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Cronaca

Giovani, le rotte del divertimento: le differenze età per età

Una cultura che valorizza il rischio e la sperimentazione, la maggiore disponibilità di stupefacenti, la vacanza come occasione per "abbuffate" di sostanze diverse tra loro

Una cultura che valorizza il rischio e la sperimentazione, la maggiore disponibilità di stupefacenti, la vacanza come occasione per “abbuffate” di sostanze diverse tra loro. Sono alcune delle più recenti tendenze relative al consumo di sostanze psicoattive da parte dei giovani, messe a fuoco da una vasta indagine nazionale i cui risultati sono stati pubblicati nel volume “Le rotte del divertimento e il consumo di sostanze psicoattive” (Franco Angeli editore, a cura di Michele Sanza, Elvira Cicognani, Bruna Zani e Francesca Nasuelli).

Il volume presenta il progetto “Nuovi comportamenti di consumo: prevenzione e riduzione dei rischi” sui fenomeni di uso/abuso di sostanze psicoattive da parte dei giovani nei contesti del divertimento e sulla realizzazione di pratiche condivise di prevenzione e intervento. Promosso dal Ministero della Salute e realizzato dalla Regione Emilia Romagna, con il coinvolgimento di Campania, Lazio, Puglia, Umbria, Marche, Toscana e Veneto, lo studio è stato condotto per aumentare l’efficacia degli interventi di prevenzione dei rischi e di tutela della salute tra i consumatori di sostanze legali e illegali attraverso la creazione di una rete di servizi regionali tra loro coordinati. Il lavoro è stato organizzato per aree di ricerca, coordinate ciascuna da un gruppo di lavoro composto da componenti dell’equipe di progetto e da esperti indicati dalle Regioni partecipanti. L’area di ricerca 1, referente l’Azienda Usl di Cesena, orientata alla costruzione di una mappa delle rotte giovanili del divertimento e del rapporto con le sostanze psicoattive.

Nuovi scenari del consumo di sostanze psicoattive

L’area di ricerca 1, coordinata dall’Ausl di Cesena, ha coinvolto oltre 10.000 soggetti, in prevalenza studenti universitari, indagando il rapporto fra droghe legali e illegali e gli spostamenti compiuti per raggiungere i luoghi del divertimento. La ricerca, realizzata in collaborazione con la Facoltà di Psicologia dell’Università di Bologna e il contributo delle Unità di Strada di altre quattro regioni (Toscana, Puglia, Veneto, Marche), evidenzia in modo chiaro il fenomeno del “policonsumo”, già segnalato da vari anni a livello nazionale ed europeo: più sostanze vengono assunte insieme o in successione, con effetti sul comportamento e sulla salute individuale che sono diversi e più gravi rispetto all’assunzione di una singola sostanza. La tipologia di consumatori che incontriamo in questi contesti è fatta per lo più da giovani integrati all’interno della rete sociale ed economica che hanno adattato ed assimilato il loro consumo all’interno di questa rete.

 La prevenzione possibile e la sfida di un impegno condiviso

Un’efficace prevenzione dei comportamenti a rischio durante gli spostamenti nelle località e nei luoghi del divertimento richiede la creazione di una rete di stakeholders  (compagnie turistiche, linee aeree, hotel, locali, agenzie di viaggio, guide turistiche, organizzatori di eventi, ecc.) che promuova il divertimento sicuro. All’interno dell’area di ricerca 1, si inserisce una fase della programmazione dedicata al coinvolgimento di alcuni stakeholders in un progetto di ricerca-intervento sul tema del consumo di sostanze psicoattive durante gli spostamenti verso le mete del divertimento giovanile. Le associazioni che hanno aderito sono state CTS (Dipartimento Ambiente Settore Turismo Sostenibile e Parchi), TGS (Turismo giovanile e sociale), CTG (Centro turistico giovanile), Trenitalia, Aeroporto Internazionale Federico Fellini di Rimini e San Marino, Aeroporto G. Marconi di Bologna, FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi).

 Il turismo giovanile come fenomeno sociale ha rivoluzionato il concetto di turismo classico familiare, affermandosi come necessità di allontanarsi dal controllo della famiglia, scoprire mete lontane e fare ricorso a modalità di viaggio non convenzionali. L’Osservatorio Europeo delle Droghe (2006) indica nelle opportunità di viaggio più economiche e nell’apertura delle frontiere internazionali nell’ambito dell’UE un incentivo allo sviluppo dell’ambiente del divertimento notturno e al turismo a esso correlato. I giovani hanno maggior probabilità di far uso di sostanze stupefacenti o di farne uso con maggiore frequenza mentre sono in vacanza all’estero. Qui le norme sociali sono sospese, le limitazioni comportamentali relativizzate così come le inibizioni, con la conseguente esposizione a situazioni di rischio

