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Cronaca

Lo studio: senza vaccino si rischia 15 volte di più la terapia intensiva. I più colpiti dal virus gli under 40 non vaccinati

Per chi non ha ricevuto nemmeno una dose il quintuplo delle possibilità di infettarsi, il rischio di ricovero è otto volte superiore

Il quintuplo delle possibilità di contagiarsi, otto volte in più di essere ricoverati e un rischio 15,6 volte superiore di essere trasferiti in terapia intensiva.

A sottolineare, dati alla mano, le differenze tra non vaccinati e vaccinati contro il Coronavirus è l’ultimo Report dell’Agenzia sanitaria e sociale della Regione, che ha analizzato l’incidenza del Covid-19 e delle sue conseguenze in Emilia-Romagna nel periodo dal 26 agosto al 22 settembre.

La conferma che i vaccini funzionano arriva dal monitoraggio voluto dalla Regione per verificare nel tempo l’impatto della campagna vaccinale sulla popolazione emiliano-romagnola, anche in termini di durata della copertura e rispetto alla variante Delta, ormai prevalente: nella platea considerata dall’analisi, quindi i vaccinati al 30 giugno scorso, l’efficacia media dopo il completamento del ciclo vaccinale è superiore all’82% nel prevenire le infezioni, oltre il 91,4% nell’evitare i ricoveri, ordinari o in terapia intensiva, e pari al 93,5% per quanto riguarda i decessi.

E mentre in regione sono già cominciate le somministrazioni delle terze dosi per le categorie particolarmente vulnerabili indicate dal ministero, con oltre 3.300 somministrazioni negli ultimi nove giorni, i cicli di immunizzazione dimostrano la loro tenuta: con una media di 7 mesi trascorsi dopo la vaccinazione, l’efficacia si mantiene superiore all’80% nei confronti delle infezioni e al 91% per i ricoveri.

E una ulteriore conferma arriva dalle prime due categorie ad aver completato il percorso vaccinale: sia per gli operatori sanitari che per gli anziani ospiti nelle strutture residenziali, l’efficacia media nei confronti della trasmissione si mantiene molto alta, intorno al 90%, con una leggera riduzione nelle ultime settimane nelle quali scende all’85%. 

L’analisi dell’incidenza

Tra fine luglio e fine settembre l’incidenza di infezioni e ricoveri si conferma molto più elevata nei non vaccinati che nei vaccinati: in particolare per quanto riguarda i ricoveri in ospedale o in terapia intensiva, tra i vaccinati con ciclo completo si registra una tendenza ulteriore alla riduzione nelle ultime settimane; al contrario, per i non vaccinati l’incidenza, che è più elevata, si mantiene costante nel tempo.

Per quanto riguarda le fasce di età, nel mese di settembre le infezioni riguardano principalmente gli under40 non vaccinati, mentre nei ricoveri sono coinvolti soprattutto i 60-79enni non vaccinati; a livello di territori, infine, i risultati sono sovrapponibili e non figurano differenze significative tra i dati delle diverse aziende sanitarie.

I decessi

Nelle 4 settimane prese in esame dal Report sono stati rilevati 85 decessi, 69 dei quali nella popolazione over 80. I restanti 16 si sono verificati nelle fasce di età 60-79 anni (14 decessi) e nella classe 40-59 anni (2 decessi): in queste due classi l’incidenza di decesso è 4,4 volte superiore nei non vaccinati rispetto ai vaccinati.

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