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Cronaca

Meteo, primo freddo per il "non inverno". L'esperto: "Attesa la neve a quote basse"

Nella nottata di venerdì non si esclude che i fiocchi possano spingersi fin verso la pianura pedecollinare di imolese, faentino e forlivese, ma senza accumuli al suolo di rilievo

Ad una cinquantina di giorni dall'inizio dell'inverno è in arrivo la prima irruzione di aria fredda della stagione. Tra giovedì e venerdì innescherà la formazione di un minimo depressionario sul Mediterraneo, che determinerà un peggioramento delle condizioni atmosferiche. Il guasto sarà accompagnato, oltre da un abbassamento delle temperature, anche dal ritorno della neve: i rilievi metteranno per la prima volta l’abito bianco a quote discretamente basse, anche se in netto ritardo rispetto ai tempi dettati dalla climatologia.

Nella nottata di venerdì non si esclude che i fiocchi possano spingersi fin verso la pianura pedecollinare di imolese, faentino e forlivese, ma senza accumuli al suolo di rilievo. Qualora le precipitazioni risulteranno deboli o di breve durata, l’eventualità appare alquanto remota. Importanti in tale ottica saranno gli aggiornamenti della giornata di mercoledì.

Pierluigi Randi, meteorologo-previsore di MeteoCenter.it/Meteoromagna.com, dopo una fase autunnale con tanta pioggia (soprattutto in Emilia) l'inverno sta per ingranare la marcia?
La prima fase dell’inverno 2013-2014 ha visto il persistere di temperature molto miti, specie nelle prime due decadi di gennaio con anomalie di temperatura media anche di 5°C rispetto ai valori climatologici del periodo. Le precipitazioni sono risultate scarse o molto scarse per la netta prevalenza di correnti meridionali alle quali l’Appennino ha offerto protezione nei confronti della nostra regione. Per lo stesso motivo però sono stati notevoli gli accumuli di pioggia sul crinale, specie quello emiliano, fattore che poi ha determinato l’ingrossamento dei fiumi unitamente al fatto che, a causa delle temperature estremamente miti, non ci sono state precipitazioni nevose neppure alle quote più elevate. In sostanza una prima metà di inverno estremamente mite (ancora più del 2006-2007) e poco piovoso ad eccezione del crinale appenninico.

Tuttavia la modalità di circolazione che fino ad oggi e che per ancora un paio di giorni ha coinvolto e coinvolgerà buona parte del comparto mediterraneo, sta per cambiare: infatti in oceano Atlantico è attesa la rimonta di un campo di alte pressioni a tutte le quote che tenderà ad invadere latitudini più settentrionali. Ciò determinerà un diverso orientamento delle correnti atlantiche, le quali anzichè provenire dalla medie latitudini, tenderanno ad affluire dai settori più settentrionali, assumendo una traiettoria da nord-ovest a sud-est. In tale contesto tra giovedì e venerdì prossimo è atteso l’arrivo di nucleo di aria fredda in quota proveniente dall’Islanda che, attraverso isole britanniche e Francia, si getterà sul Mediterraneo, causando l’innesco di un minimo depressionario e determinando un nuovo peggioramento del tempo con ingresso di aria più fredda. Non si tratta di una massa d’aria particolarmente gelida poichè ha origini marittime, ma ciò basterà a riportare il quadro termico su valori più consoni al periodo, specie dalla giornata di venerdì. Sicuramente non arriva il grande freddo, ma quantomeno si avrà la prima incursione di una massa d’aria tipicamente invernale di questa stagione.

I nostri rilievi sono ormai orfani della neve. Nei prossimi giorni potranno rivestirsi di bianco?
Nel corso del peggioramento atteso tra giovedì e venerdì in una prima fase le precipitazioni nevose interesseranno solo i rilievi appenninici a quote superiori ai 1000 metri; tuttavia nel corso della giornata di venerdì, quando transiterà il settore più freddo della depressione associato a correnti settentrionali, la quota neve tenderà a scendere, tanto che probabilmente in serata i fiocchi potranno raggiungere quote intorno 300-400 metri. Probabilmente, se l’evoluzione prevista dai modelli fisico-matematici verrà rispettata, i nostri rilievi metteranno per la prima volta l’abito bianco a quote discretamente basse, anche se in netto ritardo rispetto ai tempi dettati dalla climatologia.

C'è il rischio che i fiocchi si possano spingere a quote più basse?
Molto dipenderà dall’intensità delle precipitazioni e dalla loro durata. Occorre precisare che si proviene da un periodo molto mite con totale assenza di aria fredda nei bassi strati, e che l’aria prevista in arrivo sarà fredda soprattutto in quota e meno al suolo, caratteristica tipica delle masse d’aria a componente marittima. La stessa tipologia di massa d’aria è però in genere alquanto instabile e potrebbe innescare precipitazioni di una certa intensità. In caso di precipitazioni moderate o forti con avvezione fredda in atto, una parte dei fiocchi di neve o delle gocce di pioggia precipitando sublimano/evaporano nell’aria sottostante la base delle nubi, raffreddando così l’aria nei bassi strati; se il fenomeno persiste si può avere un rapido calo del livello dello zero termico e la neve può raggiungere quote assai basse, ben oltre quelle stimabili in base alla sola avvezione di aria fredda. In tal senso non si può escludere che nella serata/nottata di venerdì fiocchi possano spingersi fin verso la pianura pedecollinare di imolese, faentino e forlivese, ma senza accumuli al suolo di rilievo. Se invece le precipitazioni risulteranno deboli o di breve durata l’eventualità appare alquanto remota. Importanti in tale ottica saranno gli aggiornamenti della giornata di mercoledì.

Infine uno sguardo per i "giorni della merla" e l'inizio di febbraio. Proiezioni per "freddofili" o il rischio di ondate di freddo è scongiurato?
In prospettiva fine mese inizio-febbraio dovrebbe proseguire una modalità di circolazione incline a far affluire aria moderatamente fredda dal nord Atlantico o dal nord Europa verso la nostra penisola, con tempo sicuramente di stampo più invernale rispetto alla specie di autunno avuto fino ad ora. Non si intravedono per ora ondate di freddo severe, ma semplicemente una fase (fino al 4/5 febbraio) con quadro termico nella norma del periodo o su valori di poco inferiori (quindi un normalissimo freddo invernale), e con precipitazioni ancora abbastanza frequenti almeno fino a fine mese. Questo potrebbe voler significare nuove nevicate sui nostri bisognosi rilievi anche a quote basse. Per quanto concerne le pianure. la previsione della neve è assai complessa (a meno che non si abbiano grandi ondate di freddo). Per cui in senso deterministico essa non può essere formulata oltre un limite di 48-60 ore, per cui occorrerà verificarla di episodio in episodio.

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