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Cronaca Sarsina

Erano rimasti nascosti dal 1898: particolare ritrovamento a Calbano di Sarsina

"Gli abitanti sono attaccati in modo particolare alla loro chiesetta", racconta don Daniele Bosi

Erano rimasti nascosti dal 1898. Ora si trovano custoditi in un quadro. Ritrovamento particolare nell'oratorio di Sant'Antonio a Calbano di Sarsina, dove da un piccolo cartoccio di giornale sono spuntate 3 collane di corallo rosso e una di corallo nero, alcuni ex voto in argento, una moneta del 1875, alcuni cuori in stoffa. "Gli abitanti sono attaccati in modo particolare alla loro chiesetta - racconta don Daniele Bosi -. Dopo la festa di Sant’Antonio veniva ricordato come negli anni ’70, quando la furia post-conciliare devastava in lungo e in largo le nostre comunità e i loro tesori, mobili e quadri di Calbano erano già stati asportati, pronti per la vendita. Di come diversi capi famiglia andarono “giù” a Sarsina pretendendo con veemenza che le cose tornassero al loro posto. E, subito, ogni cosa fu per fortuna rimessa al loro posto".

"Mentre i parrocchiani più stretti stavano sistemando quanto preparato per la recente festa di Sant’Antonio, si raccontava questo episodio e qualcuno evidenziò che c’era, in chiesa, uno sportellino misterioso - prosegue don Daniele -. In un inginocchiatoio del ‘500, collocato vicino all’altare, c’era uno sportellino che, a memoria d’uomo, non era stato mai aperto e se ne era perduta la chiave. I presenti allora, senza danneggiare nulla, fecero leva aprendo questo sportellino e dentro vi trovarono un piccolo cartoccio di giornale, legato da uno spago. Il giornale che avvolgeva il materiale era del 1896, e certamente non era stato più manomesso. Apertolo, vennero alla luce 3 collane di corallo rosso e una di corallo nero, alcuni ex voto in argento, una moneta del 1875, alcuni cuori in stoffa. Erano rimasti nascosti dal 1898".

I presenti hanno voluto consegnare quanto trovato a don Daniele, presente, che si era offerto di donare un quadro per riporvi quanto ritrovato. Dopo una settimana il quadro era pronto e donato alla chiesa dal sacerdote, originario delle vicinanze. La chiesetta, alla quale si accede solo a piedi, è custodita da famiglie che abitano a pochi metri e sorvegliano continuamente.

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