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Cronaca

Giornalista di moda a Londra, la cesenate: "Mi sono isolata prima delle decisioni del governo"

"Io e molti dei miei amici, italiani, francesi, spagnoli, portoghesi, abbiamo iniziato l'autoisolamento sabato scorso (14 Marzo) volontariamente, cioè prima che il governo desse precise istruzioni"

"A Londra, lo scorso fine settimana (14 marzo), c'era addirittura chi ha fatto il pic nic nel parco. Solamente chi è italiano, spagnolo o francese si è isolato prima degli altri". A testimoniare come si stanno comportando i londinesi in questo momento di emergenza è Annachiara Biondi, cesenate di 31 anni, laureata in Lingue dell'Asia Orientale (specializzata in cinese) e con un master in Fashion Journalism al London College of Fashion. Dal 2012 Annachiara vive a Londra e attualmente è News Editor per Vogue Business, che significa giornalista per la pregiata rivista "Vogue". E' una ragazza molto capace e determinata, appassionata di moda e di scrittura, che è riuscita a trasformare le sue principali passioni in lavoro. Un sogno che non tutti riescono a realizzare. Ora Annachiara, che ha vissuto anche un anno in Cina, si trova a Londra e l'abbiamo intervistata per capire qualcosa di più.

Quando è arrivata l'emergenza Covid-19 anche in Inghilterra come vi siete comportati?

Io e molti dei miei amici, italiani, francesi, spagnoli, portoghesi, abbiamo iniziato l'autoisolamento sabato scorso (14 Marzo) volontariamente, cioè prima che il governo desse precise istruzioni che qui hanno tardato ad arrivare. Stiamo a casa e usciamo solo per fare la spesa (1 volta a settimana se possibile). Alcuni amici sono andati a correre ma hanno smesso subito perché mi hanno detto c'era troppa gente in giro anche la mattina presto. Io per fortuna ho mascherine, quindi mi proteggo sempre quando esco ma non tutti hanno avuto la possibilità di comprarle e quindi alcuni fanno senza. Attualmente per ricevere la spesa online si aspettano anche 2 settimane, quindi uscire almeno 1 volta a settimana è necessario. Al di là delle responsabilità degli individui, che ci sono ovviamente, credo la responsabilità  maggiore sia del governo che avrebbe dovuto essere molto più chiaro e deciso fin da subito.

L'allarme Coronavirus ormai è in tutto il mondo, ma è partito dalla Cina. Tu che ci hai abitato che idea ti sei fatta?

Non credo di essere nella posizione di confrontare le due gestioni (quella cinese e quella italiana) nei confronti del coronavirus però penso sia importante ricordare che la Cina è un paese dove il governo ha la possibilità di imporre regolamenti e decisioni a cittadini e aziende, e intervenire sull'economia, in modo molto diverso da un paese come l'Italia.

Sei stata in Cina, ora a Londra, raccontaci qualcosa di te e della tua determinazione nel voler realizzare le tue aspirazioni...

Il primo semestre che ho trascorso in Cina, a Pechino, nel 2010 ho studiato alla Capital Normal University, che si trova nella parte nord ovest della città. La Cina è un paese stupendo e ne ho approfittato per viaggiare tanto in quel periodo. Il secondo semestre che ho passato a Pechino, alla Beijing Language and Culture University, studiavo la mattina e il pomeriggio andavo a lavorare come stagista  al The Beijinger, una rivista gratuita in lingua Inglese che tratta di ristoranti, negozi, eventi e tutto quello che c'é da fare nella città. È stata la mia prima esperienza editoriale. A Londra invece ho studiato dal 2012 alla fine del 2013.  Dopo la laurea ho iniziato a fare stages in diverse pubblicazioni. È stato abbastanza difficile all'inizio e ci ho messo molto a trovare un lavoro "stabile". Non è un settore facile e soprattutto all'inizio, tante posizioni sono non pagate o comunque estremamente precarie. Nel 2015 ho iniziato a lavorare come assistente di redazione in un giornale di gioielli chiamato On the Rocks. La redazione era di 7 persone, quindi tutti dovevano fare tutto, da ricerca a correggere le bozze prima di andare in stampa a gestire i social media. Dopo On the Rocks, a fine 2016, sono entrata a Condé Nast con uno stage e per 6 mesi ho gestito il sito interno dell'azienda e la pagina Instagram. Sono stata fortunata perché sono entrata in azienda nel momento in cui si stavano preparando per lanciare Vogue International (una hub basata a Londra che produce articoli e contenuti che possono essere pubblicati online da tutti i Vogue internazionali, da Vogue Italia a Vogue China) e stavano cominciando ad assemblare un team. Una volta finito lo stage mi hanno offerto una posizione come assitente di redazione per Vogue International sotto Lauren Indvik, che è stata la mia editor e che stava appunto formando il team. Per Vogue International ho fatto molte cose, ho iniziato come assistente, poi mi hanno incaricata di gestire le traduzioni di tutti i contenuti che producevamo per 12+ mercati, poi ho iniziato a scrivere anch'io come editorial associate. Nell'estate del 2018, Lauren ha iniziato a lavorare al lancio di Vogue Business, una nuova pubblicazione online che tratta del business della moda, e sono passata anch'io a Vogue Business come associate editor. Vogue Business è iniziato come una newsletter settimanale, poi abbiamo lanciato il sito a gennaio 2019.  Adesso pubblichiamo tutti i giorni sul sito e mandiamo 6 newsletter a settimana. Penso sia importante sottolineare che il sostegno della mia famiglia, morale ed economico, è stato fondamentale. Non avrei potuto fare niente di quello che ho fatto senza il loro continuo supporto.

E ora precisamente cosa fai?

Al momento sono news editor per Vogue Business, quindi copro le ultime notizie ma scrivo anche di Cina, sostenibilità, designer emergenti eccetera. Correggo anche le bozze degli altri giornalisti in redazione e sono in stretto contatto con il team di Vogue Business in China, la versione in lingua Cinese che é stata lanciata su WeChat a Dicembre 2019. Il team è basato a Shanghai ed è indipendente dal punto di vista dei contenuti, ma noi li aiutiamo con i testi in inglese e con la direzione editoriale.

Pensi mai di tornare in Italia?

Certo ci penso, però non con concretezza. Mi piacerebbe fosse possibile tornare a casa ogni domenica per un paio d'ore e passarle con la mia famiglia, per esempio, ma poi tornare qui perché in fondo per il momento la mia vita è qui. Se mi potessi teletrasportare a mio piacimento sarebbe perfetto. Ovviamente sono molto dispiaciuta di essere lontana in un momento come questo, perché vorrei essere con loro.

Cosa ti manca della Romagna?

La mia famiglia, il sole, il mare, la campagna, la vita bella

Che consiglio daresti a una ragazza di Cesena che abbia voglia di crescere professionalmente?

Dalla mia esperienza personale, penso sia importante sapere che non sempre le cose vanno secondo i piani e che bisogna adattarsi, il che non vuol dire accontentarsi. Cercare di imparare sempre da ogni situazione e dalle persone con cui si lavora. Prendere le opportunità che ti vengono date, anche se magari non sono esattamente quello che volevi fare, perché comunque si imparerà qualcosa nel bene o nel male. Non aver paura di cambiare idea. Non confrontarsi con gli altri perché ognuno fa un percorso diverso e si arriva a certi risultati in tempi diversi. Avere pazienza perché a volte ci vuole un po' di tempo per arrivare dove si vuole e spesso dove si arriva e si è contenti non è neanche il punto dove si pensava di voler arrivare all'inizio. E, non in ultimo, essere sempre gentili con tutti. 

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