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Cronaca Cesenatico

Da Cesenatico a Milano nella speranza di un lavoro, tanti raggirati attraverso i "corsi anti-Covid"

Uno di quelli caduti nella sua rete, un uomo alla disperata ricerca di lavoro, era arrivato a Milano da Cesenatico insieme alla moglie, investendo gli ultimi soldi disponibili

Uno di quelli caduti nella sua rete, un uomo alla disperata ricerca di lavoro, era arrivato a Milano da Cesenatico insieme alla moglie, investendo gli ultimi soldi disponibili. Una volta in Centrale, si era presentato in via Mike Bongiorno, nella filiale di una multinazionale della tecnologia, convinto di dover prendere parte a un corso di formazione. Lì, però, aveva scoperto che in realtà tutto quello in cui aveva creduto non era altro che un'enorme bugia. Una bugia, ben architettata e credibile, che nel corso dei mesi avrebbe convinto tanti e tanti altri. Una bugia dietro la quale ci sarebbe sempre la stessa persona: un 36enne italiano adesso indagato dalla polizia, che dal 2018 ad oggi ha collezionato già 34 denunce per truffe tra il capoluogo meneghino, Rimini, Genova, Como, Monza. 

A metterlo nel mirino in queste ultime settimane sono stati gli investigatori del commissariato Greco Turro, guidato dal dirigente Antonio D'Urso. Nei giorni scorsi dai poliziotti si è presentato uno dei responsabili di "Give me a chance", un'associazione che si occupa di mettere in contatto chi offre un lavoro con chi lo sta cercando. L'uomo ha raccontato agli agenti proprio la storia della coppia arrivata da Cesenatico, che una volta scoperto il raggiro aveva raggiunto la sede della onlus per chiedere spiegazioni. A quel punto, proprio per dimostrare la propria totale buonafede, "Give me a chance" aveva rimborsato marito e moglie e aveva chiesto aiuto alla polizia, spiegando che l'inserzionista che aveva pubblicato quelle offerte di lavoro era stato presentato loro con la "garanzia" di una parrocchia della zona.

Facendo tutti gli accertamenti del caso, con un'indagine rapida e decisa, gli investigatori sono riusciti a ricostruire il modus operandi del truffatore, che sul portale della Onlus "lavorava" con due nomi falsi. Lo schema del 36enne era facile e puntava tutto sulla disperazione di chi non ha un lavoro per andare avanti. L'uomo pubblicava offerte a nome di grosse aziende - per ruoli come magazziniere o per la logistica - e chiedeva agli interessati dei soldi per frequentare, prima dell'assunzione ma con la promessa di un rimborso, dei corsi di formazione e dei fantomatici "corsi covid", in realtà inesistenti.

I raggirati - soltanto su "Give me a chance", che ha rimborsato tutti - sarebbero almeno dieci, tante quante le denunce finite sul tavolo del commissariato. Un altro paio di denunce sono invece state presentate al commissariato Sempione, che si è imbattuto nello stesso tipo di truffe.  Alcune delle vittime avrebbero pagato 30 euro, altre 90, altre fino a 300, tutti soldi transitati su due PostePay ricaricabili intestate a due donne. Tutti soldi che, nei desideri dei truffati, dovevano servire per trovare un nuovo lavoro.

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