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Cronaca

Le passioni degli assessori, Chicca Labruzzo e i suoi "pepiti": "I gatti per aprire mondi emotivi"

Sono una compagnia discreta ma simpatica, sanno fare le coccole ma anche essere molto autonomi. E non è vero che siano meno fedeli dei cani. I gatti sono amici importanti e Carmelina Chicca Labruzzo ne sa qualcosa

Sono una compagnia discreta ma simpatica, sanno fare le coccole ma anche essere molto autonomi. E non è vero che siano meno fedeli dei cani. I gatti sono amici importanti e Carmelina Chicca Labruzzo ne sa qualcosa. L'assessore ai Servizi per le persone e le famiglie del Comune di Cesena nel suo appartamento ne ha tre: Dobby, Gingy e Minù e sulle loro vicissitudini casalinghe ha scritto anche un libro con sette storie dal titolo "Benvenuti a PepitiHouse" illustrato da Raffaella Zavalloni. "E' un amore iniziato da quando ero piccola - spiega l'assessore - Mi ricordo che abbiamo dovuto darli via perché sembrava che io e mia sorella fossimo allergiche e poi, in verità, tutti non stavano in casa. Poi per anni è andata avanti così, con il ricordo ma la paura di riprenderli. Poi ho iniziato a viaggiare, a stare fuori casa e non ci ho più pensato. Sette anni fa, quando abitavo già da sola, una mia amica, Nancy, mi ha detto che c'era una gattina piccola piccola che cercava casa. Io ero molto tentata ma un po' pensierosa. Le ho detto di portarmela ma che non sapevo se sarei riuscita a tenerla con me. Poi quando l'ho vista, con le sue orecchie a punta da elfo, tutta nera con una piccola pepita bianca sotto il collo, mi sono innamorata. L'ho chiamata Dobby come l'elfo domestico di Harry Potter ed è diventata di casa. Tra l'altro mi sono accorta con sorpresa che non sono nemmeno più allergica. Dopo Debby sono arrivati Gingy, che quando è arrivato era miscroscopico e ora è un bel gattone bianco e rosso, e Minù, tutta bianca e con un caratterino molto particolare. Sono tutti gatti trovatelli, arrivati dai campi, portati da amici. Adesso sono diventati insostituibili".

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Sono comunicativi?
Moltissimo. Ognuno ovviamente ha il suo carattere. Come accade con le persone, stando insieme, si iniziano a capire nel loro complesso, diventano espressivi anche i silenzi.

Vanno d'accordo tra di loro?
Niente affatto. Gingy è un po' il trait d'union tra Dobby e Minù. Ma insieme sono troppo simpatici. Proprio guardando come interagiscono mi hanno ispirato le storie che ho scritto nel libricino "Benvenuti a PepitiHouse", sono storie tratte da un fondo di verità che poi ho romanzato. Quando le ho scritte insegnavo alla scuola materna e i miei gatti erano l'argomento preferito dei bambini. Usavo le loro storie per addormentarli, per farli disegnare, erano diventati la chiave per aprire il loro mondo emotivo. E' la forza degli animali. La stessa che hanno, ovviamente, anche gli uomini, ma parlando di animali diventa tutto più giocoso.

Chi è il più affettuoso?
Gingy. Ma con Dobby, la prima che è arrivata, forse ho il legame più forte. Minù e Gingy stanno bene anche se mi assento da casa due o tre giorni, mentre Dobby, quando torno me la fa pagare cara. Ognuno ha le sue caratteristiche ma sono come una banda. Quando mi sposto da una stanza all'altra mi seguono. Si mettono dietro al computer, sopra un libro se lo sto leggendo, accanto a me. Sono buffissimi... Tutte le volto che torno da fuori, sulla finestra c'è Minù che, come una vedetta, sembra che dia il segnale agli altri due gatti, dentro casa, di smettere di fare il pandemonio...

Dove dormono?
Con me perché ho un letto molto grande. Dobby sta ai piedi, Gingy più vicino e Minù, per tutta la notte, fa avanti e indietro. Penso che lo faccia per rivendicare la sua autonomia.

Perché il libro si intitola "Benvenuti a PepitiHouse"?
I pepiti sono loro, i miei gatti. E' un soprannome dato da mia sorella quando la prima volta ha visto Dobby e la sua macchia bianca sotto il collo. Da lì è diventata Pepita e poi, quando sono arrivati gli altri, sono stati chiamati Pepiti. E il libro racconta le loro storie, tra il vero e il fantastico. Per esempio è vero che Minù si butta dalla finestra ma, ovviamente, nel libro ho esagerato il racconto.

Ne arriveranno altri di gatti?
A me piacerebbe ma, per ora, tre sono sufficienti. 

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