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Cronaca

Inchiesta Report su Hera, politici all'attacco: "Dimissioni del presidente della multiutility"

A pochi giorni dal voto per le Elezioni Regionali, l'inchiesta di Report su Hera non poteva certamente cadere nel vuoto. I commenti politici, infatti, si moltiplicano e arrivano alla richiesta delle dimissioni del presidente di Hera Tomaso Tommasi di Vignano

A pochi giorni dal voto per le Elezioni Regionali, l'inchiesta di Report su Hera non poteva certamente cadere nel vuoto. I commenti politici, infatti, si moltiplicano e arrivano alla richiesta delle dimissioni del presidente di Hera Tomaso Tommasi di Vignano.

BARTOLINI (FORZA ITALIA) Questa la dichiarazione di Luca Bartolini, candidato di Forza Italia: “Da sempre mi batto contro il sistema di potere della sinistra in Romagna. Da anni vado denunciando che Hera è una multi utility quotata in borsa nelle mani di dirigenti di area PD che fa profitti con i soldi dei cittadini aumentando le tariffe dei servizi. La gestione di Hera, infatti, è strettamente legata alla politica del PD (prima PDS e DS). Il partito-ditta ha sempre utilizzato i consigli di amministrazione della Società, in tutte le sue molteplici articolazioni e innumerevoli partecipazioni, come una propria appendice, gestendo le decine e decine di nomine sia nell’ottica di sistemare amministratori dismessi dalla politica per raggiunti limite di mandato o perché puniti dagli elettori, sia con l’obiettivo di condizionare la gestione e le politiche industriali della multi utility”.

“Hera spa – ha aggiunto Bartolini – è la punta di diamante di un sistema di potere targato PD che si estende dall’Amministrazione regionale agli enti locali, con una sterminata galassia di società partecipate, dalle cooperative al sindacato, dalla grande distribuzione organizzata alla finanza, dalla sanità all’associazionismo. Politici, amministratori, sindacalisti, manager pubblici e di cooperative, manager del mondo della finanza, direttori generali delle Ausl e primari, sono la classe dirigente che ha consolidato questo sistema di potere. Sotto la regia della Regione, decisioni e scelte politico-amministrative importanti per il nostro territorio sono state assunte con un particolare occhio di riguardo per le esigenze economiche della galassia di interessi legati al PD. Vedere i nostri Sindaci incalzati dall’intervistatore di Report sulla logica di talune nomine fare la figura di Alice nel Paese delle Meraviglie, conferma ciò che i cittadini della provincia di Forlì-Cesena, e non solo, riprendendo il mio vecchio slogan vanno ormai apertamente affermando: ‘Hera? Hera meglio quando non c’hera!’”.

RONDONI (NCD) In merito alla vicenda di Hera, è intervenuto anche il candidato alla presidenza della Regione Emilia Romagna con la lista “Emilia-Romagna Popolare” Ncd-Udc-Ppe, Alessandro Rondoni: "È ora che si cambi qualcosa, subito, e che si intervenga per fare chiarezza. Chiediamo le dimissioni del Sindaco di Bologna e del Presidente di Hera. Occorre dare un forte segnale ai cittadini e il Parlamento deve approfondire e discutere questa “bomba” ecologica scoppiata nel cuore di Bologna e nel sistema politico-economico di questa Regione già attraversata da uno sconvolgimento, con crisi istituzionale, per cui andiamo anche a votare anticipatamente. È la fine di un modello che non regge più nella Regione “rossa”, scossa da un terremoto politico-giudiziario”.

DI PLACIDO (ER CIVICA): “Il servizio trasmesso da Report Domenica sera ha sollevato dubbi preoccupanti su alcuni aspetti della attività e delle trame societarie di HERA, la holding partecipata da molti comuni dell’Emilia Romagna. Sono vicende sulle quali occorre fare chiarezza quanto prima, perché ne va della immagine degli enti pubblici soci. Quello che viene fuori in maniera chiarissima è quale commistione ci sia tra Hera (nata da volontà bipartisan) e la politica in Emilia Romagna. Niente che non si sapesse già, purtroppo, ma forse oggi molti più cittadini hanno compreso lo stato delle cose. Non è una novità, infatti, che troppo spesso il management di HERA sia stato selezionato in base alla tessera posseduta, anziché per competenza e professionalità.

Esilarante l'affermazione del Sindaco di Imola: "Qui non c'entra niente la politica”. In realtà la politica c’entra eccome, e tutto per giustificare i dividendi milionari che i Comuni incassano ogni anno”. “HERA ormai è vissuta come una presenza insostituibile, come se senza di essa non fosse possibile gestire i servizi e garantire lo sviluppo dei nostri territori. In effetti la presenza di HERA ha riempito le casse dei Comuni, ma ad un prezzo molto alto in termini di concorrenza e trasparenza, e questo prezzo va messo in discussione. Senza contare la sempre minore capacità di incidere degli enti locali soci, di fronte ad uno strapotere del management. Occorre uscire dalla perversa situazione di oggi, nella quale controllore e controllato coincidono: è infatti difficile ragionare serenamente di tariffe e servizi, quando si chiudono i bilanci con i dividendi che da quelle tariffe dipendono. HERA ha spesso avuto la meglio sulla politica, un esempio lampante è la difficoltà ad estendere capillarmente la raccolta differenziata porta a porta: meno rifiuti e tariffe puntuali basate sul rifiuto effettivamente prodotto comportano minor lavoro per gli inceneritori e minori introiti in bolletta, e questo ha fatto sì che non ci si sia mossi con la dovuta convinzione”.

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