rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Mercato Saraceno

La Pieve di Montesorbo torna al suo splendore originario

La pieve di Montesorbo, in Comune di Mercato Saraceno è una chiesa il cui nucleo originario risale, probabilmente, al VI secolo dc

Terminati i lavori di ristrutturazione della pieve di Montesorbo, in Comune di Mercato Saraceno. Si tratta di una chiesa il cui nucleo originario risale, probabilmente, al VI secolo dopo Cristo. La riapertura ufficiale avverrà sabato 12 maggio con la messa celebrata dal vescovo Douglas Regattieri. L’inaugurazione e la riapertura della pieve di Monte Sorbo rappresentano un evento per tutta la Romagna. E per dare la giusta dimensione alla storia e alla cultura che l’antica chiesa porta in eredità, è stato invitato Vasco Errani, presidente della Regione Emilia Romagna.

L’inizio dell’inaugurazione è previsto, presso la pieve, alle 17 di sabato 12 maggio. A fare gli "onori di casa" il vescovo Douglas Regattieri e Marino Mengozzi, direttore dell’ufficio Arte Sacra e Beni culturali della Diocesi e curatore del volume che ne descrive la storia e i restauri.
I visitatori saranno accolti da un momento musicale a cura del Conservatorio "Bruno Maderna" di Cesena. Saranno presenti Massimo Bulbi, presidente della Provincia, il prefetto Angelo Trovato, Bruno Piraccini presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, Oscar Graziani sindaco di Mercato Saraceno, Malio Bartolini sindaco di Sarsina, Lorenzo Spignoli presidente della Comunità Montana.

Dopo la presentazione del libro "Monte Sorbo. La Pieve singolare" a cura di Marino Mengozzi, alle 18 il vescovo Regattieri celebrerà la messa.
Domenica 13 maggio sono state organizzate visite guidate secondo i seguenti orari: 9.30-12.30; 15.30-18.30.

Pieve di Monte Sorbo (Foto Riciputi)

Cenni storici
Quando sorge Monte Sorbo? Fino a ieri i documenti, più volte interrogati, fornivano risposte deludenti: la prima notizia sulla pieve di Monte Sorbo era datata 1223. Oggi, grazie al cantiere di restauro e alle sorprendenti novità frutto dell’acuta lettura delle carte operata da Maurizio Abati, si è in grado di diradare significativamente le tenebre che hanno avvolto la storia multisecolare di questo edificio plebano: con il risultato che i nuovi dati arretrano di qualche secolo le prime informazioni certe su Monte Sorbo e ne mutano addirittura il nome in Santa Maria Maggiore, il titolo con il quale fino a oggi veniva erroneamente identificata la pieve urbana di Sarsina.

È in una pergamena ravennate del 948 la menzione più antica, mentre la successiva si trova addirittura nella pergamena più preziosa dell’Archivio diocesano di Cesena, datata 1042 e nota in quanto istitutiva della vita comune del clero addetto alla cattedrale di San Giovanni Battista; quindi il riferimento alla «plebs Sante Marie Maioris» ritorna più volte, specie in un documento del 1163. Va inoltre rilevato che il territorio afferente a Santa Maria Maggiore prima, Santa Maria Annunziata in Monte Sorbo poi, è strettamente connesso con Bobbio (il secondo nome medievale di Sarsina) e l’omonima contea, con Ciola e la sua strategica rocca: luoghi fondamentali nell’economia delle antiche vicende diocesane sarsinati, come prova una pergamena ravennate dell’867.

Secondo il prof. Marino Mengozzi è lecito spingersi oltre e osare una lettura di Monte Sorbo così configurabile. Un primo edificio paleocristiano sorge intorno al VI-VII secolo, per volontà del vescovo sarsinate: o per ragioni di sicurezza (la civitas in decadenza e rovina, mal difendibile, esposta a intrusioni), o per ragioni devozionali (è davvero qui la memoria storica di san Vicinio?); in questa fase le colonne e i capitelli vengono trasportati da Sarsina, probabilmente prelevati dai resti di quello che doveva essere il tempio maggiore del municipium (il cosiddetto santuario delle divinità orientali o il tempio votivo di Cesio Sabino?). In una seconda fase, intorno all’VIII-IX secolo, viene arricchito l’arredo liturgico con il ciborio (i cui frammenti sono ora esposti sulla parete sinistra della pieve), forse completato da recinzione con lastre (ne restano molti frammenti). Al X secolo potrebbe risalire il cantiere voluto dal vescovo Florentius.

A cavaliere dei secoli XII-XIII si perviene all’intervento romanico. Nel 1442 viene edificato l’attuale ciborio (la scoperta dell’epigrafe dipinta non ammette dubbi) riutilizzando le colonnette del precedente (rovinato per vetustà o magari per terremoto). Seguiranno, fra Sei e Ottocento, ulteriori interventi, con ricadute tanto sull’esterno quanto sull’interno.

Osservando le “reliquie” di Monte Sorbo, cioè i numerosi reperti custoditi nella pieve, si constata che risalgono a un ampio spettro cronologico e non possono essere giunti a Monte Sorbo in un unico tempo: dovevano però trovarsi in situ per poter essere riutilizzati e reimpiegati.
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La Pieve di Montesorbo torna al suo splendore originario

CesenaToday è in caricamento