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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Crac dell'Ac Cesena, la contabile: "Ci fu una lite furiosa tra Lugaresi e Rino Foschi, volò un telefono"

Gremita l'aula 107 al terzo piano del tribunale di Forlì, tanti avvocati e imputati, non mancano all'appello quelli 'eccellenti' come l'ex ds del Cesena Rino Foschi e l'ex presidente del Chievo Verona Luca Campedelli. Terza udienza sul crac dell'Ac Cesena

E' gremita l'aula 107 al terzo piano del tribunale di Forlì, tanti gli avvocati e gli imputati, e non mancano all'appello quelli 'eccellenti' come l'ex ds del Cesena Rino Foschi e l'ex presidente del Chievo Verona Luca Campedelli, presenti nella terza udienza con rito ordinario sul crac del vecchio Cavalluccio, l'Ac Cesena.

Un udienza "fiume" che si è protratta fino alla sera. Sul banco dei testimoni una sfilza di giovani leve, si tratta di alcuni calciatori semi sconosciuti che nel periodo che va dal 2014 al 2018 viaggiarono sull'asse Cesena-Chievo Verona. Come è noto, secondo chi indaga, a questi giovani atleti sarebbero state date valutazioni spropositate per generare sostanzialmente plusvalenze 'gonfiate' volte ai ripianare i bilanci. Nell'udienza di un mese fa a parlare era stato il curatore fallimentare.

Anche in questo martedì 7 marzo diversi testimoni sono stati escussi davanti al collegio giudicante presieduto dal giudice Marco De Leva, una udienza iniziata poco prima delle 13. Il primo a sedersi sul banco dei testimoni è stato il commissario liquidatore di Cesena & Co, la cooperativa che controllava l’Ac Cesena, il 'vecchio' Cavalluccio. Il commissario liquidatore ha parlato di un "equilibrio finanziario fragile" della cooperativa e di uno stato di insolvenza che sarebbe da ricondurre già al giugno del 2016. Il testimone ha esposto dal suo punto di vista come sarabbe aumentata l'esposizione debitoria della società, anche con l'Erario, che sarebbe passata dagli 1,7 milioni di euro del 2016 ai circa sei milioni di euro del dicembre 2018. Le tesi difensive nelle precedenti udienze hanno messo in luce che dal 2013 al 2018 l'indebitamento complessivo del club si sarebbe ridotto, ad aumentare sarebbe stato solo il debito fiscale. Tesi difensive che hanno voluto mettere anche in risalto che con un Cesena in serie A ci sarebbe stato un incremento notevole, da 230mila a 700mila euro, dei ricavi delle sponsorizzazioni. Il fallimento dell'Ac Cesena fu sentenziato il 9 agosto 2018.

"Mio figlio ceduto per due milioni di euro, rimasi allibito"

La contabile del club: "Si faceva fatica a pagare gli stipendi"

Molto interessante la testimonianza di colei che all'interno dell'Ac Cesena era un pò la decana tra gli impiegati amministrativi del club, e si occupava della parte contabile, della registrazione dei contratti dei calciatori, ma anche dei pagamenti. Il pubblico ministero ha chiesto delucidazioni ovviamente su tutta la parte relativa allo scambio 'vorticoso' di giovani giocatori sull'asse Cesena-Chievo. Quale era la situazione del 'vecchio' Cavalluccio dal punto di vista della liquidità? "Specialmente nell'ultimo anno (2018) eravamo messi male, negli anni precedenti invece dipendeva dai periodi, posso dire però che la società non è mai stata fiorente". L'impiegata assunta dal club nel 2002 ha detto che "non sempre si riusciva a pagare gli stipendi rispettando le scadenze, si dava priorità al pagamento dei giocatori per non incorrere in penalizzazioni. Per quanto riguarda il debito con l'Erario si andava avanti grazie alla rateizzazione, ma ad un certo punto il pagamento fu sospeso".

Curiosità per un siparietto raccontato dalla testimone, che vide protagonisti l'allora presidente Giorgio Lugaresi e l'ex ds bianconero Rino Foschi (presente in aula): "Avevano un rapporto che viveva di alti e bassi, a volte litigavano. Un giorno nella sede del club si sentirono delle urla e Lugaresi lanciò il telefono contro il muro, tanto che fu necessario comprarne uno nuovo. Non so il motivo di quella lite". L'impiegata amministrativa del club ha riferito che Rino Foschi si occupava solo della prima squadra e non anche delle giovanili e che quando uscì il famoso servizio delle "Iene" sulle plusvalenze fittizie pensò "lo fanno tutti, e forse quello che succede nell'ultimo periodo me ne sta dando conferma".

Le tesi difensive invece hanno voluto sottolineare anche con una certa veemenza che il Cesena fu comunque in quegli anni protagonista di due promozioni in serie A, quindi non un club perennemente sull'orlo del fallimento, anche perchè ovviamente per l'iscrizione ai campionati dovevano essere soddisfatti dei requisiti di liquidità. La testimone ha ricordato che a quell'epoca era Gigi Piangerelli il responsabile del settore giovanile. In quel periodo, dal 2013 al 2018, Rino Foschi mise a segno alcune plusvalenze attraverso le cessioni dei vari Sensi, Rodriguez, Defrel e Ciano. Il vulcanico e oggi 76enne ex direttore sportivo si dimise due volte, dimissioni che poi rientrarono.

Il processo "Fantacalcio"

Il processo è stato ribattezzato mediaticamente  “Fantacalcio” e ha perso alcune pedine importanti che hanno scelto il patteggiamento accompagnato dal risarcimento al curatore fallimentare come gli ex presidenti bianconeri Igor Campedelli e Giorgio Lugaresi. Entrambi gli ex numeri uno del Cavalluccio hanno invece deciso di difendersi con rito ordinario nel processo che verte sui reati fiscali, collegato principalmente ai lavori al Manuzzi in occasione del 'nevone' del 2012.

Tra gli imputati rimasti nel processo "Fantacalcio" c'è anche l'ex dirigente bianconero Luigi Piangerelli. Il nucleo centrale della vicenda è rappresentato proprio dalle plusvalenze che secondo l'accusa sarebbero frutto di valutazioni spropositate dei giovani calciatori in un arco di tempo che va dal 2014 al 2018, ma anche sul debito con il Fisco che pesava sul groppone del Cavalluccio, che arrivò al doloroso fallimento nel 2018. 

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