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Volontariato

"Il cuore pulsante", lo Ior celebra i suoi oltre 500 volontari. E ricorderà l'oncologa Silvia Ruscelli

"Questa è la trentacinquesima edizione della Giornata dei Volontari Ior – spiega il direttore generale Fabrizio Miserocchi - si tratta di un traguardo sicuramente non banale per un evento che intende celebrare coloro che donano quanto di più prezioso abbiamo, il tempo"

Sabato, a partire dalle 8:45, quello che il professor Dino Amadori definiva come “il popolo dell’Istituto Oncologico Romagnolo” torna ad incontrarsi in occasione della “Giornata dei Volontari”, il tradizionale appuntamento annuale con cui si celebra il motore pulsante della no-profit: quei 550 volontari attivi e 650 simpatizzanti con impegno saltuario che si spendono gratuitamente e in maniera completamente altruistica per portare avanti la missione di lotta contro il cancro sul nostro territorio. Lo farà per la prima volta negli spazi della Fiera di Cesena e rigorosamente nel rispetto dei protocolli di contenimento della diffusione della pandemia, con la convinzione di chi sa che l’urgenza di tornare alla pratica della solidarietà in presenza è quantomai avvertita: d’altronde il motto “vicino a chi soffre, insieme a chi cura” già racconta quanto sia importante essere fisicamente al fianco dei pazienti nel momento del bisogno.

"Saper resistere alla prova del tempo"

"Questa è la trentacinquesima edizione della Giornata dei Volontari Ior – spiega il direttore generale Fabrizio Miserocchi - si tratta di un traguardo sicuramente non banale per un evento che intende celebrare coloro che donano quanto di più prezioso abbiamo, il tempo, sottraendolo alle proprie famiglie o ai propri interessi per dedicarlo ad essere vicino a chi soffre. Lo faremo per la prima volta alla Fiera di Cesena, un luogo centrale per tutta la Romagna ed adeguato ad ospitare i circa 400 ospiti che da tradizione partecipano all’evento: d’altronde questa città da qualche tempo è centro di gravità delle nostre attività grazie alla prossima apertura del Prime Center, la struttura di prevenzione e medicine integrative che nella visione del professor Amadori dovrà far compiere il definitivo salto di qualità al territorio che abitiamo dal punto di vista della presa in carico del paziente oncologico a 360°. Il volontariato Ior ha dimostrato di saper resistere alla prova del tempo, visto che dal 1979 i nostri servizi d’assistenza non hanno fatto altro che ampliarsi ed adeguarsi alle nuove esigenze dei malati e delle loro famiglie, e dell’emergenza sanitaria: i due anni di pandemia non hanno assopito la voglia di fare del bene, al contrario la società ha una forte esigenza di questo tipo di esperienza per ritrovare la coesione sociale perduta. La Giornata è aperta a tutti: sia a chi dona il suo tempo per lo Ior da anni, sia a chi vuole avvicinarsi e conoscere per la prima volta la nostra realtà. Spero in una grande partecipazione: per registrarsi basta chiamare una delle nostre Sedi sparse sul territorio". 

L'evento

L’evento rappresenterà come sempre anche l’occasione per fare il punto della situazione non solo dell’attività dell'Istituto Oncologico Romagnolo, ma anche per verificare lo stato dell’arte della lotta contro il cancro sia con un occhio all’area romagnola sia con un respiro un po’ più ampio. In questo senso si preannuncia di grande interesse l’intervento del professor Pierfranco Conte: l’ex direttore scientifico di Oncologia Medica dell’Istituto Oncologico Veneto, tra i massimi esperti in Italia di carcinoma mammario, aprirà un focus su cosa sta già cambiando e cosa dovrà cambiare a breve dal punto di vista della ricerca, della clinica e persino della politica sanitaria alla luce delle nuove scoperte genetiche, che portano a cure sempre più precise, differenziate e personalizzate. Saper riconoscere il Dna specifico della neoplasia porta infatti al superamento del concetto di “big killers”: ad esempio non ha più senso parlare genericamente di tumore al seno, visto che all’interno di questa definizione ricadono almeno dodici sindromi molecolari con l’unica caratteristica comune di nascere nella medesima area. Questa nuova impostazione quali cambiamenti impone nel nostro modo di fare ricerca? La cura personalizzata e studiata per ogni singolo paziente può essere sostenibile per il sistema sanitario? Di questo e di molto altro parlerà il professor Conte durante il suo intervento, che sarà preceduto dai saluti istituzionali di Raffaele Donini, assessore per le Politiche della Salute della Regione Emilia-Romagna; di Enzo Lattuca, sindaco di Cesena; del professor Renato Balduzzi, presidente dell’Irst Irccs “Dino Amadori”; e di Luca Panzavolta, presidente dell’Istituto Oncologico Romagnolo.

Il ricordo

Come sempre, alla dimensione scientifica, verrà affiancata una parte molto più emotiva caratterizzata da suggestive testimonianze. In questo senso si preannuncia toccante l’intervento del dottor Luca Frassineti in ricordo della dottoressa Silvia Ruscelli, l’oncologa dell’Ospedale “Bufalini” di Cesena scomparsa insieme al marito in un incidente motociclistico mentre andavano al concerto di Vasco Rossi. La tragedia ha sollevato un’ondata di dolore ma anche di solidarietà: il crowdfunding nato a sostegno del futuro delle figlie della coppia, Giulia, Marta ed Irene, sulla piattaforma Ior www.insiemeachicura.it ha raggiunto in sole due settimane quasi 170.000 euro di raccolta, frutto della generosità di più di 3100 donatori. C’è molta attesa anche per il momento dedicato ad un’altra campagna dell’Istituto Oncologico Romagnolo, “A Testa Alta”, grazie alla quale quattro strutture del territorio hanno potuto dotarsi di altrettanti caschi refrigeranti “Paxman Scalp Cooler”, dispositivo utile ad evitare alle donne in chemioterapia l’ulteriore carico emotivo della caduta dei capelli. In questo senso interverranno Elena Urbinati, Coordinatrice Infermieristica del Day Hospital Oncologico di Rimini e Novafeltria, che spiegherà come il macchinario faccia la differenza per le pazienti che ha in carico, e due donatrici molto particolari che racconteranno le motivazioni personali che le hanno spinte a sposare la causa in maniera convinta.

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