate".

"Invece corrisponde al vero che i temporali, sebbene in diminuzione a livello di frequenza, quando si manifestano sono mediamente più intensi, ma anche qui occorre un distinguo - spiega l'esperto meteo -. Grandinate anche rovinose, forti colpi di vento con a volte trombe d’aria non erano affatto rari anche in passato, anzi i dati e le cronache ne sono ricchi, quindi su questo aspetto non ci sono grosse novità. La caratteristica che sta mutando è invece quella legata all’intensità di precipitazione: un temporale oggi produce grandine e raffiche di vento più o meno come faceva una volta, ma è in grado di far piovere più intensamente in lassi di tempo assai ridotti, questa è la vera novità.

"Una delle probabili cause - illustra Randi - risiede nel fatto che una bassa troposfera più calda, come è inequivocabilmente divenuta oggi, può contenere più vapore acqueo che a sua volta può trasformarsi in maggiori valori di acqua precipitabile. Insomma la nostra nube temporalesca ha oggi un serbatoio potenziale di acqua più capiente, a parità di volume, rispetto al passato, e quindi può scaricare in breve tempo enormi quantità di pioggia; talvolta accadeva anche in passato, ma con frequenza decisamente minore, specie in merito alle massime precipitazioni avvenute in un’ora o in tre ore".

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