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Cronaca

Le gattare: "Niente cibo per i gatti delle colonie, randagismo può diventare ingestibile"

"Se i gatti non mangeranno più, si ammaleranno, vagheranno nel territorio, non sarà più possibile contenerli e la situazione del randagismo diverrà ingestibile"

Maria Angela Baiardi, in rappresentanza delle 'gattare' della città, interviente sul problema randagismo. In passato responsabile del gattile di Cesena ci tiene a precisare: "Abbiamo appreso dalla stampa che è stata sottoscritta la nuova convenzione con ENPA per la gestione del gattile di Cesena - Torre del Moro e alla quale hanno partecipato, oltre a Cesena, anche i comuni di Mercato Saraceno e di Montiano. Le parole dell'assessore Francesca Lucchi ci hanno senza dubbio rincuorato, avendo appreso che la nuova convenzione, della durata di due anni, rinnovabile per altri due, 'permetterà di tutelare i gatti abbandonati e ospitati nel ricovero, i quali potranno, in questo modo, contare su tutte le cure necessarie'”.

Secondo Baiardi "il Comune pare scordarsi che la sostanziale gestione dei gatti randagi è svolta dalle volontarie-gattare le quali si fanno carico di alimentare giornalmente i felini, di curarli, di ricoverarli, proteggendoli dal freddo e dal caldo, di catturarli per la sterilizzazione o per sottoporli a cure mediche, di mantenere le colonie idonee sotto il profilo igienico sanitario e di curare il censimento delle presenze".  

Sempre secondo Maria Angela Baiardi "durante la Commissione Consiliare che ha discusso sulla convenzione, è stato escluso perentoriamente che possa essere fornito cibo ai gatti di colonia. 'Le risorse in campo non permettono di pensare di poter nutrire i gatti randagi , per ognuno si spenderebbe un euro al giorno' calcolando  la cifra sui 2344 mici presenti nelle colonie di Cesena. Ci si scorda che sui 2344 gatti censiti, molti di questi gatti  fanno parte di  piccole colonie, che si possono considerare colonie di “famiglia”, gestite in genere dalle persone che abitano nel luogo di raduno e che non chiedono, e non hanno mai chiesto cibo".

"Se i gatti non mangeranno più, si ammaleranno, vagheranno nel territorio, non sarà più possibile contenerli e la situazione del randagismo diverrà ingestibile. Queste volontarie-gattare, delle quali abbiamo singolarmente raccolto la voce, chiedono di ricevere cibo per alimentare i gatti randagi con criteri e modalità trasparenti".

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