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Cronaca Cesenatico

Lavoro stagionale, la Cgil: "Non può essere sinonimo di lavoro grigio e di turni massacranti"

Il sindacato: "Se davvero vogliamo cambiare questo paradigma, per il bene e la sostenibilità futura del territorio, l'unica via è quella del confronto"

Con l'arrivo della stagione turistica e i problemi per molti operatori del settore a reperire lavoratori stagionali, la Cgil interviene analizzando il problema alla radici con una riflessione che guarda alla necessità di un nuovo modello. Rispetto a tali difficolto per le aziende del settore turistico, il Segretario Generale della Filcams Cgil Cesena Gianluca Gregori e il Responsabile Settore Turismo Fausto Sestini ritengono necessario intervenire nel dibattito per chiarire alcuni punti chiave di questa narrazione, non
nuova, per cui se non si trovano lavoratori per la stagione la colpa è dei lavoratori stessi o dei
sussidi messi a loro disposizione. "Fermo restando che non riteniamo né elegante né costruttivo intervenire nel merito di situazioni in cui non si fanno nomi e non vengono specificate le parti in causa, a nostro avviso è possibile approcciarsi alla tematica analizzando i problemi e contestualmente cercare di dare risposte utili a tutte le forze sociali in gioco. È esattamente in quest'ottica che come OO.SS., siamo in trattativa con le parti sociali per promulgare un accordo integrativo territoriale che dia delle risposte concrete non solo nell'immediato, ma soprattutto in ottica futura, alla questione del lavoro stagionale in riviera.

Proseguono: "È sotto gli occhi di tutti che attualmente c'è un forte divario tra la necessaria professionalità richiesta dalle strutture ricettive o dal mondo della ristorazione e la fondamentale esigenza di costruire una solida prospettiva di vita delle lavoratrici e dei lavoratori. In tal senso, prevedere contratti per più stagioni, rendere più dignitoso il lavoro stagionale per le fasce più giovani con la garanzia di una giusta paga e degli orari di lavoro che si possano conciliare con i tempi di vita potrebbe giovare alla disaffezione che il settore sta riscontrando. Questo, evidentemente, richiede un serio confronto per condividere la profonda radice del problema: il lavoro stagionale non può e non deve essere sinonimo di lavoro grigio e di turni massacranti. Con questo non vogliamo dire che non ci siano imprenditori sani, che con duro sacrificio si impegnano
a garantire quanto stabilito dalla contrattazione nazionale, ma non possiamo nemmeno nasconderci dietro la solita scusa per cui: “qui la stagione funziona così, è sempre funzionata così”. Ovvero: orari di 12 ore, con pause se va bene di un'ora, sette giorni su sette, quindi senza giorno di riposo, con contratti part-time o a chiamata, con metà della retribuzione concordata fuori dalla busta, con ulteriore danno a carico delle lavoratrici e dei lavoratori che poi si ritroveranno a percepire una disoccupazione calcolata sulla miseria di contributi che sono stati loro versati. Di queste situazioni, nei nostri uffici, ne vediamo quotidianamente. Negarlo, significa non avere il polso del territorio e del tessuto sociale".

"Per avere una prova empirica basta fare un giro lungo le arterie principali della nostra città per trovare un'infinità di cartelli “Cercasi Personale” appesi sulle porte delle varie attività. Evidentemente quindi la richiesta non manca. Ma viene da chiedersi: come mai questa richiesta non è evasa? In particolar modo, se dalle controparti viene additato il Reddito di Cittadinanza come principale causa, non sanno forse che se presentassero le loro offerte al centro per l'impiego i percettori del RdC al terzo rifiuto di un'offerta perdono il diritto alla prestazione? Per quale motivo dunque, si preferiscono i cartelli e il passaparola?
Come Filcams Cgil, abbiamo a cuore le sorti di tutti i lavoratori e lavoratrici stagionali e del territorio che li ospita. Se davvero vogliamo cambiare questo paradigma, per il bene e la sostenibilità futura del territorio, l'unica via è quella del confronto, a cui la Filcams Cgil non si è mai sottratta e non intende sottrarsi."

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