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Cronaca

Covid, convinta dal medico no vax sospeso a lasciare la Terapia intensiva: "L'abbiamo salvata, stavano per intubarla"

C'è un caso che scuote la città toccando il reparto di Terapia intensiva del Bufalini, una paziente ricoverata perchè attaccata in modo aggressivo dal Covid, e "tirata fuori" da un medico no vax, già sospeso

C'è un caso che scuote la città toccando il reparto di Terapia intensiva del Bufalini, una paziente ricoverata perchè attaccata in modo aggressivo dal Covid, e "tirata fuori" da un medico no vax, già sospeso, che si vanta senza mezzi termini di questa 'impresa'.  La vicenda viene raccontata dallo stesso dottore, Fabio Milani, medico di base toscano ma che operava a Corticella, rione di Bologna prima di essere sospeso. Il web è pieno di interviste del medico che ribadisce più volte la sua teoria, quella del "terrorismo psicologico, di Covid non si muore".

Milani spiega che "al primo sintomo c'è la corsa a farsi il tampone ed entri in un loop psicologico, c'è un martellamento h 24 da 2 anni. In quei casi respiri male, ti fai prendere dal panico, ti viene prescritta la vigile attesa, ma in realtà serve qualcuno che ti tranquillizza, che ti dice 'ti vengo a visitare'". L'episodio cesenate è quello di una donna che è stata convinta, contrariamente al parere dei medici, a lasciare la terapia intensiva dell'ospedale Bufalini. Lo spiega lo stesso Milani in un'intervista online rilasciata all'avvocato Maurizio Giordano, nella rubrica 'L'avvocato risponde'. Una vicenda che risale ai primi giorni di novembre.

"Siamo riusciti a tirare fuori dalla Rianimazione una paziente, con l'aiuto dell'avvocato Luzi di Cesena". Spiega il medico no vax: "Volevano intubarla, ma questa cosa non era assolutamente necessaria. Sono stato a visitarla, ha la polmonite ma si rimetterà, nel referto medico hanno scritto che la paziente senza cure ospedaliere non sarebbe sopravvissuta, le è stato fatto del gran terrorismo. Con Luzi siamo riusciti a tirarla fuori, penso che gli abbiamo salvato la vita". Il medico ripercorre la vicenda: "Alla paziente era stato messo l'ossigeno, ci ho parlato anche mentre si trovava in Terapia intensiva, dopo la polmonite bilaterale è stata impaurita e trasferita in rianimazione. A quel punto ho parlato con la sorella e ho detto 'tiratela fuori, vengo a visitarla subito dopo, gli salviamo la vita'. E' stato necessario che l'avvocato Luzi mandasse diverse diffide all'ospedale, a quel punto i medici hanno fatto un passo indietro e la donna è stata dimessa". In pratica la paziente è stata solo due giorni nel reparto.

"Che cura gli ho fatto? L'ossigeno glielo avevano già dato. Io le ho dato tante vitamine c e d, eparina, cortisone , antibiotici". Milani ha esposto più volte il suo pensiero: "Bisogna rassicurare il paziente, fagli capire che è seguito, prima della pandemia una polmonite vi preoccupava così tanto? Ora sono tutti nel panico, questo è il problema, è tutto un problema psicologico". "Quella donna l'abbiamo salvata perchè una volta intubata non usciva più", ha detto il dottore che ha sottolineato che al di là della sospensione "nasci medico e rimani medico". Nel corso dell'intervista postata sul web si sottolinea come la paziente cesenate sia "stata fortunata, anche grazie al coraggio dei familiari".

"Il lockdown è nel cervello dei medici - il pensiero di Milani - i medici non possono avere paura di un virus, devono assumersi delle responsabilità, ho curato molti pazienti con polmoniti, vado a domicilio senza guanti e senza mascherina".

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