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Cronaca

Discarica della Busca, l'assessore: "Dai dati emerge che non c'è pericolo di inquinamento"

Sulla discarica della Busca arriva la risposta dell'Assessore all'Ambiente Francesca Lucchi. In Consiglio comunale di giovedì pomeriggio l'assessore ha risposto ad una serie di quesiti posti dalla consigliera del Movimento 5 Stelle Natascia Guiduzzi sulla chiusura definitiva della discarica e sul suo stato attuale

Sulla discarica della Busca arriva la risposta dell’Assessore all’Ambiente Francesca Lucchi. In Consiglio comunale di giovedì pomeriggio l’assessore ha risposto ad una serie di quesiti posti dalla consigliera del Movimento 5 Stelle Natascia Guiduzzi sulla chiusura definitiva della discarica e sul suo stato attuale. La prima rassicurazione dell’assessore è che “allo stato attuale la discarica è in assenza di conferimenti rifiuti e vengono effettuati i controlli ambientali e gestionali”.

La discarica è finita nel mirino per un percolato che fuoriuscita dall’area. A riguardo, per l’assessore, “le ordinanze prevedono l’integrazione del Piano di Sorveglianza e Controllo (PSC) con un PSC di emergenza;          la realizzazione dei lavori di intercettazione del canale di fondo; la realizzazione di due pozzi duali;         interventi di regimazione delle acque nelle vallecole adiacenti. I lavori di intercettazione del canale di fondo e la realizzazione dei due pozzi duali sono stati eseguiti ed ultimati nel corso del 2013. Gli interventi sopra descritti hanno permesso di ristabilire una situazione di sicurezza”.

Continua l’assessore: “Inoltre, con comunicazione dell’11/2/2014 Herambiente ha consegnato il progetto definitivo di regimazione delle acque meteoriche insieme al progetto di copertura definitiva della discarica che è ancora in corso di autorizzazione. Presumibilmente verrà formalmente autorizzato dalla Provincia entro la prima settimana di giugno. L’ente di controllo ha autorizzato la realizzazione di ulteriori 6 pozzi duali”.

Guiduzzi chiedeva “quanti controlli/analisi acque sotterranee e superficiali sono state fatte dopo la chiusura e quali sono i risultati di tali analisi”. Questa la risposta: “Ad oggi sono state realizzate 62 campagne di monitoraggio. I superamenti delle soglie di contaminazione, per alcuni parametri, sono riconducibili a fenomeni di “hot spot”. Tali fenomeni sono legati a processi naturali di interazione acqua-roccia protratti nel tempo. Ciò è stato confermato anche mediante la definizione dei rapporti isotopici  delle acque sotterranee in base ai quali è stato, inoltre, possibile escludere la presenza di percolato nella rete dei piezometri di controllo. A supporto di questa evidenza, vi son anche i valori rilevati per i macrodescrittori tipici del percolato (ammoniaca, BOD, COD e cloruri) che, in nessun caso, sono variati in modo significativo nel corso degli anni. Pertanto, allo stato attuale, si può escludere la presenza di sorgenti di contaminazione, primarie o secondarie, attive da parte della discarica. I dati disponibili fino ad oggi non mostrano trend tali da suscitare un allarme su un possibile pericolo di inquinamento”.

A che punto è la procedura di “potenziale sito contaminato”, quali accertamenti sono stati fatti e con quali esiti? Per l’assessore “a valle delle comunicazioni di Herambiente SpA sugli esiti delle campagne di monitoraggio effettuate dal mese di agosto 2011 a marzo 2013 in cui si sono rilevati dei superamenti delle CSC  è stato aperto dall’Amministrazione Provinciale un procedimento che è ancora in corso. Pur se la procedura non è ancora conclusa, non risultano ad oggi evidenze di criticità particolari”.

Guiduzzi chiedeva “a quanto ammonta il percolato che continua a fuoriuscire e a quanto ammontano i costi di smaltimento. In particolare si richiede un confronto fra i costi sostenuti per lo smaltimento nel triennio 2009-2011 e nel successivo triennio 2012-2014”. Su questo punto emerge che “il percolato proveniente dal canale di fondo e convogliato alla vasca dello stoccaggio per il successivo smaltimento, ammonta a circa 1000 tonnellate l’anno.

Infine per l’assessore “la sospensione dei conferimenti era stata già programmata prima dell’evento accidentale relativo al canale di fondo, in quanto era stata raggiunta sostanzialmente la volumetria autorizzata e si era in attesa della nuova autorizzazione per l’ampliamento al 1.500.000 mc. Per quanto attiene il piano di recupero si procederà alla realizzazione di quanto già previsto in autorizzazione e che rientrerà nella nuova AIA in via di emanazione (capping definitivo e ripristino ambientale)”. 

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