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Furto d'opere d'arte per scommessa, 3 improvvisati 'balordi' e un bottino inestimabile: la storia al Cinema Eliseo

Una vicenda che, ovviamente, ha del surreale, direi quasi tragicomico, e che è stata raccontata magistralmente da Massimo Pulini, storico d'arte cesenate, scrittore e docente universitario

Si può rubare un quadro di Raffaello per una scommessa al bar? Sembra assurdo ma si può. E' quello che è accaduto la notte tra il 5 e i 6 febbraio del 1975 al Palazzo Ducale di Urbino quando Elio Pazzaglia (l'autore materiale), in combriccola con altri due balordi, portò via dall'edificio tre delle più meravigliose opere del Rinascimento:  La Muta di Raffaello, La Flagellazione di Cristo e La Madonna di Senigallia, entrambe opere di Piero della Francesca. Capolavori inestimabili, dall'immenso valore, che vengono addirittura appoggiate così, come fossero un sacco dell'immondizia, sopra un flipper, all'interno proprio di quel bar dove si era consumata la scommessa.

E a raccontarlo - dopo che la vicenda si concluse con la riconsegna delle opere d'arte - fu proprio lo stesso Elio Pazzaglia che spiegherà come un altro componente dell'improvvisata banda volesse regalare "La Muta" di Raffaello alla fidanzata ma questa, alla fine, lo rifiutò. Una vicenda che, ovviamente, ha del surreale, direi quasi tragicomico, e che è stata raccontata magistralmente da Massimo Pulini, storico d'arte cesenate, scrittore e docente universitario, nel suo libro "Gli inestimabili" (Editore Cartacante Forlì 2011). Chi volesse sentire dalle sue parole com'è andata a finire venerdì sera, alle 20,45, può partecipare alla serata organizzata dal Cinema Eliseo in cui verrà proiettato il divertente film "Il ritratto del Duca" che parla proprio del furto - avvenuto nel 1961 - del quadro "Il ritratto del duca Wellington" di Francisco Goya avvenuto alla National Gallery di Londra. Pulini, invitato da Francesca Piraccini, titolare dell'Eliseo, avendo trattato lo stesso tema, coglierà l'occasione per introdurre la tematica del furto di opere d'arte, raccontando l'esilarante situazione che vide tre improvvisati balordi tornare a casa con un bottino inestimabile e nasconderlo sotto il letto in attesa di capire cosa farne. Una vicenda che ci riporta a piè pari negli anni Settanta, fatti di bar fumosi di provincia, maldestre scommesse e inaspettati finali. Un'atmosfera che piacerebbe molto anche a Fellini. E' per questo, infatti, che "Gli inestimabili" è ancora in cerca di un regista. 

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