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Cronaca Longiano

L'azienda non arretra: "Green pass o tampone", braccio di ferro coi sindacati. Fissato un altro incontro

E' stato sicuramente un incontro interlocutorio, visto che le parti, la longianese "Suba Seeds" e i sindacati, restano sostanzialmente nelle stesse posizioni

Green pass obbligatorio per i lavoratori e polemiche. E' stato sicuramente un incontro interlocutorio, visto che le parti, la longianese "Suba Seeds" e i sindacati, restano sostanzialmente nelle stesse posizioni.  Flai Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil rendono noto che giovedì mattina è avvenuto l'incontro con l'azienda che è un colosso nella produzione di sementi.

Il caso ha attirato l'attenzione della stampa nazionale, in pratica l'azienda longianese ha reso obbligatorio il "green pass" per i lavoratori, ponendo come alternativa per accedere allo stabilimento di via Emilia un tampone negativo che dovrà essere ripetuto ogni 72 ore per un costo di 25 euro ciascuno, addebitato nella paga mensile del dipendente. L'avviso affisso nella bacheca aziendale aveva scatenato le proteste delle organizzazioni sindacali, che hanno subito contestato questa iniziativa unilaterale.

"Ambo le parti - rendono noto i sindacati - hanno ribadito le reciproche posizioni manifestando però apertura al dialogo, inteso a proseguire il confronto tra le parti. E’ stato quindi calendarizzato un ulteriore incontro per il giorno 6 settembre prossimo. Nella data di domani la direzione aziendale comunicherà il proprio responso in merito alle prime richieste avanzate dalle Organizzazioni Sindacali, utili a proseguire il confronto".

I sindacati hanno chiesto all'azienda di "abolire il regolamento che prevede l'accesso tramite l'utilizzo del green pass, poiché ancora nessun obbligo è stato introdotto a livello normativo nazionale e quindi illegittimo. Abbiamo inoltre chiesto che venga eliminata la trattenuta sullo stipendio del costo del tampone effettuato dal lavoratore ed infine abbiamo richiesto il coinvolgimento del medico del lavoro aziendale affinchè sia valutato il rispetto delle norme di sicurezza durante lo svolgimento di tutta l'attività lavorativa".

In pratica i sindacati ritengono prioritario che la questione sia risolta con una legge a livello nazionale, per evitare che ci siano soluzioni unilaterali ed eterogenee come quella presa dall'azienda longianese. Cgil, Cisl e Uil chiedono un passo indietro sull'obbligatorietà del green pass, considerato che è difficile che il legislatore intervenga prima del 6 settembre.

Una soluzione potrebbe essere una campagna di screening del personale che spazzerebbe via anche i problemi di privacy, chiamando in causa anche i lavoratori vaccinati. L'azienda è appunto rimasta sulla posizione che ha aperto le polemiche: green pass o tampone negativo per accedere nello stabilimento. I non vaccinati sarebbero una ventina a fronte di 160 lavoratori che già hanno fornito la certificazione verde.

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