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Cronaca

"Io sono mia moglie", per la prima volta sul palco la storia del travestito Charlotte Von Mahlsdorf

Erano sette anni che desiderava mettere in scena la storia di Charlotte Von Mahlsdorf, sopravvissuta da travestito prima alla follia nazista e poi al regime comunista di Berlino

Erano sette anni che desiderava mettere in scena la storia di Charlotte Von Mahlsdorf, sopravvissuta da travestito prima alla follia nazista e poi al regime comunista di Berlino, entrambi omofobi e tolleranza zero. Michele Di Giacomo, attore e regista cesenate (diplomato alla Scuola d'Arte drammatica Paolo Grassi di Milano), quando sette anni fa lesse il libro di Dough Wright ne rimase folgorato e per un lungo periodo ha pensato e ripensato a come tradurlo e riproporlo in Italia.

Ora, con una produzione della Fondazione Ert, debutterà in prima nazionale sul palco del San Biagio l’8 giugno alle 21 e sono previste repliche fino al 20 giugno. Lo spettacolo, che si intitola "Io nono mia moglie" è la vera storia di Charlotte Von Mahlsdorf, nome d'arte di Lothar Berfelde, che già da bambino aveva l'abitudine di indossare abiti femminili e appassionarsi per le "vecchie cianfrusaglie". In anni particolarmente travagliati, in cui rischiò di essere uccisa da un militare tedesco e, subito dopo, subì gli attacchi della Stasi (la polizia dell'Est Europa), Charlotte continuò a collezionare mobili, oggetti preziosi che confluirono tutti in un museo (Gründerzeit Museum) di Berlino, diventato punto di riferimento della comunità omosessuale di Berlino Est.

Michele Di Giacomo, che si è occupato della traduzione e della messa in scena, sarà l'unico attore in scena che interpreterà molti personaggi, ripercorrendo la vita della protagonista attraverso le interviste di Dough Wright. In una stanza disseminata di scatole da scarpe, colme di nastri, Doug (a cui darà volto e voce Michele di Giacomo) rivive gli incontri con Charlotte. Di Giacomo farà sia Doug che Charlotte, come altri personaggi della sua vita, non cambiando i vestiti ma solo la voce e l'atteggiamento. Sarà un monologo molto intimo capace di raccontare come, dentro di noi, possano coesistere tante personalità e diverse vite. Lo spazio fisico diventa luogo della mente, in un'ossessiva ricerca volta a comprendere chi sia davvero la persona che ha di fronte, la cui stessa esistenza rappresenta una vittoria sulla storia. Nello spettacolo di Di Giacomo la musica sarà molto importante, come la scenografia (un plastico) realizzata da Riccardo Canali. "La musica è curata da Marco Mantovani ma per la scelta dei dischi siamo andati anche da Franco Severi del Museo Musicalia - ha spiegato Di Giacomo - grande conoscitore di organetti, grammofoni e musica meccanica. E' stato come entrare in mondo bellissimo e sconosciuto". Dopo le repliche a Cesena, lo spettacolo andrà a Modena per due settimane. "Mi auguro che lo spettacolo giri per anni" ha detto Di Giacomo che ha precisato come sia stato realizzato proprio al San Biagio con uno spazio ridotto, non a causa del distanziamento dovuto al covid, ma per esigenze di testo e messa in scena. "Tra l'altro io ho iniziato a fare teatro proprio qui - ha concluso Di Giacomo - molti anni fa con Franco Mescolini. Tornare qui e allestire questo spettacolo è stata una bellissima esperienza".

Ci si può prenotare al sito del teatro o acquistare i biglietti direttamente al botteghino del Bonci. I posti a disposizione per ogni serata sono 38 più due spazi per le carrozzine.

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