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Cronaca

Cure oncologiche, dal fondo mutualistico di Legacoop 80mila euro all'anno al Prime Center dello Ior

La struttura presentata lo scorso novembre e di prossima apertura è stata ideata e voluta dal fondatore dello IOR, il prof. Dino Amadori

La sfida che l’Istituto Oncologico Romagnolo sta lanciando col suo centro PRIME, acronimo di “Prevenzione, Riabilitazione e Integrazione in Medicina” è chiara: garantire servizi di medicina integrativa utili a migliorare la qualità di vita del paziente oncologico durante il faticoso percorso di cura che deve affrontare. L’obiettivo proposto attraverso figure professionali preparate e qualificate, è quello di mantenere un’offerta efficiente ma accessibile a tutti, che non rappresenti un lusso che pochi possono permettersi.

La struttura presentata lo scorso novembre e di prossima apertura è stata ideata e voluta dal fondatore dello IOR, il prof. Dino Amadori. La facility, che sorge a San Cristoforo e nasce dalla riqualificazione di un ex complesso scolastico, ha goduto dell’appoggio convinto delle istituzioni e delle amministrazioni, persuase dalla bontà del progetto e dal fatto che rappresenti un valore aggiunto decisivo con cui il nostro territorio permetterà non solo ai cittadini che vi abitano e che ricevono una diagnosi di cancro di usufruire della massima eccellenza in termini di una presa in carico a tutto tondo, ma di risultare un importante polo di tipo socio-sanitario, grazie anche alla sinergia con l’IRST di Meldola, l’istituto di ricovero e cura autorevole e riconosciuto a livello nazionale e non solo.

Per vincere la sfida descritta in precedenza non si poteva prescindere dagli aiuti che giungono anche dal mondo privato ed imprenditoriale. Quest’ultimo ha visto nel PRIME Center la struttura più virtuosa dove destinare le proprie azioni di responsabilità sociale d’impresa, partendo dalla convinzione che il benessere del settore economico non possa prescindere dalla salute del territorio in cui esso ha sede. In questo senso il contributo che una realtà importante come Coopfond ha riconosciuto allo IOR è un esempio lampante: un impegno pluriennale di 80.000 euro all’anno. Un investimento davvero significativo, sancito durante il periodo di progettazione della facility ma sottoscritto nuovamente anche nei giorni scorsi, quando i vertici del fondo mutualistico di Legacoop hanno fatto visita alla struttura di San Cristoforo.

"È per noi una grande soddisfazione – commenta il presidente di Coopfond e Legacoop nazionale Mauro Lusetti – poter sostenere questo nuovo progetto di IOR, un passo deciso verso una sanità capace di mettere al centro non la malattia ma la persona, in tutte le sue dimensioni, con tutte le sue esigenze. È il salto che il nostro Sistema sanitario deve compiere e in questo vive il ruolo che la cooperazione ha sempre avuto e continua ad avere: innovare, aprire nuovi servizi, dando risposta ai bisogni, alle domande della comunità in cui è radicata. Sostenere questo impegno è l’obiettivo fondamentale del nostro Fondo mutualistico e di tutta l’associazione".

"L’amicizia che ci lega a Coopfond si basa sui valori su cui si fonda l’esperienza cooperativa comune di queste due realtà, la mutualità e la solidarietà in primis – spiega il Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi – per questo nel prossimo futuro lo IOR sarà presente anche nel portale Welfare.coop, la piattaforma creata da Legacoop, Federcoop, Assicoop Romagna/Unipol dedicata a percorsi di salute per i dipendenti delle cooperative associate a Legacoop e delle altre imprese del territorio. Siamo sinceramente grati per questa dimostrazione di amicizia, resa ancor più importante perché giunta nel contesto di enorme difficoltà in cui la pandemia ci ha immerso negli ultimi due anni: si tratta di un attestato di fiducia e credibilità per un progetto nelle nostre intenzioni fortemente innovativo, con pochissimi eguali in Italia e nel mondo".

"Siamo orgogliosi di questo accordo, che ci permette di divulgare, tra le nostre cooperative e sul portale Welfare.Coop, i servizi di una cooperativa associata di grande importanza come l’Istituto Oncologico Romagnolo — spiega il presidente di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti — in questo modo continuiamo a promuovere la nostra idea di welfare aziendale: estendere i principi della cooperazione alle comunità, rafforzare le reti di coesione sociale e le relazioni tra imprese e territorio, promuovendo i sani stili di vita e le corrette abitudini che rendono migliore la vita di ognuno di noi". Le associate a Legacoop Romagna sono circa 400 e il panorama dei dipendenti potenzialmente interessati supera le 25.000 unità.

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