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Cronaca Savignano sul Rubicone

L'avviso della barista ai clienti: "Rispettate il green pass qui dentro, se no pagate anche la mia multa"

"Se, a causa di un cliente, scatterà la sanzione il cliente stesso pagherà sia la sua che la mia". Non usa mezzi termini ed è molto chiara Natascia

"Fate i bravi per favore. Siete responsabili di voi stessi". Questo il cartello che Natascia ha affisso nel suo bar "Naty's Cafè" in via Pietà a Savignano sul Rubicone in cui spiega che "dal 6 agosto purtroppo per sedersi all'interno servirà il green pass. E se, a causa di un cliente, scatterà la sanzione il cliente stesso pagherà sia la sua che la mia". Non usa mezzi termini ed è molto chiara Natascia, conosciuta da tutti i clienti per la sua correttezza. "Sono molto ligia alle regole - spiega Natascia - Mi è capitato di mandare fuori dal locale anche qualche cliente perché non voleva indossare la mascherina. Però col green pass è diverso. Non posso stare alla porta a controllare tutti. O faccio il caffè o controllo. E quindi ho deciso di affidare ai miei clienti la responsabilità, se durante dei controlli, eseguiti da personale preposto, emergerà che qualche cliente non è fornito di green pass pagherà sia la mia che la sua multa".

Del resto, dopo il covid, è rimasta solo lei nel suo bar, e soprattutto non ci sono i soldi per assumere un controllore da posizionare alla porta oppure, meglio ancora, acquistare lo scanner che fa tutto da solo quando entrano i clienti. "Sarebbe ottimo ma costa 800/1000 euro - continua Natascia - in questo momento storico non me lo posso proprio permettere, stiamo lavorando tirati fino all'osso per cercare di risalire un po' la china e questa è una spesa che non ci sta. Quindi lascio la responsabilità ai miei clienti. Chiedo loro di essere responsabili e di entrare solo con il green pass. Tra l'altro, se volessimo essere proprio fiscali, non mi sembra nemmeno giusto che un barista o un ristoratore debba andare a chiedere il  documento personale (per verificare l'identità) e il green pass a un cliente che vuole solo prendere un caffè. Resta nel mio bar 2 minuti nemmeno, che senso ha fare un'operazione così lunga? I documenti, secondo me, devono essere chiesti da chi è preposto a fare i controlli, non dai baristi... E poi, come al solito, è la nostra la categoria che ci rimette di più, perché dal parrucchiere, che ci si sta tre ore tra tintura, taglio e piega, non serve il green pass e per un caffè sì. Boh... devono venirmela a spiegare per bene perché c'è qualcosa che mi sfugge".

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