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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

A Cesena sportivi fin da piccoli: calcio e nuoto i più gettonati

Dall’analisi dei dati raccolti è emerso che la pratica sportiva è largamente diffusa fra gli scolari cesenati: ben il 64% dei bambini pratica uno sport, mentre uno su dieci ne pratica più di uno

Oltre il 75% dei bambini cesenati fa sport, e uno su dieci pratica addirittura due discipline; lo sport più gettonato è il calcio, ma anche il nuoto registra un alto numero di piccoli praticanti (soprattutto fra le bambine). Sono alcuni dei risultati di una ricerca condotta fra i 4518 allievi delle elementari di Cesena da Alessandro Coppari, appena laureato in Scienze delle Attività Motorie e Sportive all’Università San Raffaele di Roma proprio con una tesi dedicata alla diffusione dell’attività sportiva nella scuola primaria. E dopo aver conseguito il sospirato traguardo accademico, nei giorni scorsi Coppari ha incontrato il sindaco Paolo Lucchi e gli assessori alla Scuola Simona Benedetti e allo Sport Christian Castorri per presentare i risultati della sua ricerca.

“Sono partito dai molteplici studi – spiega Coppari –  che attestano l’importanza dell’attività fisica  e l’interrelazione fra lo sviluppo cognitivo e quello motorio-sportivo, e ho voluto verificare quale fosse la situazione di Cesena, anche alla luce del riconoscimento di Città Europea dello sport ottenuto nel 2014. Così ho predisposto un questionario che  ho somministrato a tutti gli alunni delle primarie di Cesena per raccogliere dati relativi alla frequenza dell’attività settimanale, alla tipologia di sport praticato, alle differenze fra maschi e femmine, italiani e stranieri e all’evoluzione della pratica con il crescere dell’età. Dati che ho poi comparato con quelli ottenuti dall’ultima indagine del Coni con la collaborazione dell’Istat denominata “I numeri dello sport”, pubblicata nel 2014”.

Dall’analisi dei dati raccolti è emerso che la pratica sportiva è largamente diffusa fra gli scolari cesenati: ben il 64% dei bambini pratica uno sport, mentre uno su dieci ne pratica più di uno. La percentuale di chi non pratica alcuna attività è del 25%, ben inferiore a quella nazionale, che si attesta al 41%. Fra coloro che fanno sport, la maggioranza (22,38%) predilige il calcio, mentre al secondo posto il nuoto, con il 20,26% delle preferenze. Sul gradino più basso del podio troviamo la ginnastica, con il 10,87%. La classifica degli sport più praticati prosegue con la pallavolo (8,55%), la danza (7,79%) e il basket (7,46%). Ma c’è un 22,68% di bambini che sceglie altri sport, come il tennis (4,10%), judo, karate, atletica (tutti intorno al 2%).

Quasi tutte le discipline prevedono due allenamenti settimanali, e non a caso il 61% dei bambini interpellati pratica sport con questa frequenza. Ma c’è un 15% che aggiunge una terza sessione, spesso corrispondente al secondo sport, che per la maggior parte dei casi è il nuoto. Il 58% dei bambini che praticano due sport, infatti, lo sceglie come sport da affiancare una volta a settimana allo sport preferito. E’ presente, infine, un 6% di bambini che pratica 4 o più allenamenti settimanali, e si tratta principalmente di bambine che fanno danza o ginnastica a livello agonistico. Da registrare, infine, che la frequenza di allenamento sale con il crescere dell’età. Questo è la fotografia che emerge considerando la popolazione scolastica nel suo complesso. Ma se si analizzano i dati disaggregati per cittadinanza, risulta un quadro spiccatamente differenziato fra bambini italiani e bambini stranieri. Fra gli italiani, infatti, non fanno sport solo 2 bambini su dieci (vale a dire circa il 19,7%), mentre è pari al 56% la percentuale di bambini stranieri che non pratica alcuna disciplina.

“Siamo rimasti molto colpiti dall’indagine svolta da Alessandro Coppari – commentano Lucchi, Benedetti e Castorri – e lo ringraziamo per avercela fatta conoscere. E non solo perché, nelle conclusioni afferma che il riconoscimento di Cesena Città Europea dello Sport è stato meritato, rimarcando come le percentuali cesenati relative alla pratica sportiva  siano molto superiori a quelle nazionali e come la proposta sportiva copra ogni possibile richiesta, grazie alla grande disponibilità di impianti. In realtà, questa indagine è preziosa soprattutto per farci capire quello che ancora può e deve essere fatto, ad esempio per quello che riguarda l’attività fisica direttamente nella scuola. Perché se è vero che la stragrande maggioranza dei bambini è attivo, resta quel 25% che non pratica sport. Ed è soprattutto a questi bambini che vogliamo pensare”.

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