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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Crac Ac Cesena, il consulente: "Niente debiti a sorpresa". Epilogo falcidiato dalle prescrizioni per il filone fatture 'gonfiate'

Nell'aula 107 al terzo piano del tribunale di Forlì si trascina stancamente fino all'epilogo il filone processuale delle fatture 'gonfiate' legato al crac dell'Associazione Calcio Cesena

Nell'aula 107 al terzo piano del tribunale di Forlì si trascina stancamente fino all'epilogo il filone processuale delle fatture 'gonfiate' legato al crac dell'Associazione Calcio Cesena. Subito dopo Pasqua infatti, l'11 aprile, sarà escusso l'ultimo testimone, poi ci sarà la discussione e la sentenza che metterà la parola fine. Un finale in tono minore con la maggior parte dei capi di imputazione falcidiati dalla prescrizione. Si parla infatti di fatti risalenti indicativamente al biennio 2010-2012, è il filone che riguarda i reati fiscali. Secondo l'impianto accusatorio, gli imputati avrebbero messo in atto una sovrafatturazione, fatture 'gonfiate' per i lavori che riguardarono in particolare lo stadio Manuzzi e il famoso nevone del 2012, ma anche il centro sportivo di Villa Silvia. Operazioni che, secondo chi indaga, avrebbero portato a depauperare il patrimonio del club, poi fallito nel 2018.

L'altro ramo del processo ribattezzato dai media 'Fantacalcio' sulle plusvalenze dei giovani calciatori prosegue su un altro binario, e vede imputati tra gli altri l'ex ds del Cesena Rino Foschi e l'ex presidente del Chievo Luca Campedelli. Da questo filone sono usciti con un patteggiamento con risarcimento al curatore fallimentare gli ex numeri uno bianconeri Giorgio Lugaresi e Igor Campedelli. Assente martedì mattina in udienza il primo, diligentemente presente invece Igor Campedelli che fa la spola anche per le udienze tra la sua Romagna e il Portogallo, dove è rimasto nel mondo del calcio e si occupa di procuratori sportivi.

A Campedelli resta legato il ricordo bello di un Cesena in serie A, in lotta con le big del calcio italiano portando in Romagna giocatori del calibro di Mutu. L'udienza di martedì mattina davanti al collegio giudicante presieduto da Ilaria Rosati, ha restituito un altro spaccato interessante di un Cavalluccio che si misurava nella massima serie. Sul banco dei testimoni ha sfilato l'ingegnere che all'epoca (2010) si occupò della progettazione dei lavori di uno stadio Manuzzi che doveva adeguarsi alla serie A.

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"Lavori cospicui", ha sottolineato l'ingegnere escusso dall'avvocato Fabio Belloni che difende Igor Campedelli. Lavori da oltre 2 milioni di euro, sui quali il Comune vigilava e si teneva informato. "Non ci furono problemi - ha detto il testimone - i lavori da me progettati furono eseguiti e ci fu il collaudo". Lavori che dovevano svolgersi con una certa urgenza per adeguare lo stadio cittadino ai parametri imposti dal campionato di serie A. Ma anche il centro sportivo di Villa Silvia fu oggetto di restyling per quanto riguarda il terreno sintetico, le panchine, la sala stampa e la sala riunioni. In udienza si è poi tornati con la mente al famoso nevone del 2012 e alla corsa contro il tempo per far giocare Cesena-Milan. Il Manuzzi fu liberato da una montagna di neve. "5,81 ettari da pulire", è stato ricordato in udienza, si tratta ovviamente di tutte le aree dell'impianto sportivo, dal terreno di gioco al parcheggio. L'ingegnere ha ricordato che c'erano degli accumuli di neve anche di 80 centimetri, molto pericolosi. Alla fine Cesena-Milan si giocò.

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"Non ci furono debiti extra bilancio"

Poi sul banco dei testimoni è stata la volta del consulente finanziario forlivese che passò al setaccio i bilanci del club bianconero nella fase di passaggio da Igor Campedelli, Orienta Partners fino al Lugaresi bis. Il consulente finanziario collaborò con la società bianconera in questa fase di transizione (dal settembre 2012 al settembre 2013), occupandosi di 'fotografare' i bilanci dell'Ac Cesena, i debiti e i crediti, i costi e i ricavi, il debito con il Fisco. Niente debiti a sorpresa nella staffetta tra Campedelli e Lugaresi, "non ci furono debiti extra bilancio", ha riferito il consulente escusso dall'avvocato Belloni tornando anche sulla nota vicenda del terzino giapponese Nagatomo annotato "come debito verso fornitori esteri". Il brevilineo terzino nipponico in prestito dal Tokyo attirò subito le attenzioni dell'Inter al quale fu ceduto. "Sui bilanci - ha riferito il consulente - c'erano tanti organi di controllo interni ed esterni come la Covisoc, i controlli imposti dalla Lega erano restrittivi".

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