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Cronaca

Licenziamento di Francesca Amadori, nel primo round in tribunale sfuma subito la conciliazione proposta dal giudice

Nell'udienza di martedì mattina il giudice ha tentato subito una conciliazione tra le parti per chiudere la vicenda in via extra-giudiziale, ma ha trovato il rifiuto dell'azienda cesenate

Nessuna conciliazione, anzi le parti processuali 'affilano le armi'. Martedì 13 dicembre era una data molto attesa in tribunale a Forlì. E' partita sul piano giudiziario una vicenda che ha avuto e continua ad avere un grosso risalto mediatico, quella del licenziamento risalente allo scorso gennaio di Francesca Amadori dall'azienda di famiglia.

Primo round in una udienza durata quasi due ore nella sezione Lavoro del tribunale di Forlì davanti al giudice Luca Mascini. Francesca Amadori ha visto l'intervento "ad adiuvandum" della consigliera di parità regionale dell'Emilia Romagna Sonia Alvisi, che avrebbe ravvisato in questa spinosa vicenda la presunta violazione dei principi di pari trattamento tra dipendenti all'interno dell'azienda. La vicenda del licenziamento scoppiò poco prima del 90° compleanno del decano Francesco Amadori. 

Una causa intentata dalla stessa Francesca Amadori che ha impugnato il licenziamento, ricondotto lo scorso gennaio dal gruppo cesenate ad "assenze ingiustificate dal posto di lavoro". Francesca è nipote del fondatore del noto gruppo alimentare, e ricopriva il ruolo di responsabile della comunicazione, oltre a quello ricoperto nell'ambito di "Romagna Iniziative", il consorzio che promuove eventi e attività no-profit a Cesena. La richiesta è il reintegro con un inquadramento dirigenziale.

 "Sono state ignorate questioni gravi" disse subito la stessa Francesca Amadori, quando si diffuse la notizia del licenziamento 'eccellente'. Questioni evidentemente da ricondurre al perimetro del presunto mancato rispetto della parità di genere all'interno del colosso avicolo cesenate, in particolare per quanto riguarda il ruolo delle donne nelle posizioni più apicali, oltre alla vicenda specifica di Francesca Amadori. Accuse sempre respinte al mittente dall'azienda fondata da Francesco Amadori, che ha a più riprese affermato "di agire ed aver sempre agito nel rispetto di leggi, codici etici e regolamenti a tutela dell’azienda e la sua comunità". Sarà il tribunale a dirimere la questione sulla reale causa del licenziamento che fece parecchio scalpore. Solo un mese fa si sono separate le strade dell'azienda con l'amministratore delegato Francesco Berti, che non aveva esitato a difendere il gruppo che vanta un fatturato nel 2021 di 1.362 milioni di euro.

Nell'udienza di martedì mattina il giudice ha tentato subito una conciliazione tra le parti per chiudere la vicenda in via extra-giudiziale, ma ha trovato il rifiuto dell'azienda cesenate. In udienza sono state ascoltate le parti che hanno presentato nuovi documenti a sostegno delle proprie richieste in questa causa del lavoro che entra nel vivo dello scontro giudiziario dopo aver fatto molto rumore fuori dal tribunale. Il giudice si è riservato di esaminare attentamente i nuovi documenti per poi fissare la data della prossima udienza.

"Vi inviterei, ad ogni modo, a non definirla assenteista - le parole dell'avvocato Domenico Tambasco, che ha voluto fare alcune precisazioni -  Francesca Amadori è invece una donna coraggiosa, che nonostante tutto continua a mantenere un profondo rispetto per l’azienda fondata dal nonno. Francesca ha avuto il coraggio e si è assunta la responsabilità di sollevare temi spinosi nell’azienda di famiglia, per la quale ha lavorato con dedizione per 18 anni, questioni individuali e collettive; e proprio a fronte di questa denuncia, c’è stata la reazione disciplinare della società. Questo è il perimetro della causa, valutare la fondatezza delle questioni sollevate e la legittimità (o meno) della reazione disciplinare, chi parla di assenteismo mistifica la realtà dei fatti.Questa battaglia non ha un prezzo ma un valore, rappresentato dai temi profondamente etici che ha sollevato la mia assistita”.

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