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Cronaca

Il sindaco Baccini in Sudafrica alla corsa in bici più massacrante del mondo

E' considerata la corsa di mountain bike più massacrante al mondo, la Cape Epic che si disputa in Sudafrica. Tra gli italiani presenti in questa edizione 2016 c'è anche il sindaco Marco Baccini

E' considerata la corsa di mountain bike più massacrante al mondo, la Cape Epic che si disputa in Sudafrica. Tra gli italiani presenti in questa edizione 2016 c'è anche il sindaco di Bagno di Romagna Marco Baccini. Si tratta di una competizione da 654 km, suddivisa in otto tappe, 110 km sono impervi sterrati sulle montagne desertiche del paese africano, in totale i dislivelli ammontano a 15mila metri. Le tappe più impegnative richiedono fino a dieci ore consecutive sui pedali.

Il primo cittadino del comune termale della valle del Savio da domenica si trova nella corsa. E consegna le sue testimonianze su Facebook, con tanto di foto. Tantissimi i suoi concittadini che, sempre su Facebook, lo invitano a tenere duro, a farsi forza, nonostante le sofferenze imposte dalla gara si facciano sentire.

Il sindaco Baccini alla Cape Epic (Foto da fb)

Scrive Baccini dopo la prima tappa: “Ho capito perché è considerata la gara più dura al mondo. Oggi siamo partiti bene e fino al km 70 eravamo nei primi 50. Poi mi è preso un colpo di sole e crampi alla gamba destra ad ogni pedalata fino all'arrivo. Ho pianto più volte. Non so come ho fatto ad arrivare alla fine. Penso di avere trovato la forza pensando che oggi è il compleanno di mia mamma. Devo ringraziare il mio compagno Aldo Zanardi che mi è stato vicino. Non ho mai sentito bruciare così tanto i piedi dentro alle scarpe. Il fuoco invece che alle polveri mi è preso a me”.

Quindi il resoconto della tappa di martedì: “La Cape Epic è la più dura perché riserva incognite nuove ogni giorno. Oggi sono partito solo perché i medici hanno vietato di partire al mio compagno Aldo Zanardi al quale è salita la febbre nella notte e così è capitato a tanti altri. Ora corro per cercare di conquistare la maglia di Official Finisher. Sono partito in controllo per capire come ero messo. Così fino al km 40. Poi secche in progressione fino alla fine. Ho ripreso anche quelli partiti nella griglia davanti alla mia. L'ultima discesa a prova di nervi: 13 km di sassaia con passaggi tecnici. Sempre di traverso come la Ducati. Comunque è veramente dura. Gran parte della gara si pedala senza vedere dove si mettono le ruote a causa della polvere. Ogni giorno mille incognite che la rendono durissima, di fisico e di concentrazione. Nemmeno un metro per rilassarsi, tanto da non riuscire nemmeno a mettere le mani nella tasche per prendere gli integratori. E nemmeno ci si può fermare: con il vento che tira, se si perde il gruppo non c'è modo di recuperare. Soprattutto oggi, quando era l'Italia a tirare il gruppo in quei falsi piani. Calma e sangue freddo. Mancano ancora 5 tappe e domani altri 103 km. Scende la notte al campo base e andiamo a dormire aspettando cosa ci riserverà la giornata di domani”.

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