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Cronaca

Decibel alti per Mama Maè, il concerto "teatrale" dei Negrita scalda il Carisport

La band aretina non ha certo deluso i centinaia di fan accorsi ad assistere allo spettacolo

È strano vederli lì, seduti e composti, quando di solito i loro live sono un tripudio di chitarre elettriche e grandissima energia. Eppure il concerto “teatrale” dei Negrita, andato in scena ieri sera al Carisport di Cesena, non ha certo deluso i centinaia di fan accorsi ad assistere allo spettacolo.

La band aretina ha proposto in chiave semi-acustica i suoi più grandi successi, con arrangiamenti originali che hanno dato nuova linfa ai brani, a volte anche “spiazzando” letteralmente il pubblico. Oltre 2 ore di buona musica, con cui i “Doctors” hanno voluto festeggiare i  loro 25 anni di carriera e anche i 20 anni dall’uscita dell’album Reset, il lavoro pubblicato nel 1999 che li ha resi celebri al grande pubblico (grazie anche al fatto di essere stato la colonna sonora del film di Aldo, Giovanni e Giacomo Così è la vita).  

I Negrita non fanno attendere e poco dopo le 21 attaccano con una delle loro canzoni-simbolo, Ho imparato a sognare: il pubblico cesenate gradisce e inizia a sciogliersi. Si prosegue con alcune grandi hit della band come Brucerò per te, Il mondo di Greta, Dannato vivere e Che rumore fa’ la felicità?. L’atmosfera inizia a scaldarsi con Il libro in una mano, la bomba nell’altra, singolo-scandalo che al momento della sua uscita nel 2008 fece molto discutere per i contenuti di denuncia (tutt’altro che impliciti) contro la Chiesa. Poi è la volta di Malavida En Bs.As., brano tratto dall’album Helldorado (2008), dedicato “al nostro viaggio in Argentina che è stato fonte di profonda ispirazione” come ha spiegato Pau al pubblico. A questo punto inizia la parte del concerto dedicata a Reset (a proposito, per l’occasione l’album è stato ristampato in vinile): si parte con Provo a difendermi, “pezzo che non suoniamo dal vivo da almeno 12 anni” sorride Pau, per poi passare a Fragile, Hollywood e Transalcolico, in una versione decisamente originale, conclusa dal cantante aretino citando i versi di Vita spericolata di Vasco Rossi. 

Il pubblico si infiamma quando il basso introduce In ogni atomo, cantata a squarciagola da tutto il Carisport e che alla fine ha scatenato l’ovazione dei fan per i Doctors. L’intensità rimane altissima quando Pau intona Mama Maè, forse il brano più celebre in assoluto della rock-band toscana, facendo cantare ancora una volta i fan romagnoli. Chiuso il tributo a Reset, il chitarrista Drigo si esibisce da solo con chitarra e voce ne Il giorno delle verità. Pau riprende il suo posto sul palco e intona la delicata ballata Magnolia, cantata all’unisono da tutto il pubblico. È  forse il momento dalla più alta carica emotiva e un’altra splendida ballata incanta il Carisport, questa volta si tratta di Hemingway, brano dedicato al grande scrittore americano, arricchita anche dal suono di uno splendido arco.

Lo show continua con La tua canzone e la nostalgica Non torneranno più, dedicata ad un amico della band scomparso, ma nello stesso tempo anche un “inno alla vita” come ha sottolineato Pau. Lo show sale nuovamente di tono con le note di Cambio, in cui le roboanti chitarre elettriche della versione originale  lasciano spazio ad un riuscitissimo arrangiamento acustico in stile country. Dopo i rituali finti saluti, arriva il rush finale: al rientro della band, il pubblico si alza in piedi e si accalca a ridosso del palco, proprio mentre Pau inizia a cantare sulle note de Il gioco. Poi ci pensa Radio Conga a tenere alta la temperatura della platea del Carisport che  va letteralmente in ebollizione con Rotolando verso sud, suonata dai Negrita in una piacevolissima e riuscitissima versione reggae.

Lo show si chiude, come consuetudine, sulle note di Gioia Infinita. La stessa gioia che i Negrita hanno regalato al pubblico cesenate con il loro intensissimo concerto. 

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