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Cronaca

L'impennata dei contagi, Romagna maglia nera in Italia: solo Rimini fa peggio di Forlì-Cesena

E' quanto emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, che ha rilevato 56 provincia con incidenza nuovi contagiati oltre i 2mila casi per 100mila abitanti

La Romagna "maglia nera" per numero di positività al covid-19 nella settimana dal 5 all'11 gennaio. E' quanto emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, che ha rilevato 56 provincia con incidenza nuovi contagiati oltre i 2mila casi per 100mila abitanti: Rimini (4469), Forlì-Cesena (3462), Ravenna (3382), Modena (3340), Firenze (3031), Lodi (3016), Monza e della Brianza (2858), Bologna (2806), Varese (2776), Trento (2774), Sondrio (2771), Brescia (2751), Reggio nell'Emilia (2722), Milano (2636), Prato (2625), Pisa (2615), Como (2596), Napoli (2584), Verbano-Cusio-Ossola (2575), Pavia (2567), La Spezia(2531), Pistoia (2529), Rovigo (2483), Aosta (2452), Lecco(2451), Caltanissetta (2435), Parma (2402), Verona (2390), Cremona (2389), Teramo (2385), Genova (2377), Savona (2349), Ferrara (2344), Chieti (2328), Lucca (2324), Bergamo (2320), Terni (2311), Mantova (2224), Arezzo (2222), Imperia (2206), Cuneo (2187), Piacenza (2173), Bolzano (2168), Biella (2163), Massa Carrara (2160), Vicenza (2133), Siena (2131), Livorno (2120), Pordenone (2105), Treviso (2082), Trieste (2071), Salerno (2047), Pescara (2041), Torino (2036), Caserta (2031) e Asti (2028).

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Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha fotografo la situazione nel Paese: "Nell'ultima settimana si è registrata un'ulteriore impennata di nuovi casi che hanno superato quota 1,2 milioni, con un incremento che sfiora il 50% rispetto alla settimana precedente e una media mobile a 7 giorni che aumenta da 128.801 del 5 gennaio a 172.559 l'11 gennaio (+34%)". Nella settimana 5-11 gennaio, rispetto alla precedente, si è registrato in Italia un netto aumento di nuovi casi (1.207.689 contro 810.535, pari a +49%) e dei decessi (1.514 contro 1.102, pari a +37,4%, di cui 95 riferiti a periodi precedenti). In forte crescita anche i casi attualmente positivi (2.134.139 contro 1.265.297, +868.842, pari a +68,7%), le persone in isolamento domiciliare (2.115.395 contro 1.250.993, +864.402, pari a +69,1%), i ricoveri con sintomi (17.067 contro 12.912, +4.155, pari a +32,2%) e le terapie intensive (1.677 contro 1.392, +285, pari a +20,5%).  

Cartabellotta spiega che "le elevate coperture vaccinali ammortizzano in maniera rilevante l'impatto della circolazione virale sui servizi ospedalieri. Tuttavia, l'enorme quantità di nuovi casi in continua crescita sta progressivamente saturando gli ospedali sia perché 'incontra' una popolazione suscettibile troppo numerosa (2,2 milioni di 0-4 anni non vaccinabili, 8,6 milioni di non vaccinati e oltre 15 milioni in attesa della terza dose) sia, in misura minore, per i fenomeni di escape immunitario della variante Omicron". Dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe emerge una crescita dei decessi: sono 1.514 negli ultimi 7 giorni (di cui 95 riferiti a periodi precedenti), con una media di 216 al giorno rispetto ai 157 della settimana precedente.

Analizza il presidente della Fondazione Gimbe: "Ci troviamo in una fase estremamente critica della pandemia, in cui distorte narrative ottimistiche appannano l'insufficienza delle misure per rallentare la curva dei contagi e sottovalutano i rischi per la salute delle persone e per l'economia del paese. Innanzitutto, l'ingente numero di nuovi casi, in continua crescita, dopo aver mandato in tilt i servizi territoriali sta determinando la progressiva saturazione degli ospedali, con limitazione degli interventi chirurgici programmati, anche in pazienti oncologici, e la riduzione delle capacità assistenziali, anche perché il personale sanitario è ormai allo stremo". In secondo luogo, chiosa, "l'enorme numero di persone positive sta progressivamente paralizzando numerosi servizi essenziali: dai trasporti alla scuola, dalla sanità agli uffici pubblici. Infine, a meno di 'iniezioni' di posti letto dell'ultima ora o di modifica dei criteri per classificare i pazienti Covid ospedalizzati, entro fine mese numerose regioni andranno in zona arancione e qualcuna rischia la zona rossa. Un colore che certificherebbe il fallimento nella gestione della quarta ondata, nonostante la disponibilità di vaccini molto efficaci nel prevenire la malattia grave". (fonte Dire)

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