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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Dieci immobili comunali da affidare ai privati, per i "Gessi" il Comune conferma il ristorante

Sono dieci gli edifici di proprietà comunale che l’Amministrazione ha inserito nel nuovo elenco  degli immobili da destinare alla realizzazione di progetti di recupero da parte di privati

Sono dieci gli edifici di proprietà comunale che l’Amministrazione ha inserito nel nuovo elenco  degli immobili da destinare alla realizzazione di progetti di recupero da parte di privati, volti allo sviluppo di attività culturali, sociali ed economiche, aggiornando così la lista stilata a questo scopo nel 2013. La delibera che li identifica (rivedendo in alcuni casi la destinazione d’uso) è stata approvata dalla Giunta all’inizio della settimana. Si tratta del primo passo formale verso la stesura del bando di evidenza pubblica con il quale si procederà alla loro assegnazione.
 
Rispetto al 2013, la novità più rilevante è rappresentata dall’inserimento nell’elenco dell’ex casa colonica dei Gessi. Gli altri edifici interessati dall’attuale provvedimento sono gli stessi già considerati quattro anni fa: gli Ex Bagni Pubblici Sotterranei, l’Ex Lazzaretto, l’Ex Serbatoio Acquedotto di Ponte Abbadesse, l’Ex Mulino Enel di Via Mulini, il Palazzo Del Diavolo, il Torrioncino Mura Giardino, l’ex Acquedotto Ponte Abbadesse, i fabbricati presenti nel Parco Minerario di Formignano e la Torre Di Roversano. Per due di loro – l’ex Acquedotto di Ponte Abbadesse e l’ex serbatoio sempre a Ponte Abbadesse – era già stato pubblicato il bando di assegnazione, ma in entrambi i casi la gara è andata deserta.
 
La delibera indica per ognuno di essi anche il tipo di attività a cui destinarli. Per il fabbricato dei Gessi, l’orientamento è di riproporre il suo utilizzo come esercizio dedicato alla ristorazione. Anche per cinque altri immobili si conferma l’utilizzo già ipotizzato nel 2013: fanno parte di questo gruppo gli ex Bagni Pubblici di piazza Giovanni Paolo II per i quali si pensa a un utilizzo nell’ambito delle politiche giovanili e delle differenze; l’Ex Lazzaretto, per il quale si guarda a finalità legate all’associazionismo; il Palazzo Del Diavolo,  destinato ad attività legate all’associazionismo culturale e sociale; i fabbricati del Parco Minerario di Formignano, per i quali c’è l’idea di dedicarli ad attività culturali e ambientali, ma anche progetti legati al ristoro e alla ricettività; la Torre Di Roversano potrà accogliere attività espositive di tipo storico-culturale, artistico, naturalistico.

Invece, è stata riveduta in modo più o meno marcato la destinazione d’uso dei rimanenti quattro edifici. Si tratta dell’Ex Serbatoio Acquedotto di Ponte Abbadesse, dove inizialmente si era pensato di collocare un’attività di promozione turistica e valorizzazione dei prodotti a km zero, con degustazione, e per il quale oggi si punta alla creazione di un pubblico esercizio. Attività di ristorazione o, comunque, un pubblico esercizio è previsto anche per  Mulino Enel di Via Mulini (dove in un primo tempo si era pensato anche di realizzare in un ostello). Per il Torrioncino Mura Giardino, inizialmente candidato ad ospitare attività di tipo culturale, artistico, espositivo, oggi c’è l’idea di assegnarlo ai Servizi Sociali dell’Unione Valle Savio. Infine, per il serbatoio di Ponte Abbadesse si passa da finalità artistico – culturali a una destinazione come pubblico esercizio.
 
“Sono due le principali ragioni alla base di questo nuovo provvedimento – spiegano il Sindaco Paolo Lucchi e il Vicesindaco Carlo Battistini -. Da un lato l’esigenza di modificare le destinazioni d’uso di alcuni edifici, per renderle più concretamente percorribili, e dall’altro la volontà di attivare per l’immobile dei Gessi lo stesso percorso, finora impossibile da intraprendere a causa della ben nota vicenda giudiziaria, giunta solo nei giorni scorsi a conclusione, con la sentenza della Corte di Cassazione. Per questo immobile come per gli altri, l’obiettivo di fondo è il medesimo: cercare di recuperarli dal degrado in cui tutti – chi più, chi meno – si trovano e ridare loro nuova vita, sviluppando al loro interno iniziative con finalità pubbliche. Anche perché, senza interventi, le condizioni di deterioramento rischiano di aggravarsi ulteriormente. Purtroppo il Comune al momento non è in grado di far fronte a queste situazioni, e per questo siamo orientati a verificare se esista un interesse esterno. L’idea è quindi quella di assegnarli a condizioni particolarmente facilitate ad enti, associazioni o altri soggetti privati, a patto che gli assegnatari si facciano carico anche delle opere di manutenzione e, naturalmente, presentino un progetto coerente e sostenibile da un punto di vista finanziario”.
 


 

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