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Cronaca

Feste illegali al parco Ippodromo, nessuno reclama gli impianti sequestrati

Nessuno si è fatto avanti per rivendicare l'attrezzatura sequestrata nella notte tra giovedì e venerdì al Parco Ippodromo, presa da Polizia Municipale, con l'ausilio di Polizia di Stato e Carabinieri durante i preparativi di una delle tante "feste abusive" che si tenevano nei pressi della pista per skateboard

Nessuno si è fatto avanti per rivendicare l’attrezzatura sequestrata nella notte tra giovedì e venerdì al Parco Ippodromo, presa da Polizia Municipale, con l’ausilio di Polizia di Stato e Carabinieri durante i preparativi di una delle tante “feste abusive” che si tenevano nei pressi della pista per skateboard. Il materiale, composto da casse acustiche, luci stroboscopiche, laser e un generatore di corrente resta pertanto nei magazzini del Commissariato di Polizia di Cesena.

Per ora non sono state formalizzate denunce, né contro singole persone né contro ignoti anche se gli estremi di illecito sono diversi: dall’occupazione del suolo pubblico al disturbo della quiete pubblica. Le forze dell’ordine, infatti, stanno valutando ancora i dettagli di questi che, a detta delle forze dell’ordine, gli stessi frequentatori definivano “rave party”, termine che spesso identifica feste clandestine ed “estreme”.

Non era questo il caso di queste feste che si protraevano da molto tempo, erano conosciute da molti giovani e che, proprio per questo, non potevano essere più tollerate, per quanto note anche tra i soggetti deputati alla pubblica sicurezza. Da diverso tempo, infatti, le forze dell’ordine erano piene di segnalazioni: cittadini, residenti nei dintorni, ma a quanto pare anche locali “in regola” irritati per la concorrenza sleale, anche enti come la Prefettura e la Procura della Repubblica chiedevano che nel parco Ippodromo si ripristinasse la legalità, dal momento che le feste avvenivano in orari notturni (il blitz è avvenuto intorno all’una di notte), in area pubblica senza alcuna autorizzazione, senza alcun rispetto minimo delle normative sulla sicurezza, con disturbo ai residenti. Impossibile, insomma, pretendere che si chiudesse un occhio anche perché per non vederle gli occhi chiusi dovevano essere tutti e due.

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