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Cronaca

La fontana Masini senz'acqua mostra i segni delle intemperie e del tempo

Il Professore Michele Massarelli, allora presidente della sezione locale di Italia Nostra, si spese molto perchè la fontana fosse tolta dal luogo originale

La Fontana Masini di Cesena, priva d'acqua per impedire la formazione del ghiaccio viste le basse temperature, permette di vedere i lavori di restauro fatti negli ultimi interventi completati nel 2010. Allora si decise di intervenire perchè ormai il monumento, in funzione dal 1591 dopo solo due anni dal completato l'acquedotto costruito dall'ingegnere palermitano Tomaso Laurenti,  era alle corde per colpa dello smog, dell'incuria dell'uomo e la fragilità della pietra d'Istria con la quale era costruito . In particolare l'intervento di sette anni fa mirava ad essere conservativo, piuttosto che ricostruire le varie parti mancanti con materiali del momento. Oltre all'eliminazione delle tracce del smog che permisero il ritorno al bianco originale, venne fatto molto uso di mastici e colle particolari per isolare dalle infiltrazione di acqua le varie parti del complesso e per migliorare i getti. Oggi, grazie all'assenza d'acqua l'occhio può vedere la qualità degli interventi che ancora al momento resistono tenacemente anche se in alcuni punti meriterebbero una rinfrescata. Certo che si è ben lontani dal pensare che l'ultimo intervento fosse per sempre come si disse allora, la fontana richiederà sempre manutenzione.

Fontana Masini, i segni del tempo (foto Pasini)

Proprio lunedì undici febbraio si ricorda il quindicesimo anno della morte del Professore Michele Massarelli, ebbene il noto insegnante liceale di storia e filosofia fu per alcuni anni presidente della sezione locale di Italia Nostra e in questa veste si spese molto perchè la fontana fosse tolta dal luogo originale e collocata in un museo o in un'area protetta proprio per preservarla da danni meteorologici e umani oltre che liquidi e conservarla intatta per le future generazioni in quanto la sua originalità è  indiscussa ed è presente in tutti i trattati di storia dell'arte. Gli ultimi interventi sul monumento costarono  oltre 530mila euro, di cui 350mila per il restauro vero e proprio e 185mila per i nuovi impianti. La sua progettazione venne  eseguita dal settore Edilizia Pubblica del Comune di Cesena, guidato dall’architetto Gualtiero Bernabini con l’apporto dell’architetto Giuseppe Leoni e per la parte impiantistica dell’ingegner Giovanni Battistini e con la collaborazione della Soprintendenza di Ravenna. In fase esecutiva si  occupò della direzione lavori l’architetto Giuseppe Leoni coadiuvato dalla restauratrice Amelia Negretti con l’alta sorveglianza dell’architetto Agostinelli della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Ravenna. Le operazioni di restauro vennero affidate alle imprese specializzate Sacaim e Lares di Venezia, mentre la parte idraulica sarà eseguita dalla ditta Foschi Aldo di Cesena.


 

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