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Cronaca

Il tempo e i tarli minacciano il prezioso dipinto, oltre tre ore per rimuoverlo dalla basilica

“La presentazione di Gesù” è stata rimossa dalla Basilica Benedettina di Santa Maria del Monte, per consentire i restauri

Ci sono volute tre ore per rimuovere dalla sua collocazione presso un altare della navata della Basilica Benedettina di Santa Maria del Monte l'opera “La presentazione di Gesu'” di Francesco Raibolini (Bologna 1450 ca.-1517), chiamato “Il Francia”. Il complesso artistico ha richiesto la rimozione dal luogo dove era collocato dagli anni quaranta dello scorso secolo per poter realizzare ampi restauri causati  dall'antichità, dalle sue vicissitudini e anche alla presenza dei tarli che stanno distruggendo il dipinto realizzato su legno e così le cornici dorate.

All'opera hanno partecipato Sandro Salemme, noto restauratore italiano con laboratorio a Imola al quale è stato affidato il compito di riportare il tutto al suo splendore, il figlio – assistente Simone, il priore dell'abbazia dom. Gabriele Dall'Ara,il prof. Franco Faranda, noto esperto d'arte e molto conosciuto per una serie di pubblicazioni sulla basilica cesenate, rappresentanti della sovrintendenza di Ravenna tra i quali Luisa Tori e la funzionaria Patrizia Rossi della Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena che con Credit Agricole  finanziano per  ventiquattromila euro le opere di bonificazione, il tutto grazie all'interessamento dell'Associazione Amici del Monte. Il lavoro del Francia si presenta con alcune criticità, oltre ai tarli, infatti alcuni punti sono deteriorati e proprio per proteggere la vernice, che potrebbe  staccarsi nei lavori di rimozione, sono stati collocati da parte di Sandro Salemme delle protezioni adesive nei punti critici rilevati attraverso la foto ad infrarossi. I dipinti e le cornici rimarranno per alcuni giorni presso il convento benedettino per l'opera di bonificazione dei tarli per poi portare il tutto a Imola.

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L'opera, divisa in tre parti dove quella centrale è dipinta dal Francia e così pure la base dove si trova raffigurato in un tondo l'”Ecce Homo”, presenta  la lunetta superiore  attribuibile invece alla bottega dei Coda il cui capostipite  fu Benedetto  (Treviso 1492 – 1535).  Il dipinto del Raibolini ha subito nel corso della sua esistenza diverse vicissitudini che l'hanno portato anche lontano da Cesena. Si sa che venne commissionato al Francia dall' allora priore della Basilica Giambattista Bertolucci e che lo completò negli ultimi anni di vita. Grande fu la fama dell'opera che nel 1808 venne portata a Milano per arricchire la Reale Pinacoteca per poi essere restituita nel 1816 alla città nelle mani del sindaco cesenate che non volle rimetterla nella basilica. Restò quindi negli ambienti comunali per oltre un secolo finchè nel 1942 i monaci la riottennero in “deposito” e da allora, fino a oggi, non si è piu' mossa.

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