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Cronaca

Diventare ultracentenari ed in salute si può, ecco il segreto della longevità

E' una questione sì di genetica, ma anche di prevenzione e di stile di vita, che significa buona alimentazione, movimento, buoni rapporti e vita tranquilla

Diventare ultracentenari ed essere anche in salute si può. Secondo Dino Amadori oncologo, direttore scientifico Irst, e Claudio Franceschi, studioso di genetica nonché professore emerito dell'Università di Bologna, è una questione sì di genetica, ma anche di prevenzione e di stile di vita, che significa buona alimentazione, movimento, buoni rapporti e vita tranquilla.  I due professori stanno lavorando insieme a "Salute, sostenibilità, alimentazione e ambiente": ovvero S2A la società che pensa alla salute dei cittadini. Si tratta di un progetto, già abbozzato ma che deve ancora prendere forma concreta, e che vede in campo le più importanti aziende del territorio cesenate: Amadori, Consorzio Agrario Adriatico, Formula Servizi, Orogel, Sfir ed Hera. L'alleanza ha come fine contribuire concretamente alla qualità della vita, arrivando a creare un modello di "Città in Salute" un luogo in cui i cittadini possano vivere a lungo con un elevato livello di benessere. 

Il progetto parte da una riflessione sulla Blue Zones, ovvero quelle zone nel mondo, individuate da una ricerca del National Geographic di qualche anno fa, in cui si concentra il maggior numero dei centenari. La provincia di Nuoro in Sardegna è una di quella Blue Zones, ma anche Bologna (e in generale l'Emilia Romagna) ha risultati più che positivi. Tutte le persone che vivono in queste aree sono fisicamente attive e sfruttano l'ambiente in cui vivono: vanno in bicicletta, camminano e si muovono con regolarità. Hanno una buona vita sociale, un'alimentazione leggermente ipocalorica, varia ed equilibrata e si prendono cura del proprio benessere, imparando anche a rilassarsi. 

"Da qui lo staff di medici di S2A è partito per creare il punto di partenza per il progetto Città in Salute - ha spiegato Luciano Natali, presidente di S2A - nostro obiettivo è creare un passaporto del benessere che ogni azienda possa acquistare per capire meglio lo stato di salute dei loro dipendenti. Passaporto del benessere, composto da un check-up completo e un sistema di monitoraggio della salute messo a punto da un comitato scientifico e ricercatori in varie discipline, che potrà essere esteso anche agli altri cittadini". 

"Questo passaporto ha lo scopo di rilevare i parametri che le più autorevoli fonti scientifiche indicano come predittivi dello sviluppo delle principali malattie croniche - ha spiegato Enrico Piraccini, membro del comitato scientifico - e tra le malattie croniche ci sono malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie e diabete. L'ideale sarebbe riuscire a capire come prevenire le malattie o quantomeno capire, con un prelievo biologico, se c'è la predisposizione per un'eventuale malattia o se, ancor peggio, è già iniziato un primo latente inizio di malattia. Nel secondo caso, diventa importante capire per la ricerca, se con un cambio fondamentale di stile di vita è possibile bloccare la malattia conclamata. Un risultato del genere aprirebbe la strada a molte più vecchiaie felici e in salute". 

Grazie a un software di raccolta ed elaborazione dati e a un'app appositamente pensati, sarà possibile rilevare precocemente la presenza di eventuali segnali di squilibrio della salute.  Ma il monitoraggio sulla salute non riguarda solo le persone, il progetto S2A prevede anche dei sensori ambientali, utili a fare un check up alla città, alla qualità dell'acqua, dell'aria, all'emissioni di polveri, per fornire anche alle amministrazioni un quadro generale della salute urbana. Chissà che voto prenderà Cesena?

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