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Cronaca Sarsina

La parrocchia di Sorbano festeggia la Madonna

A Sorbano, a due passi da Sarsina, sabato si terrà alla “Mistedia” di Sorbano Ponte il Rosario con le litanie e, a seguire, un piccolo rinfresco con dolci e vino

La prima domenica di maggio vede, nella Valle del Savio, protagonista la parrocchia di Sorbano, che festeggia la Madonna. A Sorbano, a due passi da Sarsina, sabato si terrà alla “Mistedia” di Sorbano Ponte il Rosario con le litanie e, a seguire, un piccolo rinfresco con dolci e vino. I festeggiamenti culmineranno domenica alle 9.30 con la Messa e alle 16 con la processione e l’atto di consacrazione alla Madonna, accompagnati dalla Banda di Sarsina. Durante il rinfresco popolare tradizionale, la Banda suonerà allietando i presenti. Anche se piccola, la comunità di Sorbano mantiene una sua forte identità, forse anche derivata dal fatto che ha dovuto affrontare per ben sei volte la ricostruzione della sua chiesa a causa delle frane. La prima sede, antica, resistette fino al millecento, poi venne ricostruita, sempre in luoghi diversi, nel 1355, 1634, 1780, 1895, 1983.

"Conserviamo al museo diocesano una campana, purtroppo crepata, che ci testimonia la grandiosa costruzione della chiesa del 1634 da parte di don Cesarini - afferma don Daniele Bosi -. Il secolo più turbolento fu senz’altro quello scorso, dove la popolazione subì nel 1939 una terribile frana, dove vari edifici si spostarono di centinaia di metri rimanendo integri. Molte famiglie si trasferirono a Romagnano nelle casette costruite per l’emergenza, dopo il ponte. Vari segni di ripresa nel 1956. Nel 1964 il Comune di Sorbano venne accorpato a quello di Sarsina. L’anno decisivo fu il 1969, quando nel mese di marzo a tutte le famiglie residenti nella zona di Sorbano alto fu imposto di abbandonare immediatamente le loro case. Varie famiglie trovarono alloggio nelle case popolari e altre partirono, in breve la popolazione si dimezzò. La chiesa fu immediatamente chiusa e il parroco don Germano Reali si trasferì a Sarsina, utilizzando come luogo di culto la sala più grande del ex Comune, rimasto inattivo. Viste le condizioni di disagio l’attività pastorale venne rattrappita. Nel 1977 arrivò un energico parroco, sebbene non più giovane, don Egisto Battistini, che si prodigò e riuscì a ridestare la vita della comunità. Espose al Vescovo Amaducci le sue convinzioni dicendo che “o si costruiva una chiesa, anche piccola, ma una vera chiesa, oppure era meglio sopprimere totalmente la parrocchia” . Nel 1983 si inaugurò la nuova chiesa da lui tanto voluta anche con contributi personali notevoli oltre che quelli dei generosissimi fedeli, per dare nuova vita alla parrocchia. Dedicata a San Massimiliano Kolbe e Sant’Egidio antico patrono, costruita dall’architetto Ilario Fioravanti, è anche Tempio Votivo ai Caduti di tutte le guerre e sorge sopra al luogo dove il 28 settembre 1944 avvenne l’eccidio. Nel 1990 viene aggiunto il campanile che conserva due campane antiche del 1311 e 1612, più due nuove del 1990".

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