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Cronaca

L’importanza di chiamarsi Borderline

Lunedì presso la Facoltà di Psicologia di Cesena un convegno per le scuole superiori e aperto alla cittadinanza sul tema dei pregiudizi verso chi soffre di Disturbi di Personalità

Il 10 dicembre dalle ore 11 alle ore 13 nell’Aula Magna della Facoltà di Psicologia,   Alice Banfi, ex paziente con un’esperienza di guarigione, incontrerà gli studenti universitari e gli studenti delle 4° e 5° classi delle scuole superiori in un convegno aperto alla cittadinanza sul tema dello stigma nei confronti dei Disturbi di Personalità.

Durante l’incontro verrà focalizzato, in particolare, il tema del diritto al rispetto, all’ascolto e all’inclusione delle persone che hanno, o hanno avuto, una diagnosi di disturbo psichico o del comportamento.
La data del 10 dicembre non è casuale ma è stata scelta per ricordare il giorno della proclamazione dei diritti universali dell’uomo da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Uniti (10 dicembre 1948) e per testimoniare quindi concretamente i valori del rispetto della persona con un’azione volta a ridurre i pregiudizi “esterni” ed “interni” nei confronti delle persone portatrici di disturbi di Personalità.   
 
Alice Banfi è oggi una scrittrice ed artista e ha collaborato con numerosi Servizi di Salute Mentale italiani in campagne e iniziative contro lo stigma. Nell’ambito del convegno racconterà la sua personale esperienza e risponderà alle domande degli studenti. Insieme alla scrittrice interverranno Elena Baredi, Assessore alla Pubblica Istruzione e Cultura del Comune di Cesena, Giovanni De Plato, docente di Psichiatria presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna (sede di Cesena) Giovanni Piraccini, direttore del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Cesena e Michele Sanza, Psichiatra direttore dell’Unità operativa Ser.T dell’Azienda USL di Cesena.
 
L’iniziativa è promossa dall’U.O. Ser.T del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Azienda Usl di Cesena   e dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione e Cultura del Comune di Cesena, in collaborazione con l’insegnamento di Psichiatria del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna.

I Disturbi di Personalità sono condizioni critiche di salute mentale con un forte impatto sociale al quale si può contrapporre una reale difficoltà nell’accesso ai servizi e alla fruibilità di trattamenti adeguati. Per quanto concerne la distribuzione del Disturbo Borderline di Personalità nei servizi psichiatrici, si stima una prevalenza media nei servizi psichiatrici ospedalieri pari al 20%, quella nei setting ambulatoriali pari al 10%. Nei servizi italiani per le tossicodipendenze la percentuale sale al 30% della popolazione trattata. Infatti, molto spesso, il Disturbo Borderline di Personalità si associa ad altre patologie e in particolare all’abuso di sostanze.
 
Presso il Ser.T di Cesena sono circa 90 le persone con diagnosi di DBP (il 10% circa dei casi in trattamento) ai quali vanno aggiunti le persone che presentano tratti di personalità borderline (elevata impulsività, instabilità emotivo affettiva, diffusione dell’identità) pur in assenza della sintomatologia completa per porre diagnosi secondo il manuale statistico e diagnostico dei Disturbi Mentali.
 
Da 8 anni è stata attivato e consolidato presso il Centro Diurno la Meridiana dell’Ausl di Cesena un percorso di cura che prevede la fase di osservazione finalizzata alla diagnosi con strumenti standardizzati (scale psicometriche che misurano l’entità delle dimensioni patologiche della personalità e la qualità di vita del paziente); il trattamento psicoterapeutico individuale e il trattamento di gruppo con la terapia Dialettico Comportamentale adattata dai principi di Marsha Linehan, una delle terapie più efficaci secondo le linee guida internazionali per il trattamento del DBP.   Dal 2003 sono stati trattati circa 100 pazienti con diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità con risultati incoraggianti. Negli ultimi tre anni sono stati misurati gli esiti della terapia utilizzando la scala di Barratt, che misura l’impulsività, ed è stata dimostrata una buona efficacia del trattamento applicato nel ridurre la tendenza a comportamenti inappropriati e a stili di vita caratterizzati da modalità impulsive.
 

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