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Cronaca

Dopo 33 anni torna alle stampe un ricettario dell'Accademia Italiana di cucina di Cesena

Quando le migliori tradizioni culinarie locali sposano la solidarietà l'evento è unico. Unica com'è stata l'intuizione dell'Accademia Italiana della Cucina Delegazione di Cesena di riprendere in mano un prezioso ricettario del 1987

Quando le migliori tradizioni culinarie locali sposano la solidarietà l'evento è unico. Unica com'è stata l'intuizione dell'Accademia Italiana della Cucina Delegazione di Cesena di riprendere in mano un prezioso ricettario del 1987, frutto del primo corso di pasticceria tenuto da Ezio Biguzzi della pasticceria "Romagna", stamparlo mantenendo l'eleganza e l'autenticità dell'originale e poi donarlo alla Croce Rossa di Cesena affinché possa farne l'uso che vuole per ricavarne fondi da impiegare nelle loro preziose attività di aiuto e sostegno alla comunità locale. La donazione del ricettario è avvenuta durante una serata conviviale all'Hotel Da Vinci di Cesenatico, che ha riunito, per la prima volta dopo il Covid, tutti gli accademici oltre al sindaco Enzo Lattuca, il presidente della Croce Rossa di Cesena, Massimo Baiardi, e, ovviamente, il maestro pasticcere Ezio Biguzzi.

L'idea di riproporre a distanza di 33 anni un libretto di ricette edito in pochi esemplari è stata di Lilli Babbi Cappelletti, dell'Accademia Italiana della Cucina e già curatrice nel 1987 del ricettario e del corso di pasticceria realizzato per l'allora Croce Rossa di Cesena.

"Fu, in assoluto, il primo corso di pasticceria tenuto a Cesena - spiega Liliana Babbi Cappelletti - Lo organizzammo proprio come Croce Rossa, e, nel 1987, non si poteva che chiamare Ezio Biguzzi, il padre della pasticceria cesenate, l'innovatore, il primo che portò a Cesena i cornetti alla crema, la pasticceria mignon, la treccina con l'uvetta, la meringata... Tutte le ricette che si trovano nel libretto vennero realizzate davanti a noi con un superforno e una planetaria che Biguzzi comprò appositamente per il corso. Il suo grande merito, infatti, fu quello di tradurre le ricette e i segreti che utilizzava nel laboratorio della sua pasticceria in ricette più semplici, da realizzare in casa, nelle cucine di tutti i cesenati. Io, nel 1987, annotai con grande cura tutto quello che il maestro Biguzzi ci insegnò e una maestra lo scrisse in bella calligrafia. Durante il lockdown me lo sono ritrovato tra le mani e, avendo ben chiaro l'impegno eccezionale dei volontari della Croce Rossa, insieme agli Accademici e al delegato Gianluigi Trevisani, abbiamo pensato di rieditarlo, conservandone l'elegante calligrafia e la cura dei dettagli, al fine di dare un contributo concreto alla Croce Rossa. Abbiamo unito quello che ci caratterizza: la cucina e la valorizzazione delle tradizioni culinarie della nostra città alla solidarietà".

"Questo piccolo ricettario casalingo - le fa eco Gianluigi Trevisani, presidente dell'Accademia Italiana della Cucina delegazione di Cesena - è frutto del valido e immutato spirito di ricerca che promuove il nostro essere accademici in sintonia con la collettività locale e con lo spirito di proporre e rinnovare esperienze della tavola, ancor oggi sorprendenti per la loro validità gastronomica e culturale".

"Fu un grande piacere per me tenere il corso nel 1987 - spiega Ezio Biguzzi - com'è un piacere oggi poter contribuire nuovamente a dare una mano alla Croce Rossa. Io ho iniziato a fare il pasticcere a 16 anni, in un piccolo laboratorio sotto casa, e mi ricordo solo che quando iniziai a Cesena la maggior parte dei prodotti che si chiamavano pasticceria erano prodotti da forno. Era una pasticceria povera, fatta essenzialmente da ciambelle. Io imparai a Riccione da un maestro pasticcere di Milano. Allora nelle grandi città c'era una pasticceria più fine, avevano ricette e modalità di cucinare molto avanzate. Per esempio nessuno a Cesena usava il burro, io, invece, lo introdussi. In più a me piace fare tutto in casa, dallo zabaione alle creme, non ho mai usato polverine o surrogati. E soprattutto uso i rossi dell'uovo, mentre i bianchi li utilizzo solo per le meringhe. E così la pasticceria ha un altro sapore".

A sostenere la bontà della pasticceria "Romagna" anche il sindaco Lattuca che, testimoniando le sue parole con una foto di quando era bambino, ha ricordato come sia cresciuto a bomboloni con la crema, ovviamente quelli generosi e straboccanti di Ezio Biguzzi.

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