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Cronaca

Emergenza furti, l'indagine: un commerciante su due ha subìto crimini

Sono stati raccolti e analizzati 324 questionari, suddividendoli per aree: Forlì e Comprensorio forlivese, Cesena città, Valle del Savio, Rubicone, Zona mare

La percezione della sicurezza nelle piccole imprese cesenati è peggiorata. E' quanto emerge da un'indagine condotta da Confcommercio Imprese per l’Italia della Provincia di Forlì-Cesena e presentata in occasione della tradizionale Giornata annuale di Confcommercio "Legalità mi piace", che si celebrata martedì alla chiesa dei Servi di Forlimpopoli alla presenza tra gli altri dei rappresentanti delle forze dell’ordine, del sindaco di Cesena Paolo Lucchi del vicesindaco di Forlì Lubiano Montaguti, e dei presidenti di Confcommercio di Cesena Patrignani e di Forlì Roberto Vignatelli.

Sono stati raccolti e analizzati 324 questionari, suddividendoli per aree: Forlì e Comprensorio forlivese, Cesena città, Valle del Savio, Rubicone, Zona mare. Per il 51% degli intervistati il livello la percezione relativa al livello di sicurezza è rimasta uguale, per il 46% peggiorata e per il 3% migliorata. La percezione di insicurezza è peggiorata per il 52% degli intervistati a Cesena, per il 42% di quelli forlivesi e del 71% per quelli della Riviera, mentre per il 51% degli imprenditori dell'area Rubicone è rimasta inalterata. Il 32% ha subìto crimini, con percentuali più alte per il territorio cesenate: per Forlì e comprensorio la percentuale è del 24%, mentre impenna al 52,2% per Cesena. Percentuali più basse per il Rubicone (23%), e per la Valle Savio (27%).

Per quanto concerne le tipologie dei crimini subìtì, il 43% è stato vittima di spaccate, vandalismi, danneggiamenti, il 41% di urti e taccheggi, il 6% di rapine o aggressioni, mentre il 4% ha subìto truffe o raggiri. Il 53% ha risposto di aver subìto un reato, il 24,5% almeno due e il 22,5% più di due volte. Il 54% ha sempre denunciato, il 25% mai, e il 21% non sempre. Per l'87% degli intervistati la crisi economica ha determinato un aumento del degrado sociale e dei reati. Per il 78,6% sono aumentati furti e microcriminalità, per il 50,3% l'accattonaggio. Sotto il 27% l'aumento di vendita di prodotti contraffatti e stupefacenti.

Quanto alla fiducia nelle azioni di contrasto di forze dell’ordine e pubblica amministrazione, per il 26% degli intervistati è diminuita nell’ultimo anno, aumentata per il 5% rimasta uguale per il 69%. Per l'87,5% "impunità dei criminali e mancata certezza della pena" sono le cause alimentano la criminalità secondo le imprese intervistate. Il 65,5% mette sotto accusa un aumento non controllato dell’immigrazione clandestina (65,5%), mentre il 44% il degrado urbano e sociale.

L'88,5% degli intervistati chiede "pene più severe e certezze della pena" per garantire un livello più elevato di sicurezza, mentre il 56% un maggior intervento delle forze dell'ordine nell'ambito della prevenzione e represione. Il 44% chiede un maggior controllo dell'immigrazione. Per un 18% sono necessari interventi di riqualificazione urbana, mentre un altro 18% chiede carabinieri e poliziotti di quartiere.

Il 70% degli intervistati ha adottato misure per proteggersi, il 30% no, il 25% di questo trenta perché non se le può permettere: il 62% si è affidato a sistemi di allarme e telecamere, il 55% all'assicurazione, il 31% a vetrine corazzate, il 20% all'illuminazione esterna e il 15% alla vigilanza privata. C'è un 47% che ritiene che pensa che le misure non siano davvero efficaci.

“Le forze dell’ordine - ha chiuso il dibattito Patrignani - prestano la svolgono la loro opera in maniera eccezionale pur con risorse non adeguate, la Magistratura fa il suo lavoro applicando le leggi. La questione, a nostro avviso, è dunque di natura prevalentemente politica nel senso che vanno modificate alcune norme e fatte rispettare quelle in vigore, per centrare l’obiettivo della certezza e efficacia della pena. Tutto questo spetta ai parlamentari eletti da noi cittadini”.

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