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Cronaca

Discoteche chiuse, esplode la delusione: "Mancano strategie comuni. E le attività rischiano di chiudere"

Così il vocalist Collini: "Ritengo che in questa fase, dove negli Italiani manca parte della fiducia nel Ministero centrale, avere avuto un Medico in quel ruolo, anzichè un politico di professione, avrebbe dato un maggiore spessore"

Vocalist in discoteca, conduttore radiofonico (Drive Time su Radiocentrale), imprenditore Frantz Collini vuole dire la sua sullo stop imposto alle discoteche. "Premetto che sono di parte, ma la doccia fredda rappresentata dalla chiusura delle disco derivante dalla solita cabina di regia ed annunciata con il solito stile "copia/incolla" da Roberto Speranza - scrive Collini - è un ulteriore tentativo di cercare soluzioni senza una strategia ed una precisa visione d'insieme. Il problema Covid esiste, e negarlo sarebbe sciocco, ma dopo due anni e le centinaia di consulenti e scienziati che il Governo ed il Ministero possono permettersi al seguito ci si aspettava soluzioni ben diverse, per lo meno condivise con le Regioni".

"A luglio 2021 - prosegue - Roberto Speranza ha pubblicamente dichiarato di adottare il Green Pass per non chiudere più nessuna attività e per garantire l'economia e la socialità ai giovani. Questa frase è stata più volte rimarcata anche dal premier Draghi in persona. C'è stata la corsa alla vaccinazione, un pò per convinzione ed un pò per "sopravvivenza" (io ho sempre avuto posizioni abbastanza critiche sui vaccini, ma mi sono regolarmente vaccinato e con doppia dose - non ho alcun problema a condividerlo pubblicamente). A novembre il Ministro aveva nuovamente annunciato di volere adottare il GreenPass rafforzato (evidentemente il termine "Super Green Pass" non gli piaceva) per garantire agli immunizzati e ai vaccinati libertà e vita sociale, anche pensando ai giovani. E tutte le persone di buon senso che gestiscono locali e che lavorano nel mondo della notte si sono attrezzati ed hanno pianificato gli investimenti. Ora, a pochissimi giorni dal Capodanno viene emessa un'ordinanza di chiusura senza fornire alcuna spiegazione, tra l’altro anche criticata dalla Regione Emilia-Romagna che mi pare sempre scrupolosa ed attenta".

"Ho avuto l'onore di intervistare grandissimi virologi, epidemiologi ed esperti e qualche cognizione in materia, anche non essendo un sanitario, credo di essermela fatta. Inoltre ho un lavoro "diurno" che mi consente di parlare con ben 123 Paesi e raccolgo informazioni sulla pandemia anche dall'estero ed ho anche potuto leggere qualche articolo di letteratura scientifica. In Italia sono stati fatti errori molto rilevanti anche dopo diverso tempo dalla gestione della pandemia - continua -. Dalla mancanza delle mascherine iniziale per i sanitari ad una non definitiva chiarezza sul piano pandemico, dalla mancanza di almeno un virologo nel Comitato Tecnico Scientifico (sono presenti illustri Medici di igiene pubblica ed epidemiologia ma un virologo specialista manca!) al ritardo importante nello sdoganamento degli "anticorpi monoclonali" per salvare vite umane, che venivano già largamente utilizzati in Europa".

"E veniamo al tema attuale, la variante Omicron - continua -: ad inizio dicembre il Ministro Speranza confermava di "avere appena firmato un'ordinanza per bloccare" ogni volo dal SudAfrica sugli aeroporti Italiani. Come fece a gennaio 2020 dalla Cina.
Non servono tuttavia competenza accademiche di logistica aeroportuale per capire che il problema principale è il peering con i grandi hub aeroportuali europei (Heathrow a Londra, Schipl ad Amsterdam e Francoforte) dove ci sono decine e decine di voli al giorno con il SudAfrica. Da uno dei principali hub, in un’ora si rientra in Italia, oppure in treno in poche ore. Se negli aeroporti manca il tracciamento dell'origine del viaggiatore, ci ritroviamo Omicron in casa in 48 ore. E così è stato nonostante avessimo, stavolta, un vantaggio di almeno quindici giorni. Non ho particolari posizioni politiche, ho visto però questa legislatura abbastanza “fluida” e con tanti cambiamenti. Eppure, in due Governi dove si è cercato di dare una svolta su diversi fattori, non si è nemmeno ipotizzato di scegliere una persona diversa a capo del Ministero della Salute. E a mio avviso sarebbe stato importante anche per trovare idee, strategie, consulenti, staff ed equilibri nuovi e rinnovati. Per lo meno, il Ministero poteva pensare di affidare il Dicastero al professore Pier Paolo Sileri, attualmente sottosegretario alla Salute, che è innanzitutto un medico, chirurgo, docente universitario e ricercatore (ha ben 21 pubblicazioni scientifiche a prima firma disponibili)".

"Ritengo che in questa fase, dove negli Italiani manca parte della fiducia nel Ministero centrale, avere avuto un Medico in quel ruolo, anzichè un politico di professione, avrebbe dato un maggiore spessore e certi sacrifici sarebbero stati accettati forse con meno fatica - conclude -. Tornando alla socialità e ai locali, sono stati studiati protocolli, percorsi, controlli, green pass, super e mega green pass e pagati milioni di euro ad esperti, consulenti e scienziati. Con quale risultato? Chiudere, punto. Da una settimana all'altra ogni attività economica è a rischio chiusura, ridimensionamento a causa soprattutto di mancanza di visione, strategie internazionale e dialogo fra i Paesi e gli scienziati che non riescono ad arrivare ad una visione comune. Quando invece dovrebbero premere maggiormente sui maggiori produttori farmaceutici per obbligarli a maggiori investimenti in ricerca, testing e collaudo delle soluzioni farmacologiche".

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