La settimana del Covid, in Romagna aumentano ancora le terapie intensive. Nel Cesenate 2 classi in quarantena
Sul fronte ricoveri continuano ad aumentare in Romagna per la terza settimana quelli in Terapia intensiva che passano da 6 a 10, nel Cesenate sono 4
I dati settimanali forniti dall'Ausl Romagna forniscono una panoramica del virus sul territorio romagnolo nella settimana che va dal 27 settembre al 3 ottobre. Stabili i contagi (-12) con un lieve calo anche per quanto riguarda il tasso di positività che scende dal 2,5% al 2,4%. In 7 giorni in Romagna si sono contati 629 nuovi positivi, la scorsa settimana erano 641. Nel Cesenate leggera controtendenza con i casi settimanali che salgono da 65 a 77, a Forlì calano da 160 a 157, a Rimini da 171 a 144, lieve aumento anche a Ravenna (da 245 a 251).
Aumentano i contagi giornalieri cesenati
Nel comprensorio cesenate non si registrano focolai nelle strutture per anziani. Per quanto riguarda le scuole, allo stato attuale ci sono due classi in quarantena per focolai Covid: una della scuola materna e una della scuola media.
Sul fronte ricoveri continuano ad aumentare in Romagna per la terza settimana quelli in Terapia intensiva che passano da 6 a 10, nel Cesenate sono 4. I ricoverati nei reparti Covid ordinari invece calano sul territorio romagnolo (da 58 a 52). L'Ausl romagnola continua ad essere nel livello 'verde 1' , ossia un livello di occupazione dei posti letto in malattie infettive minore del 70%. Nella settimana che va dal 27 settembre al 3 ottobre si sono registrati 2 decessi, entrambi nel Ravennate. Il Cesenate presenta 4 comuni 'Covid-free', cioè senza positivi attivi: Bagno di Romagna, Roncofreddo, Borghi e Sogliano. A Cesena ci sono 53 positivi attivi, 23 a Savignano, 20 a Cesenatico, 16 a Longiano.
Sospesi altri operatori sanitari no vax
“Anche questa settimana - commenta Mattia Altini, direttore sanitario di Ausl Romagna - registriamo un calo delle positività in termini assoluti, a fronte di una campagna vaccinale che prosegue a pieno regime . Due dati che vanno letti insieme, perché ci confermano ancora una volta, l’importanza che riveste l’alta copertura vaccinale raggiunta, per contrastare un’ampia diffusione del virus. Ciò non solo nella popolazione adulta. Se infatti analizziamo la popolazione più giovane e in età scolare, si vede molto bene come i tassi di positività al virus, si abbassino nelle fasce di età in cui la vaccinazione è consentita. Ciò a ribadire ancora una volta l’invito alle persone indecise a vaccinarsi. Lo dicono questi dati e ancor di più lo testimoniano le analisi sui tassi di ospedalizzazione, che il vaccino è l’unico strumento per proteggerci ed evitare rischi molto seri per la nostra salute”.