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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Cesena inizia il nuovo anno con la tradizionale Marcia della pace

“La non violenza: stile di una politica per la pace” è il titolo proposto dal messaggio di papa Francesco

Il primo gennaio si celebra anche in Diocesi di Cesena-Sarsina la Giornata mondiale della pace giunta quest’anno alla 50esima edizione. “La non violenza: stile di una politica per la pace” è il titolo proposto dal messaggio di papa Francesco. Il ritrovo è previsto domenica alle 15 sul piazzale antistante la chiesa di San Domenico. La Marcia si avvierà alle 15,15 lungo viale Mazzoni, via P. Battistini, via Fratelli Rosselli, via Cesare Battisti, corso Mazzini, piazza Giovanni Paolo II, per giungere fino alla Cattedrale. A seguire, verranno presentate alcune testimonianze.

IL MESSAGGIO DEL PAPA - Nel messaggio che papa Francesco ha scritto per la 50 esima Giornata della pace, si legge, tra l’altro: “La costruzione della pace mediante la nonviolenza attiva è elemento necessario e coerente con i continui sforzi della Chiesa per limitare l’uso della forza attraverso le norme morali, mediante la sua partecipazione ai lavori delle istituzioni internazionali e grazie al contributo competente di tanti cristiani all’elaborazione della legislazione a tutti i livelli. Gesù stesso ci offre un “manuale” di questa strategia di costruzione della pace nel cosiddetto Discorso della montagna. Le otto Beatitudini (cfr Mt 5,3-10) tracciano il profilo della persona che possiamo definire beata, buona e autentica. Beati i miti – dice Gesù – i misericordiosi, gli operatori di pace, i puri di cuore, coloro che hanno fame e sete di giustizia”.

“Questo è anche un programma – aggiunge il Pontefice - e una sfida per i leader politici e religiosi, per i responsabili delle istituzioni internazionali e i dirigenti delle imprese e dei media di tutto il mondo: applicare le Beatitudini nel modo in cui esercitano le proprie responsabilità. Una sfida a costruire la società, la comunità o l’impresa di cui sono responsabili con lo stile degli operatori di pace; a dare prova di misericordia rifiutando di scartare le persone, danneggiare l’ambiente e voler vincere ad ogni costo. Questo richiede la disponibilità «di sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento di un nuovo processo». Operare in questo modo significa scegliere la solidarietà come stile per fare la storia e costruire l’amicizia sociale. La nonviolenza attiva è un modo per mostrare che davvero l’unità è più potente e più feconda del conflitto. Tutto nel mondo è intimamente connesso”.

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