 
La ricerca sul consumo di sostanze e i luoghi del divertimento ha riguardato tre target: giovani frequentatori di locali, contattati dagli operatori delle Unità di Strada; studenti delle scuole superiori; e studenti Universitari I risultati della ricerca condotta dalle Unità di Strada consentono di evidenziare alcuni profili di giovani che frequentano i contesti ricreativi "policonsumatori" (maschi con più di 21 anni, non differenziabili per livello di istruzione,  disoccupati o lavoratori saltuari. Più inclini a frequentare rave party); "motivazione" (particolare importanza a “sostanze e sesso”; "consumo" (uso frequente di nicotina, hashish/marijuana, alcol e uso occasionale di tutte le altre sostanze) "consumatori occasionali" (maschi, non differenziabili per età e stato occupazionale, con diploma di scuola superiore. Frequentano maggiormente concerti/festival musicali, feste universitarie, pub e wine bar); "consumo" (nnumero inferiore di sostanze: nicotina, hashish/marijuana e alcol; "non consumatori" (donne al di sotto dei 20 anni, con diploma di scuola dell’obbligo e ancora studenti. Frequentano in maniera minore tutti i luoghi elencati e comunque impiegano meno di mezz’ora per raggiungerli) e "consumo" (assente o praticamente assente a tutti i livelli).

 Per quanto riguarda l’indagine sugli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori e universitari, la ricerca ha riguardato il seguente campione:
5040 studenti di 437 scuole superiori (maggiorenni), il 43.3% maschi con un'età media di 19.1 anni. Interessati 3305 liceali (65.6%) e il restante 34,4% istituto professionale. Il genere è bilanciato nelle diverse regioni, mentre è sbilanciato PER ISTITUTO: i maschi sono sovra rappresentati negli istituti professionali (42.4%), le femmine lo sono nei licei (72.0%) Queste le regioni: Puglia (44.9%);  l’Emilia-Romagna (21.1%),Toscana (19.5%) e Marche (14.5%). Coinvolti anche 4012 università, il 38,1% maschi, con un'età media di circa 23 anni.

I risultati della ricerca hanno evidenziato che il consumo tra gli studenti universitari, aumenta durante il periodo dell’Università. Gli studenti del 5 anno delle Superiori mostrano un consumo superiore rispetto agli studenti dei primi anni dell’università. Gli studenti del 3° anno di università mostrano un incremento nell’assunzione di sostanze. Le differenze di genere si rilevano non solo rispetto alla possibilità di aver assunto sostanze, ma discriminano anche nella frequenza di assunzione. I fuori sede/erasmus consumano in misura maggiore. I consumatori frequentano in misura maggiore tutti i luoghi/eventi del divertimento considerati (tranne cine-teatro).

Il contesto della discoteca (luogo privilegiato per il consumo di alcol) sembra meno frequentato durante l’università (meno dagli universitari, soprattutto fuori sede). Durante l’università acquistano importanza nuovi luoghi, come per esempio wine-bar. I consumatori (rispetto ai non-consumatori) non solo valutano come più importanti i luoghi in cui si può assumere sostanze, ma anche quelli in cui è possibile instaurare nuove relazioni ed esperienze. Il luogo privilegiato per l’assunzione di hashish è a casa con amici.

Lo Stato italiano ha finanziato con 120mila euro una ricerca per conoscere a fondo le rotte del divertimento e il consumo delle sostanze attive. La ricerca fotografa una situazione che si ripete da tanti anni. I luoghi in cui è facile reperire le sostanze sono, oggi come allora, le discoteche e i rave party, ma spuntano anche le feste di paese. Spesso l'individuo è condizionato dal gruppo, mentre sono in molti a non considerare alcol e nicotina come sostanze psicoattive. E proprio sulla nicotina abbiamo il numero di donne che ne fa uso alla pari con gli uomini. Le “quote rosa hanno una decina di punti percentuali in meno rispetto il sesso maschile nell'uso di marijuana, alcol e hashish.

“La ricerca ci ha dato l'opportunità di approfondire gli aspetti quantitativi e qualitativi aggiungendo indicazioni sulla fascia di età studentesca e sulle preferenza per i luoghi del divertimento” ha detto il dottr Michele Sanza del Ser.T di Cesena. Naturalmente l'educazione è un valore che inevitabilmente viene tirato in ballo. Quindi di chi è la colpa se i giovani si avvicinano alle droghe? Dei genitori? Della società? La professoressa Bruna Zani interviene a tono: “I genitori devono essere genitori e non amici del figlio. Devono porre dei paletti e delle regole. Capita spesso che a scuola e all'università gli alunni ci chiedono delle regole”.

Le istituzioni locali sono impegnate nell'opera di sensibilizzazione del problema. L'Ausl e il Ser.T sono spesso presenti fuori dalle discoteche e nei ristoranti per far conoscere le conseguenze di alcol e droghe. Le forze dell'ordine sono impegnate nel contrasto allo spaccio, ma leggendo i dati viene da pensare che la ricerca tragga delle conclusioni che sono sempre le stesse da anni. Fa riflettere anche il fatto che lo Stato abbia il duplice ruolo di finanziatore della ricerca e di gestore dei monopoli tra cui appunto alcol e sigarette.
 

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