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Cronaca

Plusvalenze "gonfiate" sull'asse Cesena-Chievo? In aula parla il giovane calciatore: udienza-fiume sul crac bianconero

Sul crac dell'Ac Cesena un'udienza "fiume" che si è protratta dalla tarda mattinata fino alle 18 circa di martedì pomeriggio. Sul banco dei testimoni anche il curatore fallimentare

E' stata una udienza molto interessante, un'udienza "fiume" che si è protratta dalla tarda mattinata fino alle 18 circa di martedì pomeriggio, aprendo uno spaccato sulle cause che secondo l'impianto accusatorio portarono al fallimento del 'vecchio' Cavalluccio, l'Ac Cesena. La seconda udienza con rito ordinario sul crac del club bianconero è andata in scena martedì 7 febbraio in tribunale a Forlì. Sul banco dei testimoni si è seduto anche un giovane calciatore, uno di quelli che secondo la pubblica accusa sarebbe stato al centro del vorticoso scambio di giovani leve tra Cesena e Chievo Verona. Come è noto, secondo chi indaga, le valutazioni di questi atleti sarebbero state "gonfiate" portando a plusvalenze nella sostanza fittizie, volte a ripianare i bilanci.

Plusvalenze sotto la lente di ingrandimento

La Procura ha richiesto un numero consistente di testimoni (una cinquantina) tra questi molti ragazzi che "viaggiarono" sull'asse Cesena-Verona, sponda Chievo, club veneto all'epoca in mano a Luca Campedelli, tra gli imputati. Il giovane calciatore cesenate in udienza ha ricostruito la sua esperienza in gialloblu, riferendo di aver vissuto per quattro mesi nel convitto del Chievo Verona, e di essersi allenato nel centro sportivo che ospitava anche la prima squadra del club scaligero. Le audizioni richieste dalla Procura ovviamente vogliono chiarire se quelle operazioni tra le due società fossero di facciata, oppure reali affari di calciomercato.

Nell'udienza di martedì sul banco dei testimoni è stato sentito anche il curatore fallimentare, il commercialista bolognese Mauro Morelli, che ha illustrato, dal suo punto di vista, le concause che portarono al fallimento del  vecchio Cavalluccio, in particolare soffermandosi sul debito con l'Erario che gravava sulle spalle del club bianconero.

Le tesi difensive mettono in luce che in realtà dal 2013 al 2018 l'indebitamento complessivo della società si sarebbe ridotto, ad aumentare sarebbe stato solo il debito fiscale. Intricata la valutazione delle plusvalenze, perché al di là di "operazioni strane per ripianare il bilancio", non è semplice valutare la congruità del valore economico assegnato ad un calciatore, in base a parametri oggettivi. Il processo è nella fase iniziale e proseguirà con l'udienza di martedì 7 marzo.

Il processo "Fantacalcio"

Il processo è stato ribattezzato mediaticamente  “Fantacalcio” e ha perso alcune pedine importanti che hanno scelto il patteggiamento accompagnato dal risarcimento al curatore fallimentare come gli ex presidenti bianconeri Igor Campedelli e Giorgio Lugaresi. Entrambi gli ex numeri uno del Cavalluccio hanno invece deciso di difendersi con rito ordinario nel processo che verte sui reati fiscali, collegato principalmente ai lavori al Manuzzi in occasione del 'nevone' del 2012.

Tra gli imputati rimasti nel processo "Fantacalcio", i più noti sono l'ex vulcanico direttore sportivo di Cesena e Palermo Rino Foschi e l'ex presidente del Chievo Verona Luca Campedelli, ma anche l'ex dirigente bianconero Luigi Piangerelli. Il nucleo centrale della vicenda è rappresentato proprio dalle plusvalenze che secondo l'accusa sarebbero frutto di valutazioni spropositate dei giovani calciatori in un arco di tempo che va dal 2014 al 2018, ma anche sul debito con il Fisco che pesava sul groppone del Cavalluccio, che arrivò al doloroso fallimento nel 2018. 

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