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Cronaca

Conti correnti svuotati all'improvviso: ecco come agiscono i "furbetti" dell'Isee per avere contributi pubblici

In 6 casi, rilevano dalla Guardia di Finanza cesenate, l’Isee è stato “taroccato” per far comparire un reddito Isee reale di 10-15.000 euro in un reddito zero, per ottenere quindi il massimo sgravio possibile

Il trucchetto più frequente è quello di svuotare il conto corrente al 30 di dicembre, per poi farci tornare i propri averi il 2 di gennaio: è uno dei tentativi di raggiro nelle dichiarazioni Isee su cui di più ha indagato la Guardia di Finanza all’interno del protocollo con il Comune di Cesena per il controllo delle dichiarazioni Isee per ottenere sgravi e contributi dal Comune. Il vecchio modello della dichiarazione Isee, infatti, prevedeva di dichiarare la giacenza in conto corrente al 31 dicembre dell’anno precedente, per cui per far comparire un reddito più basso bastava trasferire il denaro sul conto di un familiare compiacente per alcuni giorni. C’è chi a Cesena ha trasferito fittiziamente somme anche superiori ai 20mila euro.

E’ uno dei tanti dati che emergono sull’attività delle Fiamme Gialle relative alle 33 dichiarazioni infedeli individuate nel corso del 2014 e del 2015. Circa la metà dei casi riguardano stranieri, mentre l’altra metà italiani. In 6 casi, rilevano dalla Guardia di Finanza cesenate, l’Isee è stato “taroccato” per far comparire un reddito Isee reale di 10-15.000 euro in un reddito zero, per ottenere quindi il massimo sgravio possibile da parte del Comune. Di quali sgravi si tratta? Principalmente sono stati controllate le dichiarazioni relative al sostegno per il pagamento dell’affitto e in via secondaria i contributi alle famiglie numerose e il bando per le agevolazioni sociali.

Altre voci del reddito spesso “dimenticate” negli Isee sono proprietà immobiliari, spesso in comproprietà con altri proprietari e redditi da lavoro secondari, come ad esempio lavori stagionali dei figli compresi nel nucleo familiare etc. In questo caso, si spiega, si può anche trattare di dimenticanze, che tuttavia rappresentano comunque un’infedeltà nella dichiarazione Isee. In molti hanno poi argomentato alla Guardia di Finanza che l’errore è stato del Caf che ha compilato l’Isee, per cui molti Caf ora fanno firmare al cliente un documento che contiene l’elenco dei dati forniti.

Il contributo medio frodato resta comunque basso: nel 2014 le 24 dichiarazioni infedeli scovate hanno permesso un recupero di 9.700 euro di contributi pubblici erogati indebitamente, il che fa circa 400 euro di contributo non legittimo per dichiarazione infedele. Piccole cifre che però non vanno prese nel dato in sé: dalla Finanza fanno notare, infatti, l’effetto di deterrenza dei controlli, che tengono lontano i grossi truffatori. Inoltre si tratta di denaro pubblico che sarebbe andato a famiglie più bisognose.

